orban

IN UN MONDO DI CIECHI, ORBAN E' IL RE - IL PREMIER UNGHERESE ATTACCA I ROM: "PERCHÉ SPENDERE PER CHI NON LAVORA? I DISCRIMINATI SONO I BAMBINI UNGHERESI" - IL SUO GOVERNO DECISO A BLOCCARE LE SENTENZE DELLA MAGISTRATURA UNGHERESE CHE IMPONGONO ALL’ESECUTIVO DI VERSARE RISARCIMENTI A BIMBI ROM VITTIME DI DISCRIMINAZIONI GRAVI E DI SEGREGAZIONE A SCUOLA. I ROM IN UNGHERIA SONO DA SECOLI ABITANTI STANZIALI, E NON NOMADI...

Andrea Tarquini per repubblica.it

 

orban

Il premier ungherese Viktor Orbán ha trovato un nuovo nemico necessario, o meglio nemico immaginario della Nazione europea cristiana che dice di voler difendere. Questa volta non si tratta di migranti, né dell'Unione europea, né di Soros. No: l'uomo forte magiaro, massimo stratega dei sorvanisti europei, ha i Rom e soprattutto i bimbi rom nel mirino.

 

Egli in persona e il suo governo, come ha scritto Politico sono decisi a bloccare le sentenze della magistratura ungherese che impongono all'esecutivo di versare risarcimenti a bimbi rom vittime di discriminazioni gravi e di segregazione a scuola. Segregazione, come in Sudafrica ai tempi dell'apartheid quando Nelson Mandela era rinchiuso nel famigerato carcere di Robben Island.

 

Il fatto iniziale

La pietra dello scandalo è quanto accade nel povero villaggio di Gyöngyöspata. Le autorità locali hanno chiesto e ottenuto finanziamenti pubblici per la scuola, poi hanno deciso su ordine da Budapest di istituire classi separate e malissimo organizzate per i bimbi rom.

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

 

Le famiglie rom del posto hanno sporto denuncia alle autorità giudiziarie, e i giudici in uno tra i loro difficili tentativi di difendere l'indipendenza della magistratura hanno dato loro ragione: occorre che il governo paghi un risarcimento danni e modifichi la situazione a vantaggio dei bimbi rom, a Gyöngyöspata e altrove. Per consentire loro di imparare lingua cultura matematica e tutto a scuola come gli altri bimbi ungheresi e sperare in un futuro di lavoro, non di emarginazione.

 

La dichiarazione di Orbán

Orbán non ne vuol sapere, e lo ha detto in pubblico. "Mi chiedo perché dobbiamo spendere soldi per chi non lavora; i veri discriminati sarebbero i bambini ungheresi, non i rom, se io cambiassi la situazione". E ancora: "Se io fossi un cittadino ungherese di Gyöngyöspata mi chiederei perché si devono spendere soldi pubblici per gente che poi non va a lavorare".

 

Ed è imminente in tutta l'Ungheria - per volere di Orbán che si sente minacciato nel suo potere decennale dalla crescita delle opposizioni vittoriose alle recenti municipali a Budapest e in una decina di altre importanti città - tenere una "consultazione nazionale", cioè un referendum le cui domande sono formulate in tal modo dal regime sovranista che una sua vittoria sarebbe scontata in caso di sufficiente partecipazione al voto.

VIKTOR ORBAN

 

La "consultazione nazionale"

La "consultazione nazionale", nell'approssimarsi del decennale del ritorno di Orbán al potere (aprile 2010) chiederà ai cittadini se ritengono giusto spendere soldi pubblici per i rom che non lavorano e non si integrano e anche per i detenuti (di carceri sovraffollate, I) "aiutati dai loro avvocati comunisti"

 

La reazione della comunità Rom

Le organizzazioni della comunità Rom reagiscono, con pacifiche proteste nella capitale Budapest e in altre città. I Rom in Ungheria sono da secoli abitanti stanziali, e non nomadi. L'ottanta per cento di loro vive sotto la soglia di povertà definita dalle autorità nazionali, discriminata o emarginata da istruzione e mercato del lavoro, spesso in villaggi cui non vengono fornite acqua potabile ed elettricità.

 

La denuncia delle Ong

MATTEO SALVINI VIKTOR ORBAN

È la prima volta, denunciano opposizioni e Ong per i diritti umani, che il premier ungherese sceglie come bersaglio un "nemico interno". Una minoranza appunto, non già la Ue, le ondate migratore o gli immaginari complotti del filantropo George Soros. In tal modo il premier e il suo partito-Stato, la Fidesz sospesa dal Partito popolare europeo, copiano gli slogan lanciati dieci-undici anni fa dall'ultradestra. Come quando attorno al 2009 ci furono marce di gruppi paramilitari in villaggi rom e furono uccisi per motivi razzisti nove rom tra cui un bimbo, Robert Csorba, i cui funerali furono un momento alto della protesta dell'etnía Rom in tutta l'Europa di mezzo.

 

L'appello all'Europa

vladimir putin viktor orban 4

I Rom ungheresi chiedono aiuto all'Europa contro il premier sovranista che attacca i bambini come nemici e pericolo per la patria. Orbán procede sulla sua strada, inasprendo anche la censura. Da pochi giorni i media pubblici hanno bisogno del permesso da chiedere ogni volta alle autorità censorie (quindi di fatto a esecutivo e servizi segreti) per parlare di Greta Thunberg o di qualsiasi Ong o del tema "Diritti umani". I bimbi rom magiari sono sotto il tallone di una politica razzista, da Bruxelles non è ancora venuta una chiara risposta né una denuncia.

 

rom ungheria

Emigrazione a messimi livelli

Nel frattempo l'emigrazione di giovani qualificati stanchi del clima politico dall'Ungheria tocca nuovi record nonostante il boom economico, la scuola ungheres è scesa per indice di qualità dal 37mo al 96mo posto nelle classifiche internazionali, e scuola e sanità affrontano una gravissima crisi di mancanza di fondi e strutture. Fine testo

rom ungheria

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”