fabio de pasquale paolo storari

TOGA MANGIA TOGA - DA UNA CAUSA DI DIFFAMAZIONE INTENTANTA DAL PM STORARI A UN GIORNALISTA, SPUNTA PRIMA L’INTERROGATORIO IN CUI IL PROCURATORE AGGIUNTO FABIO DE PASQUALE, INTERROGATO A BRESCIA, ACCUSO’ STORARI DI AVER LASCIATO SCADERE IL TERMINE DELLE INDAGINI SU CLAUDIO DESCALZI NELL’INCHIESTA ENI-CONGO - POI DUE MESI DOPO DE PASQUALE HA FATTO DIETROFRONT, SPIEGANDO DI ESSERSI SBAGLIATO…

Luigi Ferrarella per www.corriere.it

 

descalzi

Aver lasciato scadere il termine delle indagini e averle così messe a rischio: poche accuse come queste, oltretutto con l’allusione che ciò avesse oggettivamente beneficiato un indagato «eccellente» come il numero 1 di Eni Claudio Descalzi nel fascicolo sul suo possibile conflitto di interessi con la moglie nel procedimento Eni-Congo, sarebbero sanguinose per un pm.

 

Ma ora, dall’indiretto oblò di una banale causa di diffamazione, intentata dal pm milanese Paolo Storari al quotidiano che il 18 gennaio 2022 lo aveva appunto tacciato di «non aver chiesto la proroga delle indagini di cui erano scaduti i termini» e così di aver messo «a rischio questa parte dell’inchiesta», affiorano due fatti inediti.

FABIO DE PASQUALE

 

Il primo è che in realtà l’origine della notizia errata non è stata un eventuale abbaglio dei giornalisti, ma una esplicita affermazione proprio dell’allora capo di Storari nel pool affari internazionali, il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, che la aveva messa a verbale in un interrogatorio alla Procura di Brescia l’1 dicembre 2021. Il secondo è però che De Pasquale, due mesi dopo aver accusato Storari davanti ai pm di Brescia, il 10 febbraio 2022 ha innestato la retromarcia, precipitandosi a rettificare il proprio verbale e spiegare di essersi sbagliato.

 

LA PRIMA VERSIONE

Storari a inizio 2022 querela il giornale perché in realtà, al momento in cui l’8 aprile 2021 aveva restituito a De Pasquale tutti i fascicoli (e quindi anche quello su Eni-Congo) una volta esplosa la vicenda dei verbali dell’avvocato esterno Eni Piero Amara informalmente consegnati in formato Word proprio da Storari all’allora membro del Csm Piercamillo Davigo, il termine non era affatto scaduto e per le indagini su Descalzi in Eni-Congo c’era tempo ancora due mesi e mezzo sino al 21 giugno 2021.

PAOLO STORARI

 

A fine 2021 De Pasquale riceve dalla Procura di Brescia un «avviso di conclusione delle indagini» nel quale gli si addebita di non aver depositato ai giudici e alle difese del processo Eni-Nigeria alcuni atti segnalati da Storari al vertice della Procura come potenzialmente indici dell’inattendibilità dell’imputato-teste d’accusa Vincenzo Armanna, ed è in questo contesto che la prima versione di De Pasquale l’1 dicembre 2021 su Storari in Eni-Congo è: «Io ho messo in mano a Storari l’indagine sul Congo in cui c’era la questione dei possibili illeciti a carico della moglie di Descalzi.

 

Notizia di reato che stranamente… che purtroppo lui ha dimenticato di… si è dimenticato di chiedere la proroga… Lui che chiedeva la proroga su tutto, non ho capito perché… al momento in cui ha restituito il fascicolo per questa notizia di reato non c’è proroga, è monca dal punto di vista delle indagini».

 

claudio descalzi 1

LA SECONDA VERSIONE

Il 18 gennaio 2022 esce l’articolo. Il 10 febbraio 2022 ecco però arrivare a Brescia una precisazione di De Pasquale che rettifica e cristallizza una seconda versione: «Nessuna proroga risulta essere stata chiesta dopo il 19 dicembre 2020 e i termini dell’indagine sono definitivamente scaduti ma, dopo aver consultato in modo più approfondito il fascicolo, devo precisare che risulta restituito da Storari a me l’8 aprile 2021 e i termini delle indagini sarebbero scaduti il successivo 21 giugno 2021, cosicché sarebbe stato ancora possibile chiedere la proroga».

 

PAOLO STORARI

La retromarcia è a 360 gradi, anche De Pasquale mantiene la doglianza che Storari «non fece alcuna espressa menzione circa la prossima scadenza del termine delle indagini» in un fascicolo «composto da ben 11 faldoni e 2 scatoloni di documenti». Con il cerino in mano, intanto, rischia ora di restare il giornalista, destinatario allo stato di un «avviso di conclusione delle indagini» per ipotesi di diffamazione anche se, nei giorni successivi all’articolo, aveva pubblicato di sua iniziativa una rettifica «a seguito di verifiche che si sono rese possibili solo qualche giorno fa», con annesse «scuse ai lettori e all’interessato».

FABIO DE PASQUALE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)