prete di marsala olocausto

PEGGIO DI LUI, QUELLO CHE LO DIFENDONO - AL PRETE DI MARSALA CHE AVEVA PARAGONATO L'ABORTO ALL'OLOCAUSTO SONO ARRIVATE PURE LETTERE DI SOSTEGNO! - IL SUO DELIRIO: "CHE DIFFERENZA C’È TRA MENGELE CHE PONEVA UN CRITERIO PER DEFINIRE CHI UCCIDERE E UNA LEGGE CHE APPLICA UNA LINEA DEL TUTTO ARBITRARIA ALL’ETÀ GESTAZIONALE DI TRE MESI?" - CHI CORRE IN SUO SOCCORSO? LA TRUPPAGLIA CATTO-OLTRANZISTA DEL "POPOLO DELLA FAMIGLIA"

 

Da www.tp24.it

 

il prete di marsala

Ha suscitato tante reazioni il video di padre Bruno, parroco del santuario di Birgi, a Marsala, in cui paragona i metodi dei lager con l'aborto. Molte reazioni di condanna, ma anche chi è a sostegno o giustifica le espressioni del prete in un'ottica anti-aborto. Ecco alcuni commenti arrivati in redazione.

 

Popolo della Famiglia

"Il Popolo della Famiglia pone al centro del suo impegno politico e della sua piattaforma programmatica la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e ritiene importante intervenire nel dibattito sorto a seguito della pubblicazione di un video da parte di padre Bruno De Cristofaro in occasione della Giornata della Memoria perché il diritto alla vita è alla base di tutti i diritti umani". Questo ha dichiarato Elena Di Pietra, responsabile del Popolo della Famiglia in provincia di Trapani.

 

PRETE MARSALA

"Ogni essere umano – ha continuato Di Pietra - è tale dal momento del concepimento e l’aborto non può essere considerato un diritto né una semplice scelta o un atto di libertà perché coinvolge la vita di un altro essere umano, oltretutto piccolo e indifeso".

 

"La difesa della vita – ha poi concluso - non è una questione puramente religiosa e anche il dott. Giorgio Pardi, che fu direttore del Dipartimento universitario di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Paolo e poi direttore all’Istituto L. Mangiagalli, un giorno disse: 'io sono ateo, ma per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede, basta osservare. Quello è un bambino'".

 

Iustitia in Veritate

un frame del video del prete di marsala

L’Associazione Iustitia in Veritate difende ed esprime piena solidarietà per il vergognoso attacco mediatico scatenato contro padre Bruno de Cristofaro, religioso nella diocesi di Mazara.

 

In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio scorso, il sacerdote ha pubblicato un breve video dove ha ricordato, insieme al genocidio degli Ebrei, gli olocausti che quotidianamente vengono commessi a danno della vita innocente con l’aborto volontario.

 

prete di marsala olocausto

Un esempio che mai fino ad oggi nessuno ha osato contestare e, tra l’altro, riferibile anche alle analoghe parole di Papa Francesco, che ha paragonato le leggi sull’aborto all’ingaggio di un sicario “per risolvere i problemi”.

 

Padre Bruno ha affermato semplicemente che “Ricordare è segno di civiltà per evitare di compiere gli stessi errori. Ricordare è importante per capire come sia stato possibile compiere simili atrocità”.

 

Per aiutare a comprendere le radici del male che ha scientemente condotto allo sterminio di tante vite innocenti, ha citato un breve episodio accaduto ad Auschwitz: un giorno, il dottor Mengele, l’angelo della morte, tracciò una linea su un muro alta circa un metro e mezzo; chi la superava in altezza, tra i bambini e i ragazzi, poteva vivere, tutti gli altri erano destinati alle camere a gas.

 

feto di plastica

Che differenza c’è tra un uomo che poneva un criterio arbitrario per definire chi dovesse vivere e chi no – ha aggiunto padre Bruno – e una legge che applica una linea del tutto arbitraria all’età gestazionale di tre mesi?

 

Su queste parole si è scatenato l’assalto dei media anche a livello nazionale, chiedendo la testa di don Bruno o addirittura l’intervento delle autorità ecclesiastiche che, ad oggi, salvo poche eccezioni, sono rimaste in silenzio.

 

feti di plastica

Eppure in Italia oggi quella linea tracciata col gessetto è la legge 194/78: a differenza di ogni altra, intoccabile. Chi osa minimamente metterla in discussione è condannato alla morte civile, fosse pure un sacerdote nell’esercizio delle sue funzioni pastorali, che impongono di servire la Verità senza infingimenti, seguendo gli stessi insegnamenti della Chiesa.

 

Ricordiamo infatti che la condanna dell’aborto nel Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica – dalla Sacra Scrittura al Codice di Diritto Canonico – è inequivocabile, ferma e durissima.

 

aborto

Già san Giovanni Paolo II paragonava l’ideologia dell’aborto ai totalitarismi di stampo nazista e comunista. Che furono i primi a legalizzarlo, come riferisce un articolo sulla Nuova Bussola Quotidiana.

 

Nessuno degli accusatori di don Bruno è stato in grado di comprendere il profondo significato delle sue parole nel ricercare la comune radice del male per – se non estirparla – almeno renderla evidente alla coscienza di ciascuno. Anzi volutamente le sue parole sono state dipinte come divisive, come se l’unico giudizio ammissibile sia lecito solo allineandosi ad una menzogna. Il tutto a riprova della pericolosa deriva liberticida verso cui stiamo andando.

 

mengele

Dietro ogni atto umano che si arroga il diritto di stabilire arbitrariamente quale essere umano meriti di vivere o di morire c’è alla radice la stessa ideologia di morte, la stessa prometeica superbia di sostituirsi al Creatore nel decidere i destini eterni delle sue creature, soprattutto quelle più fragili e innocenti.

 

Una civiltà degna di questo nome non imbavaglia un sacerdote, che richiama alla coscienza i pericoli e gli inganni di un mondo moralista, ma privo di morale, di un pensiero unico che avalla questo illusorio dominio dell’uomo su tutto e tutti, condannando nel contempo chi vi si oppone alla censura, al dileggio e alla calunnia.

 

Iustitia in Veritate, pronta a difendere padre Bruno, auspica che anche le autorità ecclesiastiche ne impediscano il linciaggio affermando la stessa verità e libertà di giudizio che è stata pronunciata con dignità e coraggio dal sacerdote di Marsala.

 

Giuseppe Sorrentino

JOSEF MENGELE

Scrivo in merito all’articolo dal titolo “Due parole semplici a Padre Bruno sull'aborto” a firma Massimo Jevolella. L’articolo inizia stigmatizzando come “clamorosa invettiva” l’affermazione di Don Bruno senza, tuttavia, considerare che lo stesso si è evidentemente rifatto all’insegnamento della Bibbia e della Chiesa sull’aborto e a due papi che hanno sostanzialmente fatto lo stesso paragone: Giovanni Paolo II nel libro “Memoria ed Identità” e Papa Francesco all’Udienza alla delegazione del Forum delle Associazioni Familiari del 16.06.2018. Spiace constatare che i toni usati nell’articolo siano stati poco rispettosi nei confronti del padre in questione (il quale in buona sostanza viene accusato di non saper fare il pastore) e non mi sembra che questo contribuisca a mantenere un dialogo rispettoso delle diverse opinioni e dei ruoli sociali.

 

treno olocausto 1

Detto questo, volevo soffermarmi su alcune affermazioni che l’autore dell’articolo da per certe e che invece sembra che non lo siano: Viene, infatti, affermato che “la legge 194 ha posto rimedio in Italia alle tragedie che un tempo si verificavano in seguito agli interventi delle famigerate “mammane””, tuttavia credo sia utile ricordare le parole riferite proprio su questo argomento di Norberto Bobbio, professore universitario, non credente e considerato il “papa laico”, pronunciate in un intervista rilasciata alla vigilia del referendum sull’aborto del 1981 “Il fatto che l’aborto sia diffuso, è un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi stupisce che venga addotto con tanta frequenza.

 

treno olocausto 2

Gli uomini sono come sono: ma la morale e il diritto esistono per questo. Il furto d’auto, ad esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto?”. A questo andrebbe aggiunta una riflessione comparativa tra i dati di mortalità materna nei stati dove l’aborto è legale con quelli più bassi (come l’Irlanda e Cile) ove l’aborto non era legalizzato, ma credo che qui si rischia di annoiare i lettori. (per chi desidera, leggasi ad esempio lo studio pubblicato dalla rivista scientifica PLoS One ).

 

L’autore afferma poi che “Il secondo dato è che, di fatto, negli anni successivi all'entrata in vigore della 194 il numero degli aborti in Italia non è aumentato rispetto ai tempi precedenti”. Questa affermazione non corrisponde ai dati ufficiali in quanto dal 1979 al 1982 il numero di aborti è costantemente cresciuto sino a raggiungere il numero massimo di 234.593 nel 1982 (dati Istat) per poi iniziare a scendere gradualmente.

 

giorno memoria massa

Va ricordato, inoltre, che gli aborti clandestini prima della legge 194 erano stimati per il periodo 1970 e il 1975 in non più di 100.000 l’anno, come affermato nello studio a cura del professor Bernardo Colombo, demografo dell’Università di Padova, scritto con l’ausilio di altri due professori della medesima università, entrambi docenti di Statistica.

 

Lo studio è intitolato “La diffusione degli aborti illegali in Italia” (1977). Quindi, per attendere che la quota di aborti ufficiali scenda sotto i 100.000 (da paragonare ai 100.000 aborti clandestini pre-194) bisognerebbe attendere addirittura il 2014 (96.578 dati Istat) senza considerare che nel frattempo è profondamente mutata la situazione demografica italiana, sono stati introdotti in commercio l’uso di farmaci potenzialmente abortivi e che gli aborti clandestini sono comunque sopravvissuti alla legge 194/78. Nella speranza di aver contribuito a definire meglio i termini della questione.

 

auschwitz birkenau

Piera Di Girolamo

Sono una semplice donna madre di due figli, non ho mai scritto ad un giornale e non so se mi sarà dato un piccolissimo spazio per esprimere ciò che desidero comunicare, ma spero di sì visto che nel nostro paese vige la libertà di pensiero e di parola. Ho però come l'impressione che se sulla carta è così, poi nella realtà le cose vadano diversamente.

 

morti nel ghetto polacco

Mi chiedo perché appena si parla di difesa della vita si scatena il finimondo. Perché questa grande avversione verso chi crede nella inviolabilità della vita? Si può anche rigettare la Verità, ma la Verità non cambia ugualmente. Possiamo dire di una cosa bianca che è nera, ma sempre bianca rimarrà. Ma ci sarà sempre chi a tutti i costi insisterà a dire fino allo sfinimento che è nera. Ci sarà un tempo in cui dovrà inevitabilmente abdicare al suo pensiero. Ho due figli, ho sentito battere i loro cuori nel mio grembo e quel battito era vita ed era una vita da difendere, proteggere, fare crescere e dare alla luce. E così è stato.

 

Perché non lasciarmi gridare questa Verità senza che ci siano polemiche e perché non darmi voce per difendere ciò in cui credo che non viene solo dal mio essere cristiana cattolica, ma da ciò che è scientificamente provato?! Sono a difesa della vita sempre e comunque e se questo è un paese libero non mettetemi il bavaglio, lo griderei ugualmente pur sotto ad esso.

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...