Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
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L’Ufficio movimenti, la centrale operativa, l’agente di scorta, il capo squadra... Fra l’uno e l’altro ci sono documenti che mancano all’appello e decisioni prese senza autorizzazioni.Il perché della strage di Brandizzo è in una catena di errori sempre più evidenti o, come dice la procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione, […] nelle «gravi irregolarità emerse nelle fasi precedenti al disastro», cioè nelle «gravi violazioni della procedura di sicurezza». Un «evento che poteva essere evitato» se tutto fosse stato «eseguito nel modo corretto».
Sono andate storte tante cose, l’altra sera, nella piccola stazione del Canavese. Ma è attorno a una che tutto ruota: l’interruzione programmata oraria. È il nome tecnico per definire la sospensione dei treni in transito lungo una linea che prevede la presenza di operai al lavoro.
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Mercoledì sera sul binario 1 della Milano-Torino gli operai al lavoro erano sette: i cinque investiti e uccisi più il capocantiere Andrea Girardin Gibin e l’agente di scorta e tecnico manutentore Antonio Massa, cioè l’uomo che il committente dei lavori (in questo caso Rete ferroviaria italiana) è obbligata ad affiancare ai lavoratori che hanno in appalto il cantiere.
Non a caso i loro nomi sono stati i primi iscritti sul registro degli indagati. Perché tocca a loro dare il via libera agli operai per l’apertura del cantiere. Ma per farlo devono avere la certezza che sia stata autorizzata l’interruzione programmata oraria di cui si diceva prima: un documento che […] il dirigente della centrale operativa manda al responsabile dell’ufficio movimenti e che l’ufficio movimenti comunica con una telefonata all’agente di scorta.
[…] È stato emesso quel benedetto documento? La risposta è no. O almeno: gli inquirenti non ne hanno trovato traccia. E allora perché è stato dato il via libera agli operai che quella notte dovevano sostituire un tratto di rotaia? E poi il loro intervento era previsto fra mezzanotte e le due. E quindi altra domanda: perché hanno cominciato a lavorare anzitempo? Sì, perché la squadra è arrivata in stazione che erano più o meno le 23. Il tempo di prepararsi, di scaricare e preparare l’attrezzatura, e alle 23.40 (circa) è stato detto agli operai: potete andare.
Li ha autorizzati Antonio Massa. Ma per farlo avrebbe dovuto non soltanto avere l’ok telefonico da Chivasso […] ma anche compilare e firmare un modulo specifico per l’inizio dei lavori. Modulo che toccava compilare e firmare anche all’altro sopravvissuto, il caposquadra. In Procura però tutto ciò non risulta. Niente: non è stato né compilato né firmato alcun modulo da nessuno dei due.
treno uccide 5 operai a brandizzo 1
[…] Una delle ipotesi d’indagine è che l’altra sera, a Brandizzo, siano entrare in scena le «regole» non scritte delle consuetudini scorrette, a scapito della sicurezza. Per esempio aprire il cantiere perché tanto Chivasso prima o poi avrebbe dato il via libera che si aspettava.
[…] C’è una telefonata, agli atti, che potrebbe chiarire molto sul fronte delle responsabilità. È una chiamata registrata fra l’uomo scorta di Rfi Antonio Massa e il responsabile dell’Ufficio movimenti di Chivasso. È stato lo stesso Massa a rivelare agli inquirenti che fra lui e l’Ufficio movimenti c’era stato più di un contatto.
Non sappiamo che cosa si siano detti i due, se Massa sollecitava Chivasso per sapere dell’interruzione della linea o altro. Sappiamo però che nell’ultima telefonata si sente prima il rumore dei lavori, poi il frastuono del treno piombato sul binario 1 a cento all’ora e infine le urla disperate.
E, dicono in Procura, in quelle conversazioni non c’è l’autorizzazione di Chivasso e l’operatore ne ha sentito le conseguenza in diretta. All’incrocio della sorte nera dei cinque operai investiti c’è anche il fattore ritardo. Il treno che li ha travolti — un locomotore più 11 carrozze vuote — viaggiava infatti con 20-25 minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
Massa avrebbe dichiarato a verbale che lui sapeva, sì, del transito di quel treno ma, appunto, secondo i suoi calcoli era già passato mentre gli operai erano sui binari al lavoro. Ma lei lo ha visto passare?, gli hanno chiesto. La risposta è stata «no, non l’ho visto». Forse c’è proprio la convinzione del transito mai avvenuto alla base della decisione di mandare gli operai sulle rotaie.
[...] Alle 23.47 l’impatto. I macchinisti che frenano fuori tempo massimo, le vite perdute in un istante, le pietre della massicciata sparate come proiettili sulle auto parcheggiate oltre la recinzione... Quel treno non ha mai avuto un rosso davanti a cui fermarsi, e se il ritardo fosse stato più ampio sarebbe quasi certamente deragliato perché la squadra avrebbe fatto in tempo a fare quello che doveva, cioè rimuovere parte delle rotaie che poi dovevano essere sostituite. Non è deragliato, si è fermato 500 metri più in là. [...]
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