mario praz

LO SHERLOCK HOLMES DELLA CULTURA - MASCHERONI: AURA MALIGNA E SPIRITO SUBLIME, QUEL BIZZARRO DI MARIO PRAZMALVISTO DALL'ACCADEMIA, SNOBBATO DALLA GRANDE EDITORIA, DIMENTICATO DALLA CRITICA, ERA UN ANTI-MODERNO CHE NON AMAVA IL MONDO CONTEMPORANEO - ORA L'EDITORIA TORNA A OCCUPARSI DI LUI, RACCOGLIENDO, SOTTO IL TITOLO "MISTERI D'ITALIA", TRE ARTICOLI PERDUTI E RITROVATI CHE SCRISSE NEL 1958 PER "IL BORGHESE" - LUCHINO VISCONTI SI ISPIRO' A LUI E ALLA SUA CASA PER "GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO" - VIDEO

 

 
Luigi Mascheroni per "il Giornale"
 

Mario Praz

Mario Praz non amava il suo secolo, ricambiato. Antimoderno, ma mai reazionario, scettico di fronte alle false novità, nemico del moralume ma infastidito dall'imbarbarimento dei costumi del vivere moderno, già sul finire dei suoi giorni (muore nella primavera del 1982, quarant'anni fa), Praz vedeva la sua Roma come una città «forse ancora in parte affascinante, ma di fatto degradata, decaduta» citiamo, da una cartellina di ritagli, una vecchia intervista pubblicata su Panorama, 3 dicembre 1979 -
 
«E che non provoca più i grandi amori che suscitava negli artisti del secolo passato». Del resto, credeva che l'arte, dalla rivoluzione dadaista in poi, non fosse veramente arte, ma solo la documentazione di un'epoca in crisi di identità, «testimonianza di un momento di smarrimento»; e per quanto riguarda la scuola: «Una volta mi interessava insegnare. Lo trovavo piacevole. Ho smesso, per limiti d'età, prima del '68: la ritengo una fortuna. Il Sessantotto ha rappresentato una rivoluzione, ma inculturale; ha determinato un'involuzione, che ha fatto degenerare l'insegnamento e gli studi. Oggi l'università è in disgregazione».
 

Mario Praz 2

Mario Praz, il Professore. L'Anglista sommo. Il critico d'arte e letterario, l'accademico, il viaggiatore, il collezionista, il grand connoisseur, lo scrittore per Alberto Arbasino il miglior saggista italiano del '900 lo «Sherlock Holmes della cultura», nemico delle specializzazioni e amico dell'eclettismo, eruditissimo, capace di scovare fili invisibili e costruire reti di conoscenza fra un autore inglese del Seicento e un ritrattista rinascimentale, fra Stendhal e Palladio, fra Brueghel e il Cavalier Marino, tra la gemmologia e l'araldica, in un infinito parallelo tra la letteratura e le arti visive, fra la parola scritta e quella dipinta.
 
La carne, l'anima e la vita. Mario Praz l'Innommable. Maestro di curiosità intellettuale, autentico raffinato che non assumeva mai le arie del raffinato, conversatore estroso e docente rigoroso, lettore onnivoro capace di assorbire qualsiasi pagina su cui posasse gli occhi, un'esistenza lungo le vie tracciate dalla storia del gusto e del costume, Mario Praz in vita fu compreso, amato e studiato più all'estero, Inghilterra e Francia, che in Italia. Eccezioni, dettate da ammirazione e amicizia: Alberto Arbasino, Pietro Citati, Piero Buscaroli, Alvar González-Palacios e pochi altri.
 

La casa museo di Mario Praz 2

E fu lo stesso, o peggio, post mortem. L'accademia l'ha sempre guardato di sbieco. E poco di lui si è scritto e ripubblicato di recente.
 
