putin assad al sisi

“PROCESSARE PUTIN? IL DIRITTO FUNZIONA SE È LIBERO DA CONSIDERAZIONI DI REALPOLITIK” - DOMENICO QUIRICO: “NESSUNO HA CHIESTO IL PROCESSO DI BASHAR AL ASSAD PER I DELITTI DI UNDICI ANNI DI GUERRA SIRIANA. DAL 2016 DA QUANDO NE FU TROVATO AL CAIRO IL CADAVERE DI GIULIO REGENI, GOVERNI ITALIANI CHIEDONO LA VERITÀ AD AL SISI. MA LA VIA DEL DIRITTO, SE SI È CERTI DI AVERE LE PROVE, È ROMPERE I RAPPORTI DIPLOMATICI E DENUNCIARE AL-SISI E IL SUO MINISTRO DEGLI INTERNI PER CONCORSO IN TORTURE E MORTE DI UN CITTADINO ITALIANO DAVANTI A UNA CORTE PENALE INTERNAZIONALE. CI COSTERÀ QUALCHE FORNITURA DI GAS? VOGLIAMO LA GIUSTIZIA O I TERMOSIFONI?”

Domenico Quirico per “la Stampa”

DOMENICO QUIRICO

 

La guerra, la guerra, che porcheria. Che macello. Lo scompiglio totale. Più nulla è al suo posto. Uccidere diventa legittimo. Non più parole ma solo grida, minacce e ordini. I nemici sono implacabili, assetati di sangue, dei veri selvaggi. Invece di allargare le nostre frontiere umane le restringiamo. Invece di avanzare ripieghiamo nella barbarie. L'uomo? Buono per uccidere, buono per crepare.

 

vladimir putin

Eppure c'è qualcosa che ci tiene al di qua della rassegnazione. È il Diritto. La memoria dei fatti scritta nei verbali del diritto. È questo che tiene lontano dalla contaminazione del male. Ogni atto che vien compiuto, i civili uccisi, i saccheggi, gli stupri, le violenze, le torture sono fissati, catalogati, descritti: delitti.

 

Occorre documentarli, provarli con le testimonianze, i riscontri oggettivi e poi diventeranno giudizio, colpa e punizione. È questo che ci separa dagli assassini, singoli o collettivi; nel crimine contro l'uomo non ci sono «piccolezze», esiste solo ciò che ha valore, cioè l'uomo stesso e la sua sofferenza. Sì, in questa enorme, assurda realtà della guerra che continuamente smentisce il diritto ecco il luogo della sua obbligatoria resurrezione.

Il video di Bucha

 

Non gettare la spugna. Rifiutare un determinismo storico per cui è la guerra stessa che giustifica i propri crimini, si auto assolve. In questo modo si purificano senza appello tutti i grandi e piccoli esseri nocivi all'umanità che nella guerra trovano spazio e autorità. È l'origine della forza dei Putin e insieme la nostra debolezza di mondo del Diritto, poiché malgrado la rigettiamo non abbiamo talvolta trovato una risposta soddisfacente. Che è proprio la ragione del diritto. E bisogna declinarla comunque, prima che la compassione del mondo per le vittime si esaurisca.

bucha 2

 

Ma la sporca guerra in Ucraina fa emergere con evidenza la responsabilità dello Stato, dei capi supremi, in questi delitti. Un dibattito pubblico il cui vetriolo spero porterà lontano. Oltre questa guerra. Non sono soltanto i soldati che hanno violato ogni legge a dovere essere processati, o gli ufficiali che li comandano sul campo di battaglia.

 

Quelli che tenteranno di giustificarsi dicendo: ma ho obbedito agli ordini. C'è una colpa più grande, precedente, di coloro che li hanno incitati alla guerra senza imporre regole, non li hanno puniti per le violazioni, li hanno coperti. Allora la colpa degli uni, degli esecutori materiali delle atrocità, diventa la colpa anche degli altri, i generali, i ministri, il capo.

Avete risvegliato i lati oscuri, rinfocolato l'odio, avete fatto risorgere per l'ennesima volta il buio? Ebbene.

 

ASSAD CON L INDICE ALZATO

Avete fatto male i conti. Puniremo anche voi. È nell'audacia del diritto che troveremo la salvezza. Fondiamo la pace su questa mirabile aritmetica dei codici universali.

L'orrore anche firmato dai Grandi, non dimostra nulla, non ci sradica. Per processare Putin, bisogna arrestarlo e quindi vincerlo, si dice giustamente. Sì, c'è una tensione non sempre risolta tra la promessa della giustizia e la continua dilatazione a cui questa promessa è sottoposta per quelle che chiamiamo le necessità della Storia.

DOMENICO QUIRICO

 

Ma dobbiamo dimostrare che la giustizia non è un lusso per tempi tranquilli. O legato alle scontrose strettoie della realpolitik. E si pensa subito al caso di Giulio Regeni, un altro delitto di Stato. La richiesta di processare le colpe dei capi è davvero reclamare la giustizia dal fondo delle ingiustizie come reclamava Elettra. Come invocava il personaggio tragico occorre riconoscere il male direttamente e fino in fondo. Il Male non può dissolversi solo per il ruolo pubblico di chi l'ha commesso.

 

ASMA ASSAD

Il Diritto funziona se è libero da ogni considerazione di opportunità politica, e conosce solo colpevoli o innocenti. Ovvio? Non quando dovrebbero salire sul banco degli imputati capi di governo, dittatori, caudillos. Nessuno ha chiesto il processo di Bashar al Assad per i delitti di undici anni di guerra siriana. In Germania sono stati condannati alcuni uomini dei servizi di sicurezza responsabili di atrocità nei confronti di oppositori e ribelli. Bashar ha ricominciato a fare visite di Stato e non soltanto nelle capitali dei suoi complici, Mosca e Teheran. Non si chiede di processarlo non tanto perché si dubita di poterlo arrestare, ma forse perché i suoi crimini sono stati possibili anche grazie alla indifferenza dell'occidente verso la sua guerra? In una certo modo dovremmo processare anche noi.

 

IL PRESIDENTE EGIZIANO AL SISI

Dal 2016 da quando ne fu trovato al Cairo il cadavere torturato si trascina tra fumisterie, tartufismi, ipocrisie anestetiche, partite doppie, bugie eccellenti l'impossibile punizione dei responsabili della morte di Giulio Regeni. Governi italiani plurimi e di opposto colore politico, destra, sinistra, centro, tecnici e non, a parole chiedono al raiss egiziano la verità. Che secondo la magistratura e il governo sono uomini dei servizi di sicurezza egiziani. Ovvero detto con la proprietà transitiva del Diritto a torturare e uccidere il giovane ricercatore fu lo Stato egiziano.

 

giulio regeni

Ma il governo italiano non ha mai accettato questa elementare verità e la conseguenza giuridica che ne deriva. Da sei anni i poveri genitori sono ostaggio di una tragica, vergognosa presa in giro che ad ogni anniversario si trasforma in rituale rimando: stiamo facendo il possibile in via diplomatica ma... Ma non c'è una via diplomatica che consiste nel chiedere aiuto all'assassino.

 

fatteh al sisi cerimonia apertura pechino 2022

La via del Diritto se si è certi di avere le prove è rompere i rapporti diplomatici e denunciare il presidente Abdel al-Sisi e il suo ministro degli Interni, responsabile dei trucidi «mukhabarat», per concorso in torture e morte di un cittadino italiano davanti a una corte penale internazionale. Se si copre un delitto compiuto dai propri funzionari allora come per i soldati di Putin non lo si rifiuta e si è responsabili di quel delitto. Ci costerà anche in questo caso qualche fornitura di gas? Vogliamo la Giustizia o i termosifoni?-

magdi ibrahim abdelal sharif striscione per giulio regenimohamed ibrhaim athar kamel helmy uhsam

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO