antonio mancini accattone

 "IN UN MONDO DI SOPRAFFAZIONE, TRA VITTIMA E CARNEFICE HO PREFERITO ESSERE IL CARNEFICE" - ANTONIO MANCINI DETTO "ACCATTONE", EX MEMBRO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA, RACCONTA COME HA INIZIATO CON IL CRIMINE: "SONO CRESCIUTO A SAN BASILIO, LÌ NON C’ERA PROPRIO NIENTE. POI, PERÒ, SE MI AFFACCIAVO ALLA FINESTRA, VEDEVO DELLE PERSONE CHE GIRAVANO CON LA FERRARI, CHE NON SI ALZAVANO ALL’ALBA E FACEVANO QUELLO CHE VOLEVANO. HO PENSATO: VOGLIO FARE LA VITA DI MIO PADRE O QUELL’ALTRA?” - “IL PASSO DAL MOTORINO ALLE GIOIELLERIE È STATO BREVE. I SOLDI MI PIACEVANO, MA LA SVOLTA C’È STATA QUANDO…"

Gianluca Zanella per it.insideover.com

 

antonio mancini 8

Come si diventa criminali? È da questa domanda che siamo partiti nell’intervista che abbiamo fatto ad Antonio Mancini, ex appartenente di spicco della holding criminale nota come Banda della Magliana, dov’era noto con il soprannome di “Accattone”. Dopo un ennesimo arresto nel 1994, un anno dopo l’estradizione dal Venezuela di Maurizio Abbatino, altro boss della Banda, Mancini comincia a collaborare con la giustizia. Pagato il suo debito, oggi vive da uomo libero a Jesi, nelle Marche, dove – tra le altre cose – si dedica a un’intensa attività di divulgazione nelle scuole e collabora con la Caritas.

 

Ospite nella giornata del 5 novembre del corso di giornalismo d’inchiesta della Newsroom Academy di InsideOver, quando (alla presenza anche dell’ex magistrato Otello Lupacchini e dell’ex ispettore di polizia Attilio Alessandri) si parlerà dell’Operazione Colosseo (il blitz che assestò un durissimo colpo alla Banda della Magliana a seguito della collaborazione di Abbatino, ndr), Mancini ci ha rilasciato un’interessante intervista in cui, appunto, ci ha spiegato come si diventa criminali. “Premetto una cosa, prima di trasferirci a Roma, quando ancora vivevamo in provincia di Pescara, ero uno studente modello. Le mie pagelle delle elementari lo dimostrano”.

antonio mancini 9

 

E poi cos’è accaduto? Come sei diventato un criminale?

“Quando avevo 11 anni mio padre decise che la famiglia si sarebbe trasferita a Roma. Vivevamo in povertà e il trasferimento nella Capitale sembrava l’unica possibilità di riscatto. Peccato che, una volta arrivati a San Basilio, che ancora oggi è una delle periferie più complicate della città, la realtà che ci attendeva era molto diversa dalle aspettative”.

 

antonio mancini 6

Anche lì c’era povertà?

“No, lì non c’era proprio niente. E quando dico niente, intendo niente. È stato in quel contesto che ha iniziato a maturare il mio istinto criminale. Mio padre la mattina usciva all’alba per andarsi a spaccare la schiena e rientrava quando già era buio. Alla sera mangiavamo sempre una minestra fatta con il dado. Sembrava una strada senza uscita. Poi, però, se mi affacciavo alla finestra, vedevo delle persone che giravano con la Ferrari, che non si alzavano all’alba e facevano quello che volevano. Ho pensato: voglio fare la vita di mio padre o quell’altra? Ho fatto la mia scelta”.

 

antonio mancini 5

Quand’è stata la prima volta in cui hai sfidato la legge?

“Avevo 13 anni, insieme a un paio di amici abbiamo rubato una Vespa. La prima volante della polizia che ci ha incrociati ci ha fermati e portati dai nostri genitori. Da lì è stata un’escalation”.

 

Hai avuto un cattivo maestro che ti ha “insegnato” il mestiere?