«In effetti negli ultimi anni Mario Praz è progressivamente caduto in un cono d'ombra - ammette Andrea Cane, storico editor alla Mondadori e alla Rizzoli, curatore nel 2002 del Meridiano prazziano Bellezza e bizzarria - e di suoi libri in catalogo ce ne sono davvero pochi. Anche la critica se ne è dimenticata, a parte un paio di giovani studiosi. Eppure, anche se forse la sua scrittura oggi appare un po' datata, seppure più sciolta rispetto a quella di molti suoi contemporanei all'epoca più fortunati, e penso a Emilio Cecchi, i suoi saggi restano molto divertenti, magari non la Storia della letteratura inglese, che non si adotta più, ma i saggi sulla cultura del manierismo e del barocco, o sulle arti minori o particolarissimi, chessò, cito la ceroplastica, rimangono un punto di riferimento per gli esperti, oltre che molti piacevoli per il lettore comune».
 

Mario Praz 3

Intellettuale non comune, «Professor Saturno» - genio, spirito e demonio caustico e discepolo di Michel de Montaigne, Mario Praz era ovviamente l'esatto contrario dell'aura satanica di cui la maldicenza e l'invidia lo avevano circonfuso: semmai era dolce, gentile, affettuoso racconta chi lo conobbe.
 
Forse molto solo e malinconico. Motivo, anche, per cui si allestì un proprio mondo, la casa della vita: bronzi altisonanti, mobili dalle zampe belluine, cortinaggi di seta, ritratti gloriosi e conversation pieces, poltrone Bellangé, obiets d'art, trofei e serpentoni, stile Impero (il suo favorito) e gusto Bidermeier, il tutto scenografato con cura nell'appartamento romano prima ospitato nello storico palazzo Ricci in via Giulia Mario Praz, The Genius of via Giulia poi trasferito a palazzo Primoli in via Zanardelli, dopo la sua morte trasformato in museo e oggi così recita il sito internet e un numero di telefono muto - «temporaneamente chiuso».
 

Mario Praz Misteri d Italia

Ora, temporaneamente, l'editoria torna a occuparsi, con una certa civetteria, del Professore. Ecco, raccolti sotto il titolo Misteri d'Italia (Nino Aragno editore, pagg. 58, euro 10; a cura di Giuseppe Balducci), tre articoli perduti e ritrovati che Mario Praz scrisse nel 1958 per Il Borghese, il settimanale fondato da Leo Longanesi e, in quel momento, diretto da Mario Tedeschi. Tre brevi testi tra l'elzeviro, il racconto, l'aneddoto e i ricordi che mettono sotto teca, a futuro disdoro, velleità, furberie, piccoli vizi e grandi pretese dell'Italia e della sua eterna Capitale. Come si dice: prosa d'arte.
 
Si parla della insostenibile vanità dei sedicenti intellettuali di provincia (che, poi: non è il nostro secolare provincialismo ad averci fatto grandi nel mondo?), di alcuni ineliminabili vitia italiani (il parlare sempre di denaro, un certo bigottismo, e anche l'innato servilismo) e del peso, difficile da portare con dignità, della Bellezza della nostra arte e del nostro paesaggio.
 

La casa museo di Mario Praz 5

È difficile amare Praz, ma più difficile detestarlo. Cose che Praz detestava: tutto ciò che sapeva di posa, di artificio, di snobismo; la fama che lo perseguitava e il film Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti, 1974, ispirato a lui e alla sua casa (non gli piacque affatto, anche se il Professore era interpretato da Burt Lancaster, e poi si vedevano che i quadri di scena erano falsi), l'arte contemporanea, la letteratura dopo Joyce.
 

La casa museo di Mario Praz 6

Cose che Praz amava: il senso della misura, l'ironia, i calembours, il feticismo per gli oggetti d'arredamento, le rivelazioni del gusto neoclassico, il pettegolezzo colto e - soprattutto, appunto - la rara capacità di tessere quel complesso sistema, intricato e fruttuoso, di associazioni, di analogie, di accostamenti, sintesi di bizzarro e imprevedibile, grottesco e incongruo, che danno vita un nuovi sensi e nuove creazioni. E che si dice, ancora oggi, «prazzesco».

luchino visconti

La casa museo di Mario Praz 3MARIO PRAZLa casa museo di Mario PrazLa casa museo di Mario PrazLa casa museo di Mario Praz 4MARIO PRAZ 2

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…