covid iin ospedale

RITORNO DI COVID - IN ISRAELE UN PAZIENTE VACCINATO MA POSITIVO HA DATO IL VIA A UN FOCOLAIO CHE HA INFETTATO 41 PERSONE CHE ERANO QUASI TUTTE VACCINATE (TRANNE TRE) - CINQUE PAZIENTI CON MALATTIE PREGRESSE SONO MORTI, GLI OPERATORI SANITARI INVECE SONO POSITIVI MA ASINTOMATICI - LA SOLUZIONE POTREBBERO ESSERE I FILTRI HEPA, TESTATI IN UNA STRUTTURA INGLESE...

Cristina Marrone per il Corriere.it

 

CORONAVIRUS OSPEDALE

Mascherine e vaccini anti Covid non sono bastati a evitare un importante focolaio che si è verificato nel luglio 2021 in un ospedale in Israele. A raccontarlo è uno studio pubblicato su Eurosurveillance, la rivista europea sulla sorveglianza, l’epidemiologia, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive.

 

Quel che è successo al Meir Medical Center è emblematico: un anziano paziente in dialisi, non testato per Covid al suo ingresso, ma poi risultato positivo, ha contagiato altre 41 persone tra pazienti, personale ospedaliero (che indossava la mascherina) e familiari. Ben 39 dei contagiati (il 96%) erano completamente vaccinati, tutti da oltre cinque mesi.

 

ospedale

Questo non significa che i vaccini non funzionano perché come spiega l’analisi a soffrire di più sono stati i pazienti anziani, ospedalizzati e con malattie pregresse mentre medici e infermieri, più giovani, sono rimasti per lo più asintomatici.

 

Per questo la terza dose di vaccino anti Covid può essere utile per proteggere meglio i pazienti più fragili ma, allo stesso tempo, soprattutto negli ambienti più a rischio, va meglio valutata la gestione dell’aria con una ventilazione meccanica forzata efficiente. E anche le mascherine vanno sempre indossate in modo adeguato, anche tra pazienti ricoverati nella stessa stanza: non bisogna mai abbassare la guardia perché il virus è subdolo e si diffonde facilmente via aerosol.

 

coronavirus ospedale in belgio

Il Meir Medical Center dispone di 780 posti letto e la maggior parte delle stanze può ospitare 3-4 pazienti. A partire dal marzo 2020 i pazienti sono stati incoraggiati a indossare la mascherina chirurgica e, sebbene l’indicazione non sia stata sempre seguita alla lettera, durante le visite mediche i dispositivi di protezione individuale erano utilizzati da entrambe le parti. Nei reparti Covid il personale sanitario ha sempre indossato mascherine N-95, visiera, camice, guanti e copertura per capelli.

 

coronavirus ospedale in belgio 3

Lo studio spiega nel dettaglio come è stata condotta l’indagine epidemiologica per identificare il caso indice e le altre persone rimaste contagiate dopo che un operatore sanitario era risultato positivo. Il caso indice era un paziente in emodialisi completamente vaccinato di 70 anni ricoverato a metà luglio con febbre e tosse insieme ad altri tre pazienti nella stessa stanza.

 

L’uomo non è stato testato per il Covid perché i suoi sintomi sono stati scambiati per una possibile infezione al flusso sanguigno. Quattro giorni dopo il ricovero, dopo essere stato trasferito un paio di volte dall’unità di dialisi per sottoporsi alla procedura, al paziente è stato diagnosticato il Covid. Subito dopo anche i suoi tre compagni di stanza sono risultati positivi e tutti sono stati trasferiti nel reparto Covid.

 

ospedale covid

L’indagine epidemiologica dei contatti del paziente indice ha rilevato altri 27 casi positivi: 16 pazienti, compreso il caso indice, nove operatori sanitari e due familiari. Tutti i casi diagnosticati sono stati trasferiti nel reparto Covid che in quel momento in realtà operava come reparto misto dal momento che c'erano pochi pazienti Covid e di conseguenza gli operatori sanitari lavoravano con una protezione anti Covid completa (mascherina N-95, visiera, camice, guanti e copertura per capelli) solo strettamente nell'area a rischio contagio.

 

coronavirus ospedale

Il caso indice è stato seguito nelle cure da un operatore sanitario che un anno prima (luglio 2020) era guarito dal Covid e poi era stato vaccinato con una unica dose come dispongono le linee guida israeliane. Questo operatore sanitario ha frequentato anche il reparto che si pensava fosse «Covid free» dove però due pazienti su tre hanno sviluppato sintomi Covid e sono risultati in effetti positivi a Sars-CoV-2.

