paolo salvaggio

E ORA ALLE PORTE DI MILANO SI TEME UNA GUERRA TRA CLAN! A BUCCINASCO UCCISO PAOLO SALVAGGIO, IL BROKER DELLA DROGA MILANESE – IL 60ENNE E' STATO PEDINATO DAI KILLER E POI COLPITO ALLA TESTA, AL VOLTO E ALLA SPALLA MENTRE ERA IN BICI -SALVAGGIO SI RIFORNIVA DAI MONTENEGRINI (A LORO VOLTA VICINI AI NARCOS COLOMBIANI) E TENEVA CONTATTI CON I BOSS DELLA ‘NDRANGHETA E DELLA SACRA CORONA UNITA – IL SINDACO: “LA PROPORZIONE DI LOCALI SEQUESTRATI ALLE MAFIE QUI È PIÙ ALTA CHE A REGGIO CALABRIA”

Cesare Giuzzi per corriere.it

 

PAOLO SALVAGGIO UCCISO

Un’esecuzione. Un agguato pianificato. Un lavoro da professionisti. Tre spari, l’ultimo alla testa, quando già era a terra. Paolo Salvaggio, 60 anni, già coinvolto in diverse operazioni antidroga, importante broker del narcotraffico milanese, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco sparati in via della Costituzione a Buccinasco, comune a pochi chilometri da Milano e storico territorio dei clan di ‘ndrangheta.

 

Salvaggio — che era agli arresti domiciliari per droga a casa dell’ex moglie e aveva un permesso per uscire due ore alla mattina, dalle 10 alle 12 — era in bicicletta quando è stato raggiunto dai proiettili sparati dai killer (due, secondo le prime informazioni) su un T Max nero. I primi due colpi sarebbero stati esplosi dallo scooter in corsa a distanza ravvicinata. Il terzo sarebbe stato sparato a bruciapelo, con la vittima già riversa sul marciapiede.

PAOLO SALVAGGIO UCCISO

 

La bicicletta, il bar e gli spari vicino al parco in centro

Secondo gli investigatori i killer conoscevano bene le abitudini di Salvaggio, che era autorizzato ad uscire tra le dieci e mezzogiorno e solitamente, dalla sua abitazione in via Lamarmora a Buccinasco, si recava al bar della piazzetta, nel centro del paese, dove trascorreva la mattina fino al rientro.

 

L’agguato è avvenuto a circa 250 metri dal locale, in una strada molto frequentata, accanto ad uno dei principali parchi della cittadina. Gli aggressori lo avrebbero seguito sullo scooter per poi sparargli una volta arrivati all’altezza del semaforo tra via della Costituzione e via Morandi. Senza lasciargli scampo. Sul posto il pm di turno Carlo Scalas. La moglie e il figlio della vittima sono stati ascoltati dagli investigatori.

 

 

Le telecamere di videosorveglianza

PAOLO SALVAGGIO 2

Il sindaco Rino Pruiti ha messo a disposizione delle forze dell’ordine i filmati delle telecamere di sorveglianza nella zona: «Abbiamo diversi impianti “intelligenti” che già in altri casi sono stati risolutivi. Gli investigatori stanno visionando le immagini».

 

L’operazione Parco Sud

Salvaggio, soprannominato «Dum Dum», era stato coinvolto nel 2013 nell’operazione Parco Sud. Intermediario nei traffici di droga, si riforniva dai montenegrini (a loro volta vicini ai narcos colombiani) e teneva contatti con i boss della ‘ndrangheta e della Sacra corona unita. Da una parte la cosca Barbaro-Papalia di Platì, basata a Buccinasco, dall’altra il clan Magrini, pugliesi legati ai clan della malavita barese. (…)

 

PRUITI

Da corriere.it

 

rino pruiti sull'omicidio di paolo salvaggio

Il timore per una escalation di violenza. Nel feudo della ’ndrangheta. «Adesso bisogna capire perché dopo decenni qui si ricomincia a sparare. Evidentemente sono saltati gli equilibri fra le famiglie». Rino Pruiti è il sindaco dem di Buccinasco. Sindaco antimafia. In trincea. Prima linea contro le cosche. «La preoccupazione è altissima» dice, dopo l’assassinio per strada di Paolo Salvaggio, avvenuta nella mattinata dell’11 ottobre accanto al parco Spina Azzurra, «una delle zone più frequentate del paese».

