jose garramon emanuela orlando

"LA BANDA DELLA MAGLIANA C'ENTRA ANCHE CON LA MORTE DI JOSÈ GARRAMON" - LE RIVELAZIONI DELL’EX ISPETTORE PASQUALE VIGLIONE SUL GIALLO DI EMANUELA ORLANDI: "PEPPE SCIMONE, UOMO DI DE PEDIS, CERCAVA RAGAZZI DI VITA E AVEVA UNA VILLA NELLA PINETA DI CASTEL PORZIANO. CONSEGNAI A CAPALDO UNA NOTA DI SETTE PAGINE..." - IL LEGAME CON LA MORTE DEL 12ENNE FIGLIO DI UN FUNZIONARIO DELLA FAO...

Fabrizio Peronaci per www.corriere.it

 

EMANUELA ORLANDI

«Quello sventurato bambino nella pineta non ci finì per caso. Un esponente della banda della Magliana cercava ragazzi di vita. Sull’argomento consegnai al dottor Capaldo una nota di sette pagine...».

 

GIANCARLO CAPALDO

Giallo di Emanuela Orlandi e misteri collegati: all’indomani delle dichiarazioni televisive dell’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo su una trattativa con il Vaticano per individuare il luogo della sepoltura della ragazzina scomparsa nel giugno 1983, parla anche un ex poliziotto della Squadra Mobile a conoscenza di alcuni passaggi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma nel 2008 e archiviata nel 2015.

 

GIANCARLO CAPALDO

È l’ex ispettore Pasquale Viglione, da tempo in pensione, a rispolverare dalla memoria un episodio che confermerebbe i legami tra il caso della «ragazza con la fascetta» e la morte di Josè Garramon, 12 anni, figlio di un funzionario uruguayano della Fao, travolto e ucciso nella pineta di Castel Porziano nel dicembre 1983 da quel Marco Accetti, fotografo romano oggi 66enne, poi indagato nel 2013 (dopo aver consegnato il flauto riconosciuto dalla famiglia) e successivamente prosciolto.

 

JosE Garramon 1

Il racconto dell’ex ispettore (all’epoca capo della Mobile era Vittorio Rizzi, attuale vicecapo della polizia) si riferisce al 2008, fase investigativa «caldissima» per le rivelazioni di Sabrina Minardi sul coinvolgimento nell’affaire Orlandi del suo ex amante Renatino De Pedis.

JosE Garramon 2

 

«Un pomeriggio - ricorda Pasquale Viglione - mi trovavo insieme ad un collega nell’anticamera dell’ufficio di Capaldo che, insieme alla pm Maisto, stava interrogando la Minardi. Ad un certo punto sento il nome ‘Scimone’… Poco dopo, finito l’interrogatorio, dico al magistrato: Dottore, ho sentito che parlava di Scimone. Risposta: Questo glielo ha suggerito lei...».

 

JosE Garramon 3

Ricapitolando: il titolare delle indagini sta torchiando l’amante del boss, il poliziotto da fuori la porta sente pronunciare il nome di Peppe Scimone, luogotenente di De Pedis con fama di perversioni sessuali, lo stesso poliziotto si illude che la pista da lui lungamente battuta sia stata finalmente presa in considerazione ma resta deluso.

 

«A me sono cascate le braccia… - è la prosecuzione del racconto che Viglione ha pubblicato nel gruppo Fb di Pietro Orlandi, il fratello - Su Scimone avevo già redatto una annotazione di sette pagine che lui (Capaldo, ndr) evidentemente non aveva letto.

 

Abitava nei pressi di via Po (episodio in cui De Pedis scaglia un bicchiere di vino contro il muro) e una sera aveva inviato il suo factotum a procurargli un ‘ragazzo di vita’ alla stazione Termini. È agli atti. Inoltre, aggiungo che la famiglia era proprietaria di una villa a Castel Porziano, che lui usava spessissimo. Questa villa, è distante circa 800 metri dal luogo ove fu investito il piccolo José Garramon, rapito mezz’ora prima all’Eur… Mi fermo qui…»

EMANUELA ORLANDI

 

Al di là dell’allusione finale - forse preannuncio di nuove rivelazioni - quanto raccontato dall’ex investigatore della Squadra Mobile riporta l’attenzione sulla mai chiarita fine di Josè Garramon, per il quale Accetti fu condannato a due anni e due mesi di carcere per omicidio colposo e omissione di soccorso (l’ipotesi iniziale di omicidio volontario cadde durante il processo).

 

Secondo Viglione, Capaldo non diede credito all’ipotetico legame Scimone-Garramon (e quindi Accetti-banda della Magliana), al punto che gli rinfacciò di avere imbeccato lui Sabrina Minardi durante precedenti interrogatori, ma resta il fatto che come e perché il bambino si sia trovato in quella pineta alle sette di sera del 20 dicembre 1983 non è mai stato chiarito.

 

emanuela orlandi mirella gregori

Il procuratore aggiunto è sempre stato convinto che sia stato Marco Accetti a caricare Josè sul suo furgone Ford Transit bianco, neanche un’ora prima, all’uscita di un salone da barbiere all’Eur, e che poi il piccolo sia riuscito a fuggire dal veicolo e lo stesso «uomo del flauto», inseguendolo, lo abbia travolto.

 

EMANUELA ORLANDI

Adesso, però, il combinato disposto delle nuove rivelazioni apre uno scenario ulteriore e mai emerso: il reclutamento di minori a fini sessuali, in ambienti criminali e non solo.

 

EMANUELA ORLANDI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."