TEEN SPIRIT - GAY A 14 ANNI: ‘DOPO IL COMING OUT HO INIZIATO AD AVERE ATTACCHI DI PANICO E A FARE USO DI SONNIFERI: A VOLTE PENSO DI FARLA FINITA’ – ‘NON HO MAI BACIATO NESSUNO E SO DI ESSERE UN PESO MA PER FORTUNA HO QUALCHE AMICO’

Beatrice Borromeo per ‘Il Fatto Quotidiano'

E poi il momento arriva: per non nascondersi più, per ammettere, almeno con se stessi, quel che si sa da anni. Per lasciare che il gesto di qualcun altro cambi anche la propria vita. Ottobre di tre anni fa, liceo classico Berchet, Milano. Come ogni autunno, è tempo di autogestione. C'è chi parla di insegnanti, chi di voti e chi di politica. Il microfono passa di mano in mano e l'aula magna è gremita.

Poi prende la parola Alessandro e davanti a tutta la scuola dice, semplicemente, "sono gay". "Ho realizzato così - racconta Tommaso, 14 anni, che quel pomeriggio era seduto per terra in fondo alla classe - che anche io, prima o poi, avrei potuto fare coming out. Ma ho sentito alcuni ragazzi, in corridoio, prendere in giro Ale. Dargli del frocio, dire che non poteva usare l'assemblea per raccontare certe cose. Ho avuto paura, non ero pronto".

Poi Alessandro diventa rappresentante d'istituto e la sua popolarità cresce di continuo. L'anno dopo, torna sull'argomento. "Quel ragazzo ha parlato della sua omosessualità davanti ai compagni, agli insegnanti, pure ai suoi nonni. È stato davvero straordinario", ricorda il preside, Innocente Pessina, mentre guarda una foto scattata quel giorno. Allora Tommaso si decide: "Ho mandato una email ad Ale dicendogli che sono anche io gay. È incredibile: finché non senti la tua voce che lo dice, finché non leggi le tue parole sullo schermo del computer, non lo realizzi davvero. Appena ho cliccato ‘invio', invece, mi è sembrato surreale il fatto di non averne mai parlato prima. Lui mi ha risposto con uno smiley".

LA SCOPERTA
Tommaso giura che, senza Alessandro, sarebbe rimasto nell'ombra per anni. Forse per sempre: "Credo che mi sarei sposato, forse avrei avuto dei figli. So di essere omosessuale da quando avevo 12 o 13 anni. Ma la mente di un ragazzino gay fa miracoli: rimuove tutto, ignora i segnali. Io rifiutavo il pensiero, schiacciavo dentro di me ogni impulso, ero terrorizzato che gli altri sapessero.

Eppure non bastava: già a 10 anni i bambini mi chiedevano se fossi gay, mi prendevano in giro. ‘Sono normale', giuravo, ma a quell'età la cattiveria è pazzesca. Le medie sono state difficilissime". E ancora fino a un anno fa Tommaso "commentava" le compagne di scuola come tutti gli altri: "Per far parte della conversazione, per non essere tagliato fuori. Mi ero anche imposto di uscire con una, ma non ho avuto il coraggio. Non ce la facevo più".

IL PANICO E I SONNIFERI
Tommaso beve un caffè in un bar buio a pochi passi dalla scuola. Intorno non c'è nessuno, eppure parla a voce così bassa che è quasi impossibile sentirlo. È un ragazzo alto e magro, seduto con la schiena curva. Giocherella con le dita lunghe come candele con le bustine dello zucchero, e si sfoga senza pause: "Ho letto le storie di Chiara e Mattia che avete pubblicato la scorsa settimana. Sapere che a qualcuno importa quello che pensiamo, e che viviamo, mi ha fatto stare bene. Io ho nascosto tutto fino a che il mio malessere è diventato così forte da non poterlo più ignorare. Poi sono esploso".

E proprio quando ha ammesso di essere gay, racconta Tommaso, le cose sono, inaspettatamente, peggiorate: "Si pensa che il coming out basti per stare meglio, per liberarsi. Invece io ho cominciato ad avere attacchi di panico. La mia inclinazione alla tristezza - mi sento inadeguato, brutto, sfigato, escluso dai gruppi più popolari, più in vista - si è trasformata in depressione. Spesso sono completamente incapace di reagire". Tommaso ripercorre l'apatia che lo accompagna di giorno e le crisi d'ansia che lo assalgono di notte, quando pensa alla sua vita, alla morte, al futuro che non riesce a immaginare: "Ho cominciato a fare uso di sonniferi un paio di mesi fa. Non ho preso davvero in considerazione il suicidio, ma non è escluso che possa succedere. Credo di no, perché ho tanti amici. Spero di no, ma non so".

I GENITORI
Tommaso parla dei genitori come se toccasse a lui proteggerli, difenderli dalla sua omosessualità. Li racconta come persone aperte, semplici, che sanno di avere un figlio gay, ma scelgono di non confrontarsi. "Vedere il proprio bambino e sapere che è gay è un peso. E io non voglio pesare su nessuno. La mia omosessualità crea problemi e io non voglio essere un problema. I miei non hanno mai cercato di cambiarmi, volevo giocare con le bambole e me l'hanno permesso. Non ho ancora detto niente perché non so come gestire questa situazione, non voglio che mi vedano così disperato". E parlare con uno psicologo, per Tommaso, spezzerebbe quel tacito accordo che c'è con la sua famiglia: "Dovrei chiedere loro i soldi e non saprei come giustificarlo. Per fortuna ho i miei amici, che sono gli unici a placare la mia angoscia".

I TALK SHOW
Tommaso parla già da un'oretta e la luce che filtra nel bar pian piano sparisce. Per lui non è più un'intervista. Pare più un'autoanalisi, dove tutti i suoi dubbi emergono insieme. Ripercorre il primo dei suoi attacchi di panico, avvenuto mentre, in classe, si discuteva di bioetica e fecondazione assistita: "Di colpo ho pensato: ‘Avrò mai una famiglia? Come farò a sposarmi? Potrò adottare un bambino, o ricorrere all'utero in affitto? E soprattutto, è giusto che io abbia un figlio?'. Non so se posso essere genitore. Credo che sarei un bravo papà, non certo peggiore di un papà etero. Poi guardo la tv e vedo queste persone che descrivono quelli come me come esseri abominevoli, che rovinerebbero la vita dei propri figli. So che c'è gente per strada che mi picchierebbe. Se non mi insultano, in giro, è solo perché io non mostro la mia omosessualità. Mi vesto normalmente, mi comporto normalmente".

MAI UN BACIO
Tommaso svela la sua frustrazione più profonda: "Non sono mai stato con un ragazzo. Nemmeno con una ragazza, a dire il vero. Non ho mai neanche baciato nessuno, a meno che non valgano quei baci a stampo durante il gioco della bottiglia, in seconda media. Ho 17 anni e sono come un preadolescente. Devo ricominciare tutto da capo: è come se avessi 12 anni, non so fare niente, mi sento completamente inadeguato". E alle amiche, che insistono per accompagnarlo in un locale gay, risponde: "Perché devo andare in un posto pieno di sconosciuti, spesso molto più grandi di me? Per gli eterosessuali sperimentare è molto più semplice, e possono farlo con i coetanei. Io non me la sento di andare in quei locali. Soprattutto per via della mia più grande paura: che non succeda proprio niente. Che la vita passi senza che io la viva".

 

ADOLESCENTI GAYADOLESCENTI GAYADOLESCENTI GAYsesso x ADOLESCENTI GAYADOLESCENTI E SOCIAL NETWORK

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...