Matt Bissonnette è dispiaciuto per avere pubblicato, senza autorizzazione, “No Easy Day”, il libro che raccontava per filo e per segno il raid che tre anni fa uccise Osama bin Laden. E’ stato un errore non farlo leggere prima al governo, per questioni di sicurezza, e Bissonnette può ancora passare guai legali per aver dato informazioni protette. Erano top secret e ora lui è sotto inchiesta.
Quell’errore gli è costato a livello economico ed emotivo, e non intende rifarlo con il nuovo libro, intitolato “No Hero”, stavolta uscito col permesso del Pentagono. Ma questo non lo farà certo rientrare nelle grazie dei suoi ex compagni, “Reparto 6” dei Navy Seal, dato che il comandante ha messo nel quartier generale una lapide col nome di Bissonnette in bella vista.
«C’è un motivo se lo chiamano “Reparto 6”: sono gli anni di età» dice, amareggiato, l’uomo che fino a prima della pubblicazione era considerato fra i migliori in servizio, supplicato di restare anche dopo il raid del 2011. Bissonnette è convinto che siano stati i suoi infantili ex-compagni a rivelare il suo nome a “Fox News”. Lui avrebbe preferito mantenere lo pseudonimo di “Mark Owen” ed evitare di ricevere minacce di morte on line.
Ora ha capito che il problema è aver scoperchiato il vaso di Pandora. Si è fidato del consiglio di un esperto, che esperto non era. Dopo la prima intervista lunga un’ora, si è reso conto di aver scavalcato più d’uno e ha proposto di interrompere la promozione del libro, poi si è offerto di devolvere i soldi incassati con i diritti d'autore, ma le autorità governative preferiscono un'inchiesta con tutti i crismi.
E anche gli ex colleghi. Secondo i commandos va sempre tenuto il segreto professionale. La loro etica è non rendere nota la natura del lavoro che svolgono (per non mettere a rischio le operazioni) e non cercare riconoscimenti plateali. Chi cerca notorietà e soldi, sminuisce la missione e tradisce i valori della squadra.
Per Bissonnette, questo è un atteggiamento da ipocriti. La CIA e il Pentagono avevano già fornito informazioni sul raid, collaborando al film “Zero Dark Thirty” di Kathryn Bigelow. Al mondo esistono tantissimi altri soldati che hanno scritto sulla propria esperienza in Iraq , in Vietnam, a Panama. Perché non sono finiti sotto inchiesta?
I commilitoni e le autorità non sopporteranno un altro libro di Bissonnette, ma il pubblico americano lo accoglie bene, basta dare uno sguardo alle vendite. E’ stato uno degli uomini che ha fatto fuori Bin Laden e vogliono sentirlo raccontare altre storie.