mathias dopfner julian reichelt

SE LA DAI PER FARE CARRIERA POI NON FARE LA VITTIMA – È FINITO ALLA FORCA JULIAN REICHELT, IL DIRETTORE DELLA “BILD”, LICENZIATO DOPO ESSERE STATO ACCUSATO DI ESSERSI PORTATO A LETTO DELLE COLLEGHE IN CAMBIO DI PROMOZIONI E BONUS IN DENARO CHE AVREBBERO DOVUTO COMPRARE IL LORO SILENZIO – A FAR PRECIPITARE LA DECISIONE DI MATHIAS DÖPFNER, PRESIDENTE E AD DI SPRINGER CHE DIFENDEVA REICHELT, È STATA L'INCHIESTA DEL “NEW YORK TIMES”: E ORA PURE LUI FINISCE NEL TRITACARNE DOPO CHE…

Paolo Valentino per il "Corriere della Sera"

 

julian reichelt

Con le redattrici giovani e piacenti, Julian Reichelt non aveva pace, né scrupoli. Se le portava a letto in cambio di promozioni. Minacciava di licenziarle. Dava loro dei bonus in denaro una tantum, chiedendo il silenzio. In un caso, aveva perfino forgiato un falso certificato di divorzio per superare le resistenze di una praticante che gli resisteva con la scusa che era sposato. Ma ora è finita.

 

L'onnipotente direttore della Bild, il più grande giornale europeo, è stato cacciato con effetto immediato dalla casa editrice Axel Springer, che per mesi lo aveva difeso dalle accuse di molestie e abusi sessuali. «È come il finale di un film sulla malavita», ha commentato la Süddeutsche Zeitung . «Reichelt non ha separato chiaramente la sfera privata da quella professionale e ha mentito ai dirigenti del gruppo», dice il comunicato dell'annuncio, che scuote il panorama dei media tedeschi e mette in evidenza la faglia nella cultura d'azienda che ancora separa la Germania dagli Stati Uniti, dove la tolleranza zero nei confronti di attitudini predatorie o misogine è ormai la regola.

mathias dopfner axel springer

 

A far precipitare la decisione di Mathias Döpfner, presidente e amministratore delegato di Springer, che finora aveva appoggiato Reichelt con tutta la forza della sua autorità, è stata infatti un'inchiesta del New York Times , che ha rivelato nuovi dettagli sui suoi atteggiamenti in redazione. In marzo, quando le prime accuse contro il direttore erano emerse, Springer aveva infatti ordinato un'indagine indipendente a uno studio legale e lo aveva sospeso cautelativamente per 12 giorni. Sulla base dei risultati, il board della società aveva concluso che Reichelt aveva sì commesso degli errori, ma non atti perseguibili penalmente. Così era stato reinsediato con pieni poteri al vertice del quotidiano, sia pure affiancato da una condirettrice, Alexandra Würzbach.

bild

 

Ora però Springer non si è più potuta nascondere. L'inchiesta del Times è puntuale e spietata nel rivelare i contenuti fin qui segreti dell'indagine interna: «Così funziona alla Bild , chi va a letto con il direttore, viene promosso», dice uno dei capiredattori ascoltati in marzo. Poche ore dopo le dimissioni di Reichelt, anche Der Spiegel ha pubblicato nuove testimonianze, che lo accusano di aver abusato della sua posizione per sedurre diverse donne della redazione.

 

julian reichelt

Il settimanale di Amburgo era stato il primo in marzo a descrivere Reichelt come «un uomo ossessionato dal potere» che «sistematicamente promuove e seduce le donne che lavorano a Bild ». Il titolo della storia era: «Scopa, promuovi, licenzia». Nel motivare la cacciata di Reichelt, Döpfner ha spiegato di non essere stato a conoscenza dei dettagli rivelati dal Times : «Non tollereremo alcun comportamento che non rispetti i nostri standard etici e la nostra cultura inclusiva e aperta», ha detto il Ceo. Döpfner, tuttavia, ha elogiato il direttore licenziato, definendo il suo lavoro «eccellente».

julian reichelt

 

L'articolo del Times getta però una luce critica sullo stesso Döpfner, che al tempo dell'inchiesta di marzo avrebbe detto all'avvocato difensore del giornalista: «Dobbiamo essere cauti nell'indagine su Reichelt, perché è l'ultimo e solo giornalista in Germania che abbia il coraggio di ribellarsi contro il nuovo stato totalitario modello Ddr». Il riferimento era alle restrizioni per la pandemia, imposte dal governo di Angela Merkel, contro cui Bild si è spesso schierata con toni molto aggressivi. Ieri Döpfner ha dovuto precisare che lui non pensa affatto che la Germania sia come la Ddr.

 

Perché il New York Times abbia dedicato tanto lavoro e spazio alla vicenda è spiegabile anche con la crescente presenza di Springer sul mercato americano dei media digitali. Dopo aver investito oltre 300 milioni di euro nel 2015 per acquistare il 90% del portale Business Insider (ora ribattezzato Insider), il gruppo tedesco ha sborsato 1 miliardo di euro la scorsa estate per acquistare Politico , la testata che ormai compete alla pari con i grandi giornali americani nella copertura di politica interna e internazionale.

 

Julian Reichelt bild

Se prima la cultura d'azienda tedesca sui temi sollevati dal movimento #metoo non era oggetto di scrutinio, ora è sicuramente diverso e Springer non può più ignorarne ritardi, reticenze, tantomeno sorvolare su fatti gravi come quelli addebitati a Reichelt.

Julian Reichelt bild

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...