 

Le infiltrazioni della ‘ndrangheta

«Sono decenni che pregiudicati e famiglie di mafia vivono qui. La proporzione di locali sequestrati alle mafie che abbiamo qui è più alta che a Reggio Calabria, uno ogni mille abitanti» aggiunge. Ma finora gli «affari» della criminalità organizzata erano rimasti sotto traccia: «L’ultimo morto ammazzato risale alla fine degli anni ‘80». Salvaggio era, spiega Pruiti, una sorta di «ponte fra la ’ndrangheta e altre famiglie di mafia». Da qui il timore che, saltati gli equilibri, inizi una sorta di nuova guerra di potere. «Il problema — aggiunge Pruiti —- c’era prima e c’è oggi. Abbiamo tutte le più importanti famiglie di `ndrangheta che vivonoqui. L’attenzione deve rimanere alta, noi lo diciamo da anni. Magistratura e forze dell’ordine si occupino in maniera decisa di questo territorio».

PAOLO SALVAGGIO UCCISO

 

Lo scontro con Papalia

Solo quattro mesi fa il sindaco Pruiti era stato vittima delle intimidazioni del boss Rocco Papalia. Perché a Buccinasco come a Corsico la ‘ndrangheta ha un solo nome: Barbaro-Papalia. Dove il primo è il casato di Platì (Reggio Calabria) tra i più nobili della ‘ndrangheta, e il secondo è la sua emanazione in terra lombarda: i figli di Giuseppe Papalia e Serafina Barbaro. Quattro anni fa, il boss Rocco Papalia, 71 anni, è stato scarcerato dopo 26 anni. Vive in una villetta di via Nearco, a Buccinasco, per metà confiscata al genero. Al piano superiore c’è una comunità per migranti minori, sotto lui e la moglieA maggio 2017 la ritrovata libertà era stata festeggiata con una processione di amici, parenti e nipoti con lo champagne sotto braccio. Oggi «conduce la vita del nonno» e chiede di «voler essere lasciato in pace».

PAOLO SALVAGGIO UCCISO

 

La reazione del sindaco

A fine maggio Papalia era tornato a parlare nel programma «Mappe criminali» su Tv8. Se l’era presa con i giornalisti ma soprattutto con il sindaco Pruiti. Il primo cittadino aveva chiesto al boss di scusarsi con la cittadinanza per i reati commessi.«Cosa ha detto lui? Che io devo chiedere scusa alla cittadinanza. Io ho fatto più di lui perché ho costruito mezza Buccinasco con i mezzi miei di scavo e movimento terra. Lui sulu si ‘mbucca ‘a pila (si fotte i soldi, ndr). Se c’è qualcuno che se ne deve andare deve essere lui. La mafia a Buccinasco non è mai esistita». 

ROCCO PAPALIA

 

«Le parole di Papalia sono inaccettabili — aveva replicato il sindaco (che aveva scritto anche al prefetto) — Non possiamo pensare di poter continuare a vivere accanto a un personaggio simile. Non rinnega il suo passato, non chiede scusa per i reati per cui è stato condannato, addirittura rivendica di aver fatto per Buccinasco più delle istituzioni. È un nuovo attacco allo Stato e lo Stato deve reagire».

PAOLO SALVAGGIO UCCISOla casa del boss papalia confiscata negli anni novanta

 

casa del boss papalia a buccinascoil clan di buccinasco in discoteca nel 1975

 

 

 

rocco papalia

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?