venezia - area i pili brugnaro

SOFFRITTO DI INTERESSI - COME FARA’ IL SINDACO DI VENEZIA, LUIGI BRUGNARO, A OCCUPARSI DEL NUOVO PALAZZETTO DELLO SPORT VISTO CHE DOVRA’ SORGERE SUI TERRENI DI SUA PROPRIETA’, INSIEME A NEGOZI E SERVIZI? - IL PRIMO CITTADINO SI E’ AFFIDATO A UN “BLIND TRUST” MA I VENEZIANI IRONIZZANO: “IL TRUST E’ ‘CIECO’ MA IL SINDACO CI VEDE BENISSIMO…”

Lorenzo Padovan per “la Stampa”

 

Luigi Brugnaro

Venezia litiga sulla sua porta d'accesso su cui hanno messo gli occhi investitori di mezzo mondo. La proprietà dei terreni è del sindaco Brugnaro, ma adesso se ne occupa un amministratore di fiducia. Blind trust che, secondo i detrattori, sarebbe la formula magica per garantire mani libere al primo cittadino invece che per scongiurare il problema del conflitto d' interessi. La storia nasce nel 2005, quando la zona "I Pili" era solo un' area inquinata di Marghera, che necessitava di bonifiche molto onerose - per 35 milioni, non ancora saldati - e che non interessava a nessuno.

 

MASSIMO CACCIARI

IL RILANCIO

Quando nell'ottobre di quell'anno venne ceduta, l'allora sindaco-filosofo Massimo Cacciari se ne rallegrò, benedicendo l' apporto di quei capitali: «Ci sono occasioni straordinarie da usare al meglio - affermava -, noi non abbiamo più un centesimo, quindi dobbiamo lavorare fianco a fianco con i privati. Vogliamo concordare un progetto per garantire alla città un punto di snodo e di servizio, con parcheggi e viabilità, per l' area di San Giuliano e per il parco scientifico e tecnologico».

 

CANTIERI NAVALI DI MARGHERA

Quel privato era, però, Luigi Brugnaro, che da due anni e mezzo è il primo cittadino. E oggi vuole trasformare quella zona - sulla destra, all' imbocco del ponte della Libertà - nella "Porta di Venezia", un progetto faraonico che prevede attività commerciali, servizi e, soprattutto, il nuovo palazzetto dello sport da diecimila posti, per il quale serve una corsa contro il tempo, perché la Federbasket non concederà più deroghe all' utilizzo di strutture non idonee alla serie A.

 

In realtà, da circa un mese non è più Brugnaro - che ha da sempre rinunciato all' indennità di carica amministrativa - ad occuparsi delle sue aziende. Primo caso in Italia, proprio per evitare il potenziale conflitto di interessi, ha costituito un blind trust che gestirà le società del suo gruppo imprenditoriale. Finché sarà sindaco vedrà solo la parte fiscale, dichiarando, nel proprio 740, gli utili percepiti, che dovranno essere sempre, come adesso, tra il 15 e il 20%, e reinvestendo il resto in azienda.

BRUGNARO

 

GLI ATTACCHI

«Il trust è cieco, ma Luigi Brugnaro ci vede benissimo», è la battuta che circola in Consiglio comunale a Venezia, dove tutte le opposizioni hanno chiesto una seduta aperta. «Un' area di 42 ettari, equivalente di un centinaio di campi da calcio, pagata da Brugnaro 5 milioni, acquisirebbe, con il nuovo progetto, un valore di 30-40 volte superiore, con un guadagno, per le sue tasche, di almeno 150 milioni di euro», ha ricordato il capogruppo del Pd Andrea Ferrazzi.

 

Che ha anche spiegato come «l'attuale configurazione del trust non sarebbe a tutela della separazione tra gli interessi privati di Brugnaro e quelli collettivi della città, ma, al contrario, agevolerebbe l' eventuale vendita dell' area ad altri privati nel momento in cui fosse valorizzata con la nuova strategia».

 

«Il trust viene usato nel mondo anglosassone per le sole proprietà mobiliari, che sono per antonomasia volatili - ha precisato l' esponente Dem -: per gli immobili non è efficace. Del resto sarebbe miracoloso - o forse preoccupante per la sua salute - che poche settimane dopo aver costituito questo tipo di amministrazione dei propri beni, il sindaco si fosse già scordato di possedere quell' area, quando sarà chiamato ad approvare la variante al piano regolatore».

 

VENEZIA - AREA I PILI

Il piano Cosa nascerà ai Pili lo ha spiegato, nei giorni scorsi, Giuseppe Venier, manager che guida da amministratore unico la società conferita nel blind trust, ossia la LB Holding, ma che è anche amministratore delegato del gruppo Umana, leader nella somministrazione di lavoro interinale, cioè l'idea geniale di Brugnaro, un colosso da 600 milioni d'euro di fatturato, 1.200 dipendenti e più di 20 aziende. Oltre al palazzetto - che ospiterà anche concerti e altre attività di svago, in modo da renderlo economicamente sostenibile -, ci saranno parcheggi, darsene, piazze, attrezzature commerciali, attività ricettive e verde urbano.

 

La provenienza dei soldi? Si fa il nome di Ching Chiat Kwong, l' imprenditore di Singapore che sta trasformando le sponde del Tamigi, a Londra, con un investimento da 320 milioni di dollari. Ma altri magnati della finanza e dell' edilizia sarebbero già in fila per assicurarsi un posto sulla "Porta di Venezia".

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