luciano d'adamo

“SONO FERMO AL 1980, HO 23 ANNI. NON SO NULLA DI TOTTI, TANGENTOPOLI E BERLUSCONI” - LA STORIA DI LUCIANO D’ADAMO, L’UOMO CHE DOPO UN INCIDENTE NEL 2019 HA PERSO 39 ANNI DI MEMORIA: “AL MEDICO HO DETTO: MI SPOSO TRA 4 MESI” - “SONO TIFOSO DELLA ROMA, MI SONO RICORDATO VAGAMENTE DI UN RIGORE IN UNA FINALE DI COPPA DEI GIALLOROSSI. MA POI MI HANNO DETTO CHE ERA IL “CUCCHIAIO” DI TOTTI IN ITALIA-OLANDA” – “NON SONO FELICE MA STO RICOSTRUENDO OGNI COSA. VADO SU GOOGLE E VEDO, CAPISCO. HO IMPARATO CHE SOLO LA MEMORIA È LA VITA VISSUTA. IL RESTO VOLA NEL VENTO”

Walter Veltroni per il Corriere della Sera - Estratti

 

LUCIANO D'ADAMO

«Quando il medico del pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito di Roma mi ha chiesto chi dovesse avvertire della mia famiglia, gli ho detto di chiamare mia madre. Mi aveva investito un’auto che poi era fuggita. Mi aveva agganciato e sbattuto contro una macchina parcheggiata.

 

Ero rimasto a terra, con la faccia sull’asfalto. Ricordo che avevo molto freddo, tremavo e che un carabiniere mi coprì con il suo cappotto. Al dottore diedi il numero di mamma, 3381270. Lui mi corresse: “063381270”. Mica chiama da fuori Roma, obiettai. Lui mi guardò, sorpreso.

 

Gli avevo detto come mi chiamavo, Luciano D’Adamo, e che abitavo a Monte Mario. Gli avevo dato il mio anno di nascita, il 1956. Tutto perfetto.

 

Avevo ventitré anni e volevo uscire presto, non avevo contusioni gravi ma solo un po’ di confusione in testa.

Sarà la botta, pensavo.

Il medico mi chiese se ero sposato. Gli risposi che lo avrei fatto quattro mesi dopo, il 20 luglio. La mia fidanzata ha diciannove anni, aggiunsi.

Lui alzò lo sguardo, sorpreso, dalla cartella clinica e sorrise, “Hai capito? Caspita, complimenti”. Non comprendevo cosa diavolo ci fosse da ridere.

 

Poi mi disse che c’era una persona che voleva vedermi.

Pensavo fosse mamma. Invece entra una signora che mi dice “Ciao Luciano, come stai?

LUCIANO D’ADAMO

” E mo’ questa chi è? Guardo il medico, interdetto. Lui guarda lei, lei guarda lui. Ci guardiamo, ma è tutto strano.

 

Lui le fa cenno di uscire e mi dice che si erano sbagliati di stanza. Obietto che mi aveva chiamato Luciano. Ma lui pronto ribatte che c’era un altro ricoverato, coincidenza, per incidente e che si chiamava proprio come me. Strano, ho pensato.

Dopo un po’ entra un ragazzo che, tutto agitato, mi dice “Ciao papà, come va?”.

Ecco il matto, ho pensato.

 

Avrà avuto trent’anni, come faceva a essere mio figlio, visto che ne ho ventitré? Tira fuori dalla tasca un coso su cui aveva delle foto che mi mostra. Non ne riconosco nessuna, non capisco chi sia e di cosa mi stia parlando. Mi chiedo solo dove sia il rullino di quella macchina fotografica così miniaturizzata. Forse anche lui ha sbagliato stanza, malato, Luciano. Boh.

LUCIANO D’ADAMO

 

Ma il giorno dopo mi fanno muovere e vado in bagno. Passo davanti allo specchio e guardo la persona che compare. È un anziano signore, non io. È un’altra persona.

Lancio un urlo, arrivano le infermiere e cercano di calmarmi. Ero terrorizzato, sembrava un film dell’orrore.

 

Mi hanno spiegato che eravamo nel 2019. Ma come era possibile? Per me era il 20 marzo del 1980. Ricordavo benissimo. Avevo concluso il mio turno a Fiumicino dove lavoravo, ero tornato a casa, poi ero uscito e un’auto mi aveva travolto a Monte Mario.

 

No, dicevano loro, non era andata così.

 

Il 6 febbraio del 2019 ero uscito dalla scuola dove facevo il cuoco e stavo portando al cassonetto la spazzatura. È lì che ero stato travolto e avevo sbattuto la testa.

 

Ma io non ricordavo nulla di quei trentanove anni. Non i fatti, non le cose che avevo vissuto, non le persone. Era come se non li avessi vissuti.

 

Io avevo ancora ventitré anni, non certo più di sessanta. Io quel tipo nello specchio non lo conoscevo, non ero io. I medici non riuscivano a spiegare quello che mi capitava, dissero alla signora e al ragazzo che sarebbe passato, che ci voleva solo tanta pazienza.

 

Da allora sono trascorsi altri cinque anni, di pazienza ne abbiamo avuta tanta, ma non è successo nulla. La mia memoria è ferma a quel giorno di marzo del 1980 e da lì non si schioda. Certe volte mi rendo conto, ancora oggi, di fare cose da ragazzino. Mi capita di salire, come facevo allora, i gradini a tre a tre e poi di fermarmi. Non solo perché ho il fiatone, ma perché mi dico, da solo, che non posso e non devo farlo.