 

L'indagine epidemiologica su questo reparto ha identificato un totale di 19 casi Covid: 10 operatori sanitari (compreso quello che si è spostato di reparto e che ha portato il virus in un’altra area dell’ospedale), otto pazienti e un familiare. Ben 238 persone sulle 248 esposte al virus erano state vaccinate (il 96% dunque erano vaccinate).

 

ricoverato in ospedale

Sui pazienti è stata condotta un'analisi filogenetica e quattro casi avevano una sequenza genetica diversa pertanto è stato riconosciuto un unico focolaio composto da 42 casi: 38 completamente vaccinati con doppia dose di Pfizer, uno con singola dose dopo la guarigione dal Covid e tre non vaccinati.

 

L'età media dei pazienti Covid era 55 anni: 23 pazienti, 16 operatori sanitari e tre familiari. In media dalla fine del ciclo vaccinale all'infezione erano trascorsi tra i 5 e i 6 mesi. Tutto il personale sanitario è rimasto asintomatico o con malattia lieve. Tra i pazienti, età media 77 anni, otto si sono ammalati gravemente, cinque erano in condizioni critiche e fra questi ultimi, cinque sono morti. La popolazione dei pazienti era considerevolmente più elevata degli operatori sanitari e tutti presentavano comorbidità (otto immunocompromessi).

 

ospedale covid

Il tasso di trasmissibilità tra i pazienti esposti al virus ha superato il 23% , tra il personale sanitario il 10% con un tasso di vaccinazione totale molto elevato: 96,2%. Lo studio segnala che molto probabilmente si sono verificate diverse trasmissioni tra due operatori sanitari che indossavano regolarmente la mascherina (uno dei quali utilizzava dispositivi di protezione completi).

 

CORONAVIRUS - OSPEDALE

«Nonostante la popolazione esposta al virus fosse altamente vaccinata l'infezione si è diffusa molto rapidamente - scrivono gli autori - e molti casi sono diventati sintomatici entro due giorni dall'esposizione , con carica virale elevata». Dal momento che sembra ormai confermato che il vaccino sia meno efficace contro l'infezione da Delta e l'immunità cali nel tempo è allo stesso tempo opinione diffusa che il mix tra vaccini e mascherine possa bastare per proteggersi dalla malattia da Covid. Tuttavia, nel caso del'ospedale di Israele tutte le trasmissioni tra pazienti e personale si sono verificate tra individui con mascherina e vaccinati.

 

CORONAVIRUS - OSPEDALE

«Non possiamo escludere che le misure di protezione non siano state indossate in modo ottimale, tuttavia, la trasmissibilità nell'estate 2021 differisce dalle nostre esperienze nei 18 mesi precedenti» sottolineano gli autori che concludono: «I dati provenienti da Israele segnalano che la ragione principale dell'aumento dei casi di Covid-19 in estate può essere attribuito alla diminuzione dell'immunità e una terza dose di vaccino, 5 mesi dopo la seconda dose, potrebbe comportare un'inversione di tendenza in particolare negli individui con fattori di rischio per Covid-19 grave».

 

In effetti i dati di Israele segnalano che la terza dose di vaccino funziona e l’efficacia di Pfizer è risalita al 95%. Il vaccino sembra comunque fornire ancora una protezione (infezione asintomatica) agli individui senza comorbidità.

 

coronavirus ospedale

Che cosa si può fare per migliorare la sicurezza di ambienti ad alto rischio come possono essere gli ospedali? Uno studio ancora in pre print descritto da un articolo su Nature racconta l’efficienza dei filtri HEPA nell’ambiente reale. In un ospedale inglese di Cambridge sono stati montati dispositivi portatili di filtrazione e sterilizzazione dell’aria in un reparto Covid e nell’unità di terapia intensiva: per due settimane sono rimasti accesi e per altre due sono rimasti spenti.

 

coronavirus ospedale

I ricercatori hanno raccolto campioni d’aria nei due reparti: nel reparto generale sono state trovate particelle Sars-CoV-2 quando il filtro era spento, ma non quando era acceso. Sorprendentemente il team non ha trovato molte particelle infettive in terapia intensiva, anche con filtro spento. Gli autori spiegano il fenomeno con il fatto che può esserci una replicazione virale più lenta nelle fasi successive della malattia: per questo le misure per eliminare il virus dall’aria potrebbero essere più utili nei reparti piuttosto che in terapia intensiva.

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

Oltre tutto i filtri non difendono solo da Sars CoV-2. Quando infatti i filtri sono stati spenti l’aria di entrambi i reparti conteneva quantità rilevabili di altri agenti patogeni che causano infezioni negli ospedali, come Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Streptococcus pyogenes e proprio i filtri li hanno in gran parte rimossi.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...