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"IN ALCUNI ZONE NON PIOVE DA 110 GIORNI CONSECUTIVI, IN DIVERSI PAESI SONO IN AZIONE LE AUTOBOTTI PER L'APPROVVIGIONAMENTO" - IMPOSTO IL RAZIONAMENTO DELL'ACQUA A 100 COMUNI PIEMONTESI E 25 LOMBARDI A CAUSA DELLA SICCITÀ RECORD CHE HA COLPITO IL NORD TALIA - DAL PRIMO DICEMBRE A OGGI IN PIEMONTE È CADUTA UN QUARTO DELLA PIOGGIA ATTESA (IL SEMESTRE PIÙ SICCITOSO DAL 1817) E LE TEMPERATURE ELEVATE STANNO PROSCIUGANDO I CORSI D'ACQUA - MANCA ANCHE L'ACQUA PER RAFFREDDARE GLI IMPIANTI CHE PRODUCONO ENERGIA E PER L'IRRIGAZIONE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE…

 

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Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

Eccolo: il futuro è adesso. Acqua razionata in 125 Comuni della Valle del Po. Acqua a ore alterne. Acqua contesa. Perché manca l'acqua e potrebbe non bastare per l'estate. «In alcuni zone non piove da 110 giorni consecutivi, non è caduta neppure una goccia in tutto questo tempo. In diversi paesi già sono in azione le autobotti per l'approvvigionamento» dice Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del Po. E quindi: bisogna andare a prendere l'acqua da bere con le taniche e con le bottiglie, in quei comuni. Come dopo i terremoti. Come dopo le sciagure.

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Il Grande Fiume sta patendo la peggiore secca degli ultimi settant' anni. È tutto collegato: pochissima neve sulle montagne d'inverno, niente rifornimento agli affluenti durante il disgelo, falde prosciugate, agricoltura a rischio, acquedotti in crisi. Soffre la natura, soffrono le bestie. Adesso tocca agli esseri umani, alle donne, agli uomini e ai bambini della Valle del Po: dei 125 comuni colpiti dal provvedimento, 100 sono piemontesi e 25 lombardi. Ma l'arsura si sta allargando a tutto il Nord Italia, verso est: nel ferrarese è stato chiesto di usare meno acqua possibile. Solo un invito, per il momento. Ma tutti sanno che questa del 2022 rischia di essere un'estate senza precedenti.

 

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Manca l'acqua. È un fatto algebrico. Concreto. Sta mancando adesso. Il primo ad accorgersene era stato il comune di Palazzo Canavese, 850 abitanti vicini al Lago di Viverone. La decisione fu presa all'inizio di maggio: chiudere i rubinetti dalle 23 alle 6 di mattina. E cioè: niente doccia, niente caffè, niente irrigazione degli orti, niente acqua per cuocere un piatto di spaghetti. «Abbiamo iniziato molto presto a razionare l'acqua e siamo stati anche criticati per questa scelta», spiega la vice sindaca Amanda Prelle.

 

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«Ma la nostra acqua è sorgiva. Arriva per caduta della serra morenica. Per colpa di questa fortissima siccità che va avanti dall'autunno, le falde si sono quasi prosciugate. Quindi per garantire un servizio efficiente durante il giorno, abbiamo dovuto chiudere durante la notte. Qualcuno è venuto a protestare, non sempre in modo costruttivo. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà. L'acqua è un bene primario. Le nostre scelte sono importantissime. In un momento come questo dobbiamo accettare un prato ingiallito e fare a meno di riempire le piscine».

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Torino è il centro esatto del disastro in corso: giornate con 35 gradi e vento caldo stanno asciugando le ultime gocce d'acqua rimaste nel suolo. Dal primo dicembre a oggi è caduta un quarto della pioggia attesa. È stato il semestre più siccitoso dal 1817. Ognuno può vederlo da sé, e mentre lo guarda l'arsura si è già estesa.

 

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Il livello del Lago Maggiore è 20 centimetri sotto lo zero idrometrico, record assoluto. Nel 2022 in Lombardia si è registrata una riduzione delle precipitazioni del 59%, con conseguente contrazione delle produzioni idroelettriche del 32%. Manca l'acqua anche per raffreddare gli impianti che producono energia, il che li rende inutilizzabili. Nelle campagne della Toscana soffrono le coltivazioni di girasole, mais e grano.

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La frutta si stacca prematuramente dalle piante. «Manca l'acqua per l'irrigazione» dice il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi. È una catena di conseguenze. Le Alpi senza il bianco della neve: le montagne brulle. L'università di Basilea ha appena documentato la lenta e inesorabile estinzione dei ghiacciai su tutto l'arco alpino. Su quello della Marmolada le anomalie di accumulo sono pari al 50%. La neve caduta sul Gran Paradiso non era mai stata così poca da quando sono incominciate le misurazioni.

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E per chi pensasse che questo Nord italiano possa essere un futuro circoscritto, ecco le cronache di questi giorni dalla California, dal Nevada e dall'Arizona negli Stati Uniti: record di 49 gradi nella Death Valley, a Las Vegas 42 gradi, stress elettrico, problemi con i condizionatori, limiti e regole sul consumo, incendi su larga scala, malori e morti, inviti a stare in casa rivolti alla popolazione. Vietato uscire per il troppo caldo.

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