“Più di uno. A San Basilio, la sera, negli spazi tra i palazzoni, mentre noi ragazzini scorrazzavamo, gli adulti accendevano dei grandi fuochi. Lì intorno si radunavano dei veri e propri ladroni, che di fronte alle fiamme raccontavano le loro imprese e spiegavano come rubare una macchina, come infilarsi in un appartamento, insomma, trasmettevano a noi nuove leve la loro esperienza”.

 

antonio mancini 7

Quando hai iniziato a fare sul serio?

“Il passo dal motorino alle gioiellerie è stato breve. I soldi mi piacevano, mi piaceva il brivido della rapina. Avevo una mia batteria (gruppo di criminali specializzato nelle rapine, ndr) con cui portavamo a termine i colpi. Ma la svolta c’è stata quando siamo stati notati da un pezzo da 90 nel settore delle rapine: Gianfranco Urbani, soprannominato “er pantera”. Lui apprezzava le mie capacità e in poco tempo entrai a far parte della sua batteria. Con lui facevamo le rapine ai furgoni portavalori, ai treni… insomma, roba forte”.

antonio mancini 4

 

Da rapinatore, sei diventato un criminale di spessore – e temuto – con l’ingresso nella Banda della Magliana. Quando avviene questa “promozione sul campo”?

“I futuri appartenenti alla Banda della Magliana li ho conosciuti tutti in carcere. La stessa Banda si può dire che è nata lì, in carcere”.

 

antonio mancini 12

Tornando alle ragioni che ti hanno spinto a intraprendere una carriera criminale, possiamo parlare di una volontà di riscatto indirizzata nel verso sbagliato?

“Indubbiamente si è trattata di volontà di riscatto. Ti racconto un aneddoto. Mio padre, un povero operario, un grande e onesto lavoratore, conosceva un senatore del Pci e, ogni tanto, nell’arco di molti anni, si recava con il cappello in mano nel suo ufficio, dove immancabilmente riceveva la promessa di ottenere, in un futuro prossimo, una casa popolare. Inutile dire che non l’ha mai vista. Io a volte lo accompagnavo, andavamo con la mia macchina, un Bmw, lui insisteva per farmi la benzina. Io gli dicevo “ma che ci andiamo a fare dal senatore, la casa te la posso comprare io”. Ma lui non voleva, lui credeva che un giorno quel senatore gliel’avrebbe data sul serio, la casa. Ecco, sin da bambino c’è una cosa che ho capito: il mondo è dei furbi, ma prima ancora dei forti. Io ho scelto di essere forte. In un mondo di sopraffazione, tra vittima e carnefice ho preferito essere il carnefice”.

antonio mancini 10

 

Oggi conduci una vita completamente diversa e a differenza di molti altri collaboratori non ti nascondi. Tanto per dirne una, sul citofono c’è il tuo nome e cognome. Cos’ha determinato questa inversione di rotta?

“Vedi, ho vissuto una vita estrema. C’era il sangue, c’era l’adrenalina, c’era la droga. Dopo un’ennesima scarcerazione, nel periodo in cui stava per nascere la mia seconda figlia, ho iniziato a vedere il mondo con occhi diversi. Ero stanco, ero nauseato. I miei amici, quelli che consideravo amici, gli altri della Banda, ancora parlavano di omicidi, di gente da ammazzare. Due di loro si erano scannati a vicenda, penso a Edoardo Toscano e a Enrico De Pedis… io ne avevo abbastanza, non volevo più vedere scorrere il sangue, volevo veder nascere e crescere mia figlia. Ecco, è stata lei a innescare la volontà di cambiare strada”.

 

antonio mancini 11

E da qui la scelta di collaborare

“Si, ma vedi, il fatto che oggi non mi nasconda, che sul citofono ci sia il mio nome, è perché io non sono scappato da niente e da nessuno, se non da me stesso. La scelta di collaborare non è stata mossa da astio o da rancore, ma solo dalla necessità di scappare, sopravvivere a me stesso”. 

antonio mancini 3 banda della magliana rapina cinecitta clan proiettiBANDA DELLA MAGLIANA BOSS SOPRAVVISSUTI

 

BANDA DELLA MAGLIANAaccattone antonio manciniantonio mancini 1antonio mancini 2antonio mancini 13

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO