mincione

LA SVIZZERA NEGA AL FINANZIERE RAFFAELE MINCIONE, COINVOLTO NELLA COMPRAVENDITA DEL PALAZZO DI SLOANE AVENUE A LONDRA DA PARTE DELLA SEGRETERIA DI STATO VATICANA, LO SBLOCCO DEI CONTI SVIZZERI POSTI SOTTO SEQUESTRO DA UN ANNO IN CUI CI SAREBBERO CIRCA 60 MILIONI DI EURO…

RAFFAELE MINCIONE

Maria Antonietta Calabrò per https://www.huffingtonpost.it

 

Il finanziere Raffaele Mincione, coinvolto nella compravendita del famoso palazzo di Londra di Sloane Ave con la Segreteria di Stato della Santa Sede (per cui è in corso il dibattimento in Vaticano) ha chiesto con una serie di ricorsi al Corte d’appello e alla Corte dei reclami penali che gli venissero sboccati i conti svizzeri posti sotto sequestro da un anno e che la Nzz (Neu Zurcher Zeitung) ha quantificato in circa 60 milioni di euro.

 

Mincione, rappresentato dagli avvocati Miriam Mazou e Rocco Taminelli, ha chiesto che i conti gli venissero sbloccati perché “il contestato sequestro non gli permetterebbe di far fronte alle sue spese personali e familiari. Egli non potrebbe rimborsare prestiti personali o relativi a società, le quali si vedrebbero anche rifiutare partenariati e finanziamenti, nonché aperture di conti bancari, dovendo persino chiudere relazioni esistenti. A causa del contestato sequestro, l’insorgente soffrirebbe inoltre di un incontestabile e importante danno d’immagine e reputazionale”.

 

raffaele mincione

Insomma, Mincione ammette che intorno a lui si è steso un cordone sanitario di tipo finanziario in molti paesi. Ma la Corte dei reclami penali nella sentenza relativa al fascicolo RR.2021.144 pubblicata sul sito on line del Tribunale penale federale il 3 gennaio 2022 ha stabilito che “senza approfondire l’esistenza e l’entità degli impegni finanziari invocati, per i quali sono stati presentati dei documenti, occorre rilevare che il ricorrente non ha prodotto documentazione che possa permettere a questa Corte di verificare se lo stesso non disponga di altri beni per ovviare alle sue asserite difficoltà economiche.

 

Dagli atti dell’incarto non è assolutamente chiaro quali siano i redditi e il patrimonio dell’interessato. A queste condizioni, risulta impossibile per questa Corte valutare se esiste o meno un pregiudizio immediato e irreparabile ai sensi della giurisprudenza sopraccitata”.

 

Al contrario, secondo la Corte , “da quanto precede occorre concludere che i valori sequestrati potrebbero essere confiscati in quanto provento diretto dei reati contestati (dal Vaticano, ndr) al ricorrente, anche se in definitiva occorre comunque attendere l’eventuale decisione di confisca estera per valutare, in quel momento, la natura della misura”.

 

stabile di sloane avenue londra

Il Ministero pubblico della Confederazione svizzera (una sorta di Procura generale dello stato elvetico) ha del resto “già individuato numerose operazioni intervenute sul conto litigioso (cioè oggetto del contenzioso con il Vaticano, ndr) che potrebbero essere direttamente legate ai fatti contestati al ricorrente”. Cioè che denari detenuti sul conto in questione derivano dall‘affare di Londra. Inoltre i Promotori vaticani hanno affermato che nel procedimento estero risultano contestati a Mincione “reati in relazione ai quali lo stesso ha conseguito profitti di ammontare complessivo non inferiore a 300 milioni di euro”. Quindi un sequestro di 60 milioni risulta, secondo i giudici, proporzionato allo stato degli atti.

 

Le sentenze sfatano anche un altro mito e cioè che in Vaticano a causa del peculiare assetto istituzionale (con il Papa al vertice dello Stato e del potere legislativo e giudiziario) non esistano i principi del giusto processo. Ciò secondo la Corte dei reclami è dimostrato dalla ordinanza del 6 ottobre 2021, presa dal Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone, che ha rinviato gli atti al Promotore di giustizia anche nei confronti di Mincione per stabilire un nuovo eventuale rinvio a giudizio.

 

stabile di sloane avenue londra

Quanto ai quattro documenti relativi al procedimento firmati dal Pontefice, di cui il ricorrente è venuto a conoscenza solo nel luglio 2021 e che attribuiscono ampi poteri ai Promotori di giustizia (i cosiddetti Rescripta di Papa Francesco), la difesa di Mincione (secondo un’altra sentenza che respinto un ulteriore ricorso di Mincione pubblicata il 28 dicembre 2021 dalla Corte d’appello del Tribunale svizzero) non è stata in grado di provare di aver “tentato di accedere agli atti dell’incarto del procedimento vaticano durante le differenti fasi dell’inchiesta e che delle richieste in tal senso siano state respinte dalle autorità preposte, oppure che i suddetti documenti papali siano volutamente stati tenuti nascosti”.

 

La sentenza che ha dato torto a Mincione aggiunge inoltre una annotazione importante che spazza via tutte le obiezioni .”Per inciso, il codice di procedura penale della Città del Vaticano si fonda sul codice di procedura penale italiano del 1913, il quale prevede – come prevede anche il codice di diritto processuale svizzero – la possibilità di consultare e ottenere copie degli atti dell’incarto durante i differenti stadi di un procedimento penale”. Quindi, se le carte non sono state prodotte è mancata “la dovuta diligenza“ da parte della difesa di Mincione.

RAFFAELE MINCIONE

 

C’è infine la questione relativa alla violazione dei principi della Cedu, Corte europea dei diritti umani. “Sulla scorta dei documenti papali summenzionati - si legge nella sentenza - l’istante adduce che il procedimento all’estero violerebbe elementari principi procedurali o presenterebbe gravi lacune o altre gravi deficienze, in particolare che la Città Stato del Vaticano non rispetterebbe il principio della separazione dei poteri” e inoltre “non beneficia delle minime garanzie di un processo equo”. Ma dal momento che queste pretese violazioni possono essere invocate solo da un soggetto che si trovi nello Stato che richiede l’assistenza giudiziaria svizzera, la corte d’appello le “bolla“ come “ai limiti della temerarietà e questo modo di agire dilatorio non può trovare protezione”.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...