corruzione russia rubli

"IL LADROCINIO CI HA DATO UNA MANO ENORME. LE RISORSE PER L'ATTACCO CONTRO DI NOI SONO STATE RUBATE PRIMA ANCORA DI ARRIVARE AI NOSTRI CONFINI" - ZELENSKY SCRIVE UNA LETTERA APERTA AI GENERALI E FUNZIONARI RUSSI PER "RINGRAZIARLI" DI AVER AIUTATO ALLA DIFESA DELL'UCRAINA CON LA LORO CORRUZIONE - LE TRUPPE RUSSE SI SONO RITROVATE SENZA CIBO, CARBURANTE E CON EQUIPAGGIAMENTI INADEGUATI, PER COLPA DEI FUNZIONARI CORROTTI CHE HANNO PREFERITO INTASCARE QUALCHE SOLDO A SCAPITO DELL'ESERCITO...

Goffredo Buccini per il “Corriere della Sera”

 

corruzione russia

È un demone che viene da lontano la korruptzia : «I malvagi che hanno spogliato il popolo si sono riuniti, hanno assoldato i militari e i giudici per proteggere la loro orgia, e banchettano», annota Tolstoj nei suoi Diari , il 5 ottobre 1878. Come una tabe che percorre la storia russa, quel demone si specchia grottesco nella narrazione di Gogol e dentro i «peccatucci» di Anton Antonovic, nel suo L'ispettore generale.

 

E, resistendo a cambi d'epoca e di regime, dalla burocrazia zarista alla nomenclatura comunista, approda ai campi di battaglia dell'invasione putiniana in Ucraina, fiaccando l'animo dei soldati non meno delle loro armi e delle loro vettovaglie guastate da ruberie e appalti truccati in patria.

 

corruzione russia

È la corruzione, forse, la chiave nel grande enigma di questa stagione bellica voluta da Putin. A spiegare insuccessi vistosi non basta soltanto un gigantesco errore di valutazione sul popolo da sottomettere (al posto dei previsti fiori e lanci di riso sulle truppe «liberatrici», molotov confezionate persino dai ragazzini ucraini sin dal primo giorno d'invasione). Zelensky e i suoi hanno identificato quasi subito la crepa.

 

E hanno diffuso una lettera aperta a generali e funzionari moscoviti ringraziandoli ironicamente per il contributo alla difesa dell'Ucraina: «Il ladrocinio ci ha dato una mano enorme. Le risorse per l'attacco contro di noi sono state rubate prima ancora di arrivare ai nostri confini». Non è solo l'ennesima operazione mediatica dell'ex attore trasformato in eroe.

 

LE RAZIONI SCADUTE

evgenij prigozhin 1

Il campo di battaglia parla. Secondo Polina Beliakova, del Centro studi strategici della Tufts University, dietro le ormai famigerate razioni di rancio per i soldati russi scadute nel 2015 ci sarebbe la lunga ombra di Yevgeny Prigozhin, boss dei mercenari della Wagner, accusato da Alexei Navalny di avere truccato con un cartello contratti per la Difesa da centinaia di milioni di dollari fornendo «cibo peggiore che in carcere» (ne conseguono ufficiali che manomettono i pacchi al fronte dei soldati, soldati demoralizzati che scrivono alle madri «non mandarmi più nulla, è inutile» e, come si scopre da telefonate intercettate dai servizi segreti occidentali, si riducono a mangiare i cani nelle città conquistate).

 

Soldati russi in Ucraina 2

 Il carburante dei tank manca, paradossalmente, in un Paese dove abbondano petrolio e gas: viene rubato così spesso e in modo così clamoroso da essere chiamato «la seconda valuta» dell'esercito russo. Pure la tecnologia avanzata è dirottata da furti e mazzette: alcune società appaltatrici di sofisticati sistemi antimissile per 26 milioni di dollari avevano sede nei bagni pubblici di Samara, sul Volga. Niente di strano o di nuovo. Carlo Brioschi, nel suo La corruzione, una storia culturale (Guanda editore), ricorda quanto la vecchia Unione Sovietica fosse intrisa di tangenti e scambi di favori «dal livello più basso dei kolchoz» a quello «gerarchicamente più elevato del processo amministrativo».

 

LA CLEPTOCRAZIA

soldati russi 2

Ancora una volta, la narrativa descrive ciò che un popolo imbavagliato dalla censura e dalla repressione poliziesca non può raccontare, con la satira surreale di Bulgakov contro una burocrazia marcia e parassita. La cleptocrazia già sovietica e poi russa ha riempito scaffali di Panama Papers e di dossier occidentali.

 

Nel 2021, su 188 Paesi censiti nell'Indice mondiale della corruzione percepita di Transparency International, la Russia figura al 129 esimo posto (noi italiani, non certo virtuosi in materia, ci attestiamo al quarantaduesimo). Il Risk and Compliance Portal del 2020, rivolto ad aziende e uomini d'affari, fotografa un ambiente dove puntare quattrini è sconsigliabile: «La corruzione ostacola in modo significativo le imprese che operano o pianificano di investire in Russia».

soldati russi

 

Corruzione ad alto livello e piccola corruzione «sono comuni soprattutto nel sistema giudiziario e negli appalti pubblici», le leggi esistono ma vengono applicate «con incoerenza», qualche ministro o ex ministro finisce pure nei guai ma a fronte dei molti con ville orientaleggianti da milioni di euro.

 

MAZZETTE PER LE CURE

Nei sondaggi degli ultimi anni, pur difficili da valutare, il 51% dei russi pensa che le istituzioni pubbliche abbiano un ruolo nella corruzione, il 37% dichiara di avere pagato tangenti, il 44% crede che Putin cerchi di lottare contro i corrotti ma il 19% lo ritiene al centro della corruzione (più o meno la stessa percentuale che non ne appoggia la cosiddetta Operazione speciale in Ucraina). Ciò che emerge è solo la punta dell'iceberg. Da gennaio a luglio 2021 sono stati segnalati 24.500 casi di corruzione (più 16% rispetto all'anno prima).

corruzione russia

 

Secondo il Foreign Policy Research Institute, «è raro trovare una nazione che abbia incorporato la corruzione nella propria coscienza collettiva così profondamente come la Russia»: si pagano tangenti per questioni anche minime «come avere cure mediche o ottenere la patente». Navalny pensa che la guerra sia stata scatenata «per coprire il furto ai danni dei cittadini russi».

 

Destinato al carcere di massima sicurezza di Melekhovo, il più temuto oppositore del regime è riuscito a pubblicare su YouTube una lunga inchiesta (vista da 100 milioni di utenti) su Putin, le sue origini, il suo cerchio di sodali al tempo delle tangenti di Pietroburgo, la villa da un miliardo di dollari che, schermata dietro prestanome, il dittatore avrebbe sul Mar Nero.

Corruzione

 

«A Melenkhovo ti strappano le unghie», ha scritto di recente in un ultimo tweet : «Bene, almeno avrò una scusa per usare questa emoj  alla moda», ha poi chiosato, aggiungendo un'iconcina con mano smaltata. L'ironia è l'uscita di sicurezza d'un popolo abituato a dare del tu ai propri incubi. «Dicono che faccio pagare cari i miei favori», sorrideva amabile il corrottissimo sindaco Anton Antonovic di Gogol: «Ma io lo giuro, se anche può essere che abbia preso qualcosa da qualcuno, l'ho fatto sempre senza malanimo».

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?