antonio stano baby gang manduria

RICORDATE IL CASO DI COSIMO ANTONIO STANO, DISABILE PSICHICO DI MANDURIA TORTURATO A MORTE DALLA BABY GANG? - I COMPONENTI DELLA “BANDA DEGLI ORFANELLI” SONO STATI CONDANNATI A PENE CHE VANNO DAGLI OTTO AI DIECI ANNI, CON UN SUPER SCONTO RISPETTO ALLE RICHIESTE DEL PM CHE DI ANNI NE AVEVA CHIESTI VENTI PER REATI AGGRAVATI DALLE TORTURE…

Stefano Vladovich per “il Giornale”

 

la baby gang di manduria

Picchiato, vessato, deriso. L' hanno torturato per mesi, filmato e poi postato i video delle violenze sulle chat. Aggressioni che hanno portato alla morte un disabile psichico di Manduria (Taranto), deceduto il 23 aprile 2019 per un' ulcera gastrica perforante. Condannati a pene che vanno dagli otto ai dieci anni tre componenti della «banda degli orfanelli», da un anno agli arresti domiciliari con le pesanti accuse di tortura aggravata dalla sopraggiunta morte, lesioni personali, percosse, molestie, furto, sequestro di persona e violazione di domicilio.

 

LA BABY GANG DI MANDURIA

Il gup di Taranto Vilma Gilli, al termine del primo grado di giudizio, con rito abbreviato, ha inflitto dieci anni a testa a Gregorio Lamusta e Antonio Spadavecchia, di 19 e 23 anni, e otto anni e otto mesi di carcere a Vincenzo Mazza, 23 anni. Vittima della gang composta da 16 minori e 3 maggiorenni Cosimo Antonio Stano, 66 anni, pensionato costretto a subire gli assalti quotidiani dei «bulli» all' interno della propria abitazione.

 

antonio stano 1

Per i tre il pm Remo Epifani, nell' udienza ai primi di maggio, ha chiesto vent' anni di reclusione per una serie di reati aggravati dalla tortura. Il giudice, ribadendo che a provocare l' ulcera sanguinante e la morte siano state le violenze inflitte dai tre, ha respinto le accuse di sequestro di persona e l' aggravante della tortura. Per gli altri responsabili, i 16 minorenni, il Tribunale dei Minori in un altro procedimento ha concesso il beneficio della messa alla prova con la sospensione del processo. I legali dei tre, gli avvocati difensori Armando Pasanisi, Franz Pesare, Lorenzo Bullo e Gaetano Vitale, sarebbero pronti al ricorso in appello.

aggressione ad antonio stano a manduria

 

Determinante la perizia disposta dal gup Gilli al medico legale Roberto Vaglio e al professore in chirurgia Carmine Chiumarulo dell' Università di Bari. Nella loro relazione gli esperti sostengono con fermezza che lo stress subito e provocato per le aggressione ripetute nel corso del tempo da Stano sarebbe la concausa dell' ulcera gastrica che ha ucciso il sessantenne. In particolare i periti sottolineano: «La paura di subire vessazioni, angherie e aggressioni - scrivono - aveva portato il paziente a non uscire di casa per fare la spesa e, quindi, a non alimentarsi nella settimana precedente al ricovero. Tale situazione determinò, con elevata probabilità, un ritardo nel ricorso alle cure sanitarie e, conseguentemente, un ritardo nella diagnosi della complicanza dell' ulcera duodenale».

 

aggressione ad antonio stano a manduria 1

Insomma, secondo la ricostruzione degli inquirenti l' uomo era sottoposto ad angherie di ogni genere da più gruppi di giovani che filmavano ogni azione e la postavano poi su gruppi di amici WhatsApp e su altri social. Più violente erano le incursioni, più aumentavano le visualizzazioni. Gli investigatori, durante le indagini che hanno portato al fermo dei tre, hanno sequestrato foto e video che non lasciano dubbi sulle aggressioni. Materiale messo agli atti, estratto soprattutto dai telefoni cellulari degli imputati, in particolare sulla chat chiamata «gli orfanelli», in riferimento a un vecchio film.

 

antonio stano

O per la mancanza di guide morali, di sani principi. Di fatto i tre, assieme agli altri ragazzi, avevano preso di mira Stano, conosciuto in paese come «Cosimo il matto». Una persona malata e indifesa: gravi disturbi psichici, disagi esistenziali per i medici che l' hanno avuto in cura. Il Comune di Manduria non si è costituito parte civile nel processo perché sciolto per mafia e commissariato.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…