coronavirus epidemia pandemia contagio

SI E' INDEBOLITO IL COVID O SIAMO PIU' FORTI NOI? - I NUOVI CONTAGIATI DAL VIRUS HANNO UN’ETÀ MEDIA DI 55 ANNI - NON CI SONO CASI GRAVI E QUASI NESSUN RICOVERO OSPEDALIERO - IL PNEUMOLOGO HARARI: “È SUCCESSO QUALCOSA NELL'AGGRESSIVITÀ VIRALE, E CREDO NON DIPENDA SOLO DAL NUMERO DI CASI. NON SAPPIAMO SE CI SIA STATA UNA MUTAZIONE NON IDENTIFICATA, O ALTRO ANCORA” - L’INFETTIVOLOGO BASSETTI: “I QUADRI DEVASTANTI CHE ABBIAMO VISTO NELLA PRIMA FASE NON LI VEDIAMO PIÙ DA UN MESE, UN MESE E MEZZO…”

Silvia Turin per il “Corriere della Sera”

 

amore ai tempi del coronavirus

L'andamento dell'epidemia in Italia è in costante discesa, ma ancora si registrano centinaia di casi, soprattutto in Lombardia. Non si possono considerare esattamente tutte «nuove infezioni», piuttosto si tratta di nuove diagnosi. Tracciando un identikit delle segnalazioni, scopriamo che i nuovi contagi sono rarissimi. «Al San Martino di Genova non arrivano praticamente più casi "freschi" da dieci giorni - dice il primario della clinica di Malattie infettive, Matteo Bassetti -. Abbiamo avuto un cluster in una Rsa dove abbiamo ricoverato cinque nonnine che sono già tutte uscite. Una sola aveva un quadro più impegnativo, ma niente a che vedere con quello che c'era a marzo. Ci sono tanti soggetti che definiamo "grigi", arrivano con sintomi respiratori e rimangono per un paio di giorni. Le posso dire che su una trentina di soggetti, negli ultimi 15 giorni neanche uno era Covid».

 

coronavirus contagiati

Stessa situazione a Milano: «Anche da noi nessun ricovero per Covid nelle ultime due settimane - racconta Sergio Harari, pneumologo all'Ospedale San Giuseppe MultiMedica -. In realtà non ci sono casi ospedalieri». «Noi non ricoveriamo un paziente in terapia intensiva dal 16 aprile», conferma Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva all'ospedale San Raffaele di Milano. Il monitoraggio completo lo stanno facendo di settimana in settimana all'Istituto superiore di Sanità (Iss). L'epidemiologo che coordina i report, esperto di Modelli matematici e Biostatistica, è Patrizio Pezzotti, che osserva una diminuzione dell'età media: «Sono persone più giovani di quelle che vedevamo prima, 55 anni rispetto a 60 anni di media. Essendoci meno infezioni, le capacità del sistema di fare diagnosi sulle persone meno sintomatiche è aumentata».

sergio harari

 

L'Ats di Milano, diretta da Vittorio Demicheli, sui nuovi casi fa una distinzione precisa: «Nella settimana all'inizio di giugno circa il 5% dei casi sono venuti dalle Rsa, il 3% dagli operatori sanitari, il 10% dai test sierologici positivi e l'82% sono "civili", categoria generica che esclude le altre. Nessuno può dire dove si sono contagiati i nuovi infetti. In gran parte, però, dovrebbero essere contagi di origine famigliare contratti, finora, durante il lockdown».

 

Matteo Bassetti 1

«Sì sono pazienti un po' più giovani con caratteristiche di minore gravità. C'è ancora qualche polmonite di una certa entità in persone avanti con gli anni - dichiara Massimo Galli , primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano --, ma sono infezioni vecchie». Mediamente non ci sono casi gravi e quasi nessun ricovero ospedaliero. «Nelle ultime due settimane abbiamo ricoverato cinque pazienti, ma sono ricoveri precauzionali, nuove diagnosi senza alcun rilievo clinico», racconta Zangrillo. «È un dato di fatto fuori di ogni dubbio che le persone che adesso ricoveriamo, innanzitutto sono poche e poi stanno meglio», osserva Massimo Galli.

 

«È successo qualcosa nell'aggressività virale, e credo non dipenda solo dal numero di casi - sostiene Harari -. Non sappiamo se sia qualcosa nella carica virale o se ci sia stata una mutazione non identificata, o altro ancora». «Non credo sia solo una questione statistica: i quadri devastanti che abbiamo visto nella prima fase non li vediamo più da un mese, un mese e mezzo», gli fa eco Bassetti da Genova.

 

zangrillo

Un po' diversa l'analisi dell'Iss: «È un quadro con meno "sotto diagnosi". Per la maggiore capacità diagnostica di identificare casi lievi, la proporzione dei casi gravi è diminuita, ma non perché sia cambiata la malattia», afferma Pezzotti. Dove si infettano i positivi più recenti, dove sono quei focolai di cui ha parlato l'ultimo monitoraggio Iss? «I cluster familiari sono quelli che vediamo più facilmente perché identifichiamo e tamponiamo tutti i membri della famiglia - dice Pezzotti -. La Lombardia ha molti più focolai di questo tipo rispetto ad altre regioni. Poi, continuiamo a vedere casi tra gli operatori sanitari, ma non si tratta di un aumento delle infezioni, bensì di un maggiore controllo. Ci sono ancora focolai, infine, nelle case di cura». Nessun segnale preoccupante dopo le riaperture?

coronavirus contagiati

 

«Non ci sono evidenze per ora - continua l'epidemiologo dell'Iss -, ma siamo cauti, perché non avere segnali non vuol dire che non ci siano infezioni. Se ci fossero focolai tra i giovani, sarebbero casi asintomatici e se infettassero i loro cari lo sapremmo tra 2-3 settimane. Al momento da ambiti lavorativi non abbiamo casi: sono convinto che le aziende stiano rispettando le regole, c'è più rilassatezza di comportamenti nel tempo libero».

 

«Qui a Milano i contagi arrivano da casa: si sono ammalati prima della chiusura o, in casa loro, durante la chiusura. Le nuove diagnosi sono semplicemente persone che finalmente sono riuscite a farsi un tampone. Per molti ha richiesto parecchio tempo. Non è finita la malattia, abbiamo finito la prima ondata», dice Galli dal Sacco. Un quadro con pochi ambiti a rischio e che sembra escludere dalle nuove infezioni le attività «liberate» dopo il lockdown che riguardano tempo libero e ritorno al lavoro.

 

«Sono molto felice che i dati confermino quello che avevo anticipato - dice Zangrillo -. Evidentemente le misure di contenimento stanno funzionando e ci consentiranno a breve di dimenticarci del tutto di questo virus», azzarda. «Non sono pessimista, ma resto perplesso rispetto ad atteggiamenti troppo liberali, soprattutto tra i giovani», ammonisce Galli. Il virus circola ancora e ci sono gruppi di infezioni attive, ma se mettiamo insieme la capacità di monitorare, l'andamento decrescente e il fatto che i nuovi casi sono spesso nuove diagnosi c'è di che essere ottimisti. Secondo gli esperti dell'Iss, se per tutto giugno si continuerà con questa progressione, per l'estate si potrà tirare un sospiro di sollievo. Che non vuol dire poter vivere come prima, ma con meno preoccupazione sì.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...