mauro moretti strage viareggio

OGGI LA SENTENZA DI APPELLO SUL DISASTRO DI VIAREGGIO DOVE, NEL 2009, UN TRENO CISTERNA DERAGLIÒ IN STAZIONE FECE 32 MORTI - IN PRIMO GRADO IL TRIBUNALE DI LUCCA HA CONDANNATO 23 PERSONE FISICHE, PER UN TOTALE DI 168 ANNI E 8 SOCIETÀ - TRA I MANAGER SUL BANCO DEGLI IMPUTATI ANCHE GLI AD, ALL'EPOCA DEI FATTI, DI FERROVIE DI STATO, RETE FERROVIARIA ITALIANA E TRENITALIA - MAURO MORETTI, EX AD DI FERROVIE, E’ STATO CONDANNATO A 7 ANNI PER L'ANALOGO RUOLO IN RFI…

Nino Materi per “il Giornale”

 

strage viareggio10

I ricordi non si cancellano mai. A Viareggio li riscrivono ogni giorno. Da dieci anni. Con l'obiettivo di dare giustizia alle 32 vittime della più grave tragedia ferroviaria italiana: quella che si consumò la notte del 29 giugno 2009, quando un treno cisterna deragliò in stazione annientando un intero quartiere a ridosso dello scalo.

 

strage viareggio9

«Fu peggio di una bomba al napalm - racconta al Giornale, Marco Piagentini, che nell' esplosione perse la moglie e due figli -. Ma non fu una fatalità, il processo di primo grado ha già accertato le responsabilità dei vertici Fs e dei responsabili di altre aziende, oggi attendiamo fiduciosi l' esito del processo-bis».

 

Marco è un uomo straordinario, sul corpo porta anche lui le tracce indelebili (ha subìto 60 operazioni) del fuoco che ha bruciato la sua famiglia: «È come se io e mia moglie ci fossimo divisi i compiti. Lei è volata in cielo con due dei nostri tre bambini e da lassù si occupa di loro; io sono rimasto su questa terra e mi prendo cura del nostro terzo figlio: è un filo d' amore invisibile, il nostro, che ci terrà uniti per sempre».

 

strage viareggio2

Marco da anni è impegnato nel «Mondo che vorrei», l' associazione che riunisce i familiari delle vittime del 29 giugno: «Sono entrato a far parte di questa onlus quando già da tempo un gruppo di amici l' aveva fondata con l' obiettivo di ottenere giustizia, verità e sicurezza. Non solo per i morti dei Viareggio, ma per prevenire potenziali incidenti».

 

Perché parla di «potenziali incidenti»? «Perché - denuncia Piagentini - il dramma di Viareggio sembra non aver insegnato nulla a nessuno, tanto che la situazione sicurezza del trasporto ferroviario - soprattutto i convogli con carichi pericolosi come quello che devastò la nostra città - non è mai stata affrontata con efficacia; col risultato che, ancora oggi, i rischi sono altissimi».

 

strage viareggio13

In attesa di norme più rigorose e leggi più severe il 29 giugno di ogni mese familiari delle vittime si ritrovano davanti alla «Casina dei ricordi», una specie di «museo della memoria» di cui Viareggio dovrebbe andare fiera, perché in questa piccola stanza è raccolto tutto il meglio della solidarietà umana: disegni, frasi, poesie, oggetti che mettono in comunicazione chi è rimasto con chi non c' è più.

 

Un dialogo fatto di silenzi eppure ben udibili da chi arriva qui col cuore aperto alla speranza. Anche qui, a tenere in piedi questo avamposto di civiltà, sono le «Tartarughe Lente», un gruppo di volontari riuniti nel nome di due motociclisti («Pulce» e «Scarburato») che in quel maledetto 29 giugno persero la vita.

A prendersi cura della «casina» è Giuliano Bandoni che fin dal 12 luglio 2009 fu tra i protagonisti di un' avventura fatta di tante gioie e qualche amarezza.

 

strage viareggio3

Giuliano, dopo tanti anni, ancora si commuove: «Attaccati ai muri ci sono decine di disegni fatti dai bambini, alcuni ripercorrono l' orrore di quella notte, ma la maggior parte guardano con fiducia al futuro. Qui fuori c'è una campana che ogni 29 giugno batte 32 rintocchi, uno per ogni vittima di quella strage assurda per la quale non ha ancora pagato nessuno. A regalacela fu il padre di un ragazzo scampato, miracolosamente, all' esplosione». Un disastro che esige verità. E la Corte d' appello di Firenze, chiamata oggi a emettere la sentenza, lo sa bene. Viareggio ha aspettato fin troppo.

 

2 - VIAREGGIO, LA VERITÀ SULLA STRAGE L' ORA DELLA SENTENZA DI APPELLO

Donatella Francesconi per “il Tirreno”

 

MAURO MORETTI

Una ferita, quella provocata dal disastro ferroviario del 29 giugno 2009, 32 morti ed oltre 100 feriti, «che per Viareggio non si è ancora rimarginata». Così ricorda Marco Piagentini, presidente dell' associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, alla vigilia dell' attesa sentenza di secondo grado.

 

Appuntamento oggi a Firenze, aula 32 del Palazzo di giustizia, di fronte ai giudici della terza sezione della Corte d' appello: presidente Laura Masi con i colleghi Anna Favi e Giovanni Perini. In aula per l' accusa - la Procura generale di Firenze - i pm Luciana Piras e Salvatore Giannino.

 

In primo grado il Tribunale di Lucca ha condannato 23 persone fisiche, per un totale di 168 anni (contro i 260 richiesti dalla Procura di Lucca), ed 8 società. Tra i manager sul banco degli imputati anche gli amministratori delegati, all' epoca dei fatti, di Ferrovie di Stato, Rete ferroviaria italiana e Trenitalia. Per tutti gli imputati - tranne per Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie condannato a 7 anni per l' analogo ruolo in Rfi - le eventuali pene dell' appello saranno decurtate di 6 mesi.

 

MAURO MORETTI

È infatti sopravvenuta la prescrizione per i reati di incendio colposo e lesioni personali colpose. Prescrizione alla quale Moretti ha rinunciato per i soli reati per cui è scattata. Restano in piedi per tutti le accuse di omicidio colposo plurimo, lesioni gravi e gravissime, disastro ferroviario. «Come se non fosse successo niente. Come se i nostri cari non fossero morti bruciati. Come se sulla pelle i feriti non portassero alcun segno», ripetono a più riprese - nel commentare la prescrizione - i familiari delle vittime. Le cui vite sono state strappate via a causa del deragliamento del convoglio composto da 14 cisterne cariche di Gpl. Se fossero scoppiate quelle rimaste in piedi in mezzo all' incendio provocato dal gas fuoriuscito dalla cisterna che si è squarciata, Viareggio non esisterebbe più.

strage viareggio1strage viareggio12strage viareggiostrage viareggio1strage viareggio11

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...