papa francesco

VATICANO CITTA' APERTA! BERGOGLIO: "AMO IL NEOREALISMO. SONO CRESCIUTO CON ANNA MAGNANI E ROBERTO ROSSELLINI" - IL PAPA NEL NUOVO LIBRO DI DARIO EDOARDO VIGANO' PARLA DEL SUO RAPPORTO CON IL CINEMA ITALIANO - "I FILM DEL NEOREALISMO CI HANNO INSEGNATO A GUARDARE LA REALTA' CON OCCHI NUOVI. IL FILM CHE HO AMATO DI PIU' E' STATA "LA STRADA" DI FELLINI CHE HA SAPUTO DONARE UNA LUCE INEDITA ALLO SGUARDO SUGLI ULTIMI"

Dario Edoardo Viganò per la Repubblica

 

papa francesco 1

ln questo colloquio, estratto dal volume "Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità", il Pontefice racconta il suo amore per i capolavori del Novecento, da “Roma città aperta” di Rossellini alle grandi opere di De Sica e Fellini. Una passione nata grazie ai genitori: «Ci portavano spesso in sala, così capimmo gli effetti della guerra».

 

Nel suo magistero non di rado fa riferimento al cinema: talvolta la sentiamo citare questo o quel film. Da dove nasce questo suo particolare rapporto col cinema?

«Devo la mia cultura cinematografica soprattutto ai miei genitori. Quando ero bambino, frequentavo spesso il cinema di quartiere, dove si proiettavano anche tre film di seguito. Fa parte dei ricordi belli della mia infanzia: i miei genitori mi hanno insegnato a godere dell'arte, nelle sue varie forme. Il sabato, ad esempio, con la mamma, insieme ai miei fratelli, ascoltavamo le opere liriche che trasmettevano alla Radio del Estado (oggi Radio Nacional).

 

Ci faceva sedere accanto all'apparecchio e prima che cominciasse la trasmissione ci raccontava la trama dell'opera. Quando stava per iniziare qualche aria importante ci avvertiva: "State attenti, questa è una canzone molto bella". Era una cosa meravigliosa. E poi c'erano i film al cinema, per i quali i miei applicavano lo stesso metodo: come facevano con le opere, ce li spiegavano per farci orientare».

 

Lo sguardo, porta del cuore

Ed è in questo contesto che è nato anche il suo rapporto con il neorealismo italiano.

«Sì, tra i film che i miei vollero assolutamente che noi conoscessimo c'erano proprio quelli del neorealismo. Tra i dieci e i dodici anni credo di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, tra cui "Roma città aperta" di Roberto Rossellini che ho amato molto.

 

Per noi bambini in Argentina, quei film sono stati molto importanti, perché ci hanno fatto capire in profondità la grande tragedia della guerra mondiale. A Buenos Aires la guerra l'abbiamo conosciuta soprattutto attraverso i tanti migranti che sono arrivati: italiani, polacchi, tedeschi... I loro racconti ci hanno aperto gli occhi su un dramma che non conoscevamo direttamente, ma è anche grazie al cinema che abbiamo acquisito una coscienza profonda dei suoi effetti».

 

Dove sta l'attualità di questi film?

«I film del neorealismo ci hanno formato il cuore e ancora possono farlo. Direi di più: quei film ci hanno insegnato a guardare la realtà con occhi nuovi. Quanta necessità abbiamo oggi d'imparare a guardare! La difficile situazione che stiamo vivendo, segnata a fondo dalla pandemia, genera preoccupazione, paura, sconforto: per questo servono occhi capaci di fendere il buio della notte, di alzare lo sguardo oltre il muro per scrutare l'orizzonte».

 

Ma in che modo questo cinema può insegnarci a guardare?

roma citta aperta

«Quello neorealista è uno sguardo che provoca la coscienza. "I bambini ci guardano" è un film del 1943 di Vittorio De Sica che amo citare spesso perché è molto bello e ricco di significati. In tanti film lo sguardo neorealista è stato lo sguardo dei bambini sul mondo: uno sguardo puro, capace di captare tutto, uno sguardo limpido attraverso il quale possiamo individuare subito e con nitidezza il bene e il male».

 

A questo proposito viene alla mente un altro grande maestro del cinema italiano come Federico Fellini, che lei ama spesso citare, per la sua capacità di restituire lo sguardo sugli ultimi.

roma citta aperta

«Sì, "La strada" di Fellini è il film che forse ho amato di più. M'identifico molto in quel film, in cui troviamo un implicito riferimento a san Francesco. Fellini ha saputo donare una luce inedita allo sguardo sugli ultimi. In quel film il racconto sugli ultimi è esemplare ed è un invito a preservare il loro prezioso sguardo sulla realtà».

 

Se dovesse, dunque, indicare qual è la qualità più importante dello sguardo neorealista?

masina la strada

«Direi quella di aver saputo guardare non solo dentro la storia, ma anche dentro il cuore degli uomini. In questo sta la sua catechesi di umanità: valida allora e valida oggi. Uno sguardo che tocca la realtà, ma anche il cuore, è uno sguardo che la realtà la trasforma.

 

Non è uno sguardo che ti lascia dove sei, ma è uno sguardo che ti porta su, che ti solleva, che ti invita ad alzarti. Il cinema neorealista ha avuto questo potere, proprio della grande arte, di saper cogliere nell'inverno ciò che era già primavera. È uno sguardo che nelle tenebre custodisce il gusto e il senso della luce».

 

Che valore ha per lei il cinema nella dinamica tra storia e memoria? E quanto è importante custodire questa "memoria per immagini"?

masina la strada 1

«Questo è un discorso decisivo per il futuro. Nella mia esperienza di pastore ho attinto diverse volte alla "memoria per immagini": in Amoris laetitia, faccio riferimento al film "Il pranzo di Babette", di Gabriel Axel (1987), per spiegare l'importanza della "gioia che deriva dal procurare diletto agli altri"; in Fratelli tutti ci sono ben tre riferimenti al film "Papa Francesco - Un uomo di parola", di Wim Wenders (2018).

 

Il cinema insegna a creare e custodire la memoria, attraverso uno sguardo che sa tradurre e decifrare il messaggio. Dobbiamo essere bravi custodi della "memