"PER ALESSIA PIFFERI DIANA ERA UN PESO" - DALLE CHAT DELLA DONNA CHE HA ABBANDONATO LA FIGLIA DI 18 MESI PER UNA SETTIMANA, FACENDOLA MORIRE DI STENTI, EMERGE LA SUA "INSTABILITÀ AFFETTIVA, MANIFESTATA IN UNA FORMA DI DIPENDENZA PSICOLOGICA DAL COMPAGNO" - PIFFERI PASSAVA I WEEKEND DALL'UOMO PER "SENTIRSI LIBERA, SOLLEVATA DAL PESO DI ESSERE UNA RAGAZZA MADRE" - SI ATTENDONO I RISULTATI DEGLI ESAMI PER CHIARIRE SE IL LATTE LASCIATO ALLA BAMBINA CONTENESSE DOSI DI TRANQUILLANTE, PER EVITARE CHE PIANGESSE...

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Pierpaolo Lio per www.corriere.it

 

alessia pifferi alessia pifferi

Per lei, Diana era un «peso». Alessia Pifferi, la madre della piccola di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbandonata per quasi una settimana nella casa di Ponte Lambro a Milano, preferiva stare senza di lei, «così respirava».

 

Lo aveva ammesso la stessa 37enne fin dai primi interrogatori successivi al tragico ritrovamento a fine luglio scorso del piccolo cadavere nel lettino al primo piano di via Parea, quando non nascondeva che la decisione di non portarsi dietro la figlia nei suoi weekend dal compagno a Leffe (Bergamo) nasceva anche dalla volontà di provare per qualche giorno la «sensazione di essere libera, finalmente sollevata per un po’ dal peso di essere una ragazza madre».

 

Ed è lo stesso quadro che emerge dalle chat custodite nel telefonino della donna, arrestata il 21 luglio scorso. Gli investigatori della Squadra mobile hanno depositato il lavoro di analisi delle chat estrapolate dal cellulare di Alessia Pifferi, da cui si troverebbe conferma del fatto che la piccola Diana venisse vissuta dalla madre come un «peso».

 

 La donna infatti soffrirebbe, per dirla con le parole del gip Fabrizio Filice, di una «evidente instabilità affettiva recentemente» manifestata «in una forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze», culminate nella morte della bambina.

 

la morte della piccola diana a ponte lambro la morte della piccola diana a ponte lambro

Intanto, sempre il gip milanese ha rigettato la richiesta di accesso in carcere del professor Pietro Pietrini, ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica all’università di Pisa: è uno dei due docenti incaricati dalla difesa della 37enne di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica su Alessia. Il magistrato non ha infatti ravvisato, allo stato delle indagini, motivi validi per consentire i colloqui (al di là di quelli con i legali) con persone esterne e medici ai fini di una consulenza tecnica sullo stato di salute mentale della donna.

 

alessia pifferi 3 alessia pifferi 3

Anche perché agli atti dell’inchiesta, coordinata dal pm Francesco De Tommasi, per ora non ci sarebbero elementi che fanno pensare ad eventuali patologie psicofisiche della donna. C’è poi ancora da aspettare i risultati dell’incidente probatorio, in programma il prossimo 28 settembre, per gli «accertamenti tecnici di natura biologica e chimico-forense» sul materiale sequestrato nell’appartamento di via Parea, tra cui in particolare il biberon trovato accanto al corpo senza vita della piccina.

la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 1 la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 1

 

Gli esami dovranno chiarire se il latte lasciato alla bambina contenesse dosi di tranquillante per evitare che Diana piangesse e richiamasse così l’attenzione dei vicini. Infine, da quanto si è saputo, anche la nonna e la zia di Diana hanno nominato un loro legale in vista della costituzione di parte civile contro Alessia Pifferi, che risponde di omicidio volontario aggravato.

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