LUCIANO D'ADAMO

 

Quella signora gentile mi aveva spiegato che l’incidente era accaduto quasi quarant’anni dopo quello che io pensavo. Mentre mi parlava io l’ho cominciata a fissare negli occhi e le ho solo detto: “Tina...”. Era lei, la ragazza di diciannove anni dalla quale stavo andando la mattina dell’incidente, almeno del “mio” incidente. Mi ha fatto vedere le foto del nostro matrimonio e piano piano abbiamo insieme ricostruito la mia vita, la nostra vita. Che per me è un pozzo di buio.

 

Io continuo a non avere ricordi. Ma nell’anno di lavoro “ricostruttivo” che ho fatto all’istituto Santa Lucia con le dottoresse Incoccia e Lucarelli, ho cercato di cucire la mia vita slabbrata. Mia moglie ha preparato delle cartelle, anno per anno, con le fotografie, i video, degli scritti per aiutarmi a datare i momenti fondamentali. Io scrivo tutto quel poco che mi torna alla mente.

 

E mi torna sempre nella forma di flash. Tanto nitidi quanto rari. Ne avrò annotati una cinquantina, non di più.

francesco totti silvio berlusconi

 

Ma arrivano così, e io fatico a collocarli nella time line della mia vita.

 

Il primo fu un suono. Il suono di una canzoncina che io “vedevo” mentre la cantavo.

La eseguivo insieme a una signora della quale riconoscevo distintamente i vestiti, i colori della gonna e della camicetta.

 

L’ho accennata a mia moglie e lei dopo un po’ si è ricordata che eravamo in un villaggio turistico, a Mascali, in Sicilia.

 

Mi ha mostrato le foto di quella vacanza. La nostra amica aveva proprio quel vestito.

 

cucchiaio totti italia olanda euro2000 3

Poi io, che sono tifoso della Roma, mi sono ricordato vagamente di un rigore in una finale di Coppa dei giallorossi. L’ho descritto a Simone, che era davvero mio figlio, e lui invece ha riconosciuto il “cucchiaio” di Totti in Italia Olanda. Me lo ha mostrato ed era proprio quello.

 

Ma io non sapevo chi fosse Totti, né come fossero andati quegli europei. Come non sapevo che la mia Roma avesse vinto due scudetti, per i quali devo avere molto gioito, né che l’Italia si fosse aggiudicata due campionati del mondo. Li ho rivisti, quelli del 1982, esultando come fossero in diretta. Quei giocatori li conoscevo tutti, salvo Bergomi. Ma non sapevo chi fossero Maradona, Messi, Ronaldo, Del Piero...

 

Ma i flash più intensi li ho conosciuti con due nitidi ricordi del parto dei miei due figli, Simone e Marco. Ogni particolare mi è tornato alla mente, li ho rivisti vivendoli, non semplicemente ricordandoli.

cucchiaio totti italia olanda euro2000 2

 

La mia memoria è come un juke box, uno di quelli delle estati degli anni Settanta.

Metti le cento lire, i dischi girano, girano, finché si fermano e uno solo scende sul piatto per essere ascoltato.

 

Quando, uscito dall’ospedale, sono salito in auto mi mancavano le parole. Era alta, grande e piena di cose tecnologiche. Mi hanno spiegato che non vivevo più a Monte Mario, come ricordavo io, ma a Ladispoli. Posto che conoscevo perché lì avevo fatto il bagnino, per arrotondare.

 

Mio padre era cieco di guerra, mia madre si doveva occupare di undici figli. Così facevo due lavori, dopo la terza media.

 

(…)

Non so nulla di Tangentopoli, di Falcone e Borsellino, di Ustica, di Berlusconi, dei Papi eletti, dimessi, morti, dei presidenti della Repubblica, di Gorbacev, di John Lennon, della caduta del Muro. È come se non li avessi vissuti, come se non ci fossi stato. Ho un flash sulla strage di Bologna.

LUCIANO D’ADAMO

 

Mi sono rivisto durante una camminata sul Vesuvio e ricordavo solo un orologio con le lancette ferme. Le dottoresse me lo hanno fatto vedere, così ho saputo. E ho pianto per quelle vite spezzate. Le Torri Gemelle, quando c’ero io, le avevano appena costruite... Che orrore.

 

Ma sto ricostruendo ogni cosa. Sono molto curioso. Vado su Google e vedo, capisco.

Pensa se, come era un tempo, ci fossero state solo le enciclopedie. Io sarei ancora più vuoto.

 

Il portiere della scuola dove lavoro oggi mi ha insegnato a usare la rete e il cellulare e mi piacciono.

 

Non sono felice. Non posso esserlo. Ho scoperto che mia madre è morta e non ho neanche il ricordo di quando sono andato ai suoi funerali. Uno dei miei fratelli, siamo rimasti in quattro, non l’ho nemmeno riconosciuto.

 

Combatto, ho un buon carattere. Ma ho vissuto solo un terzo della mia vita. Trentanove anni sono nel buio.

LUCIANO D’ADAMO

 

Ho imparato che solo la memoria è la vita vissuta.

Il resto vola nel vento».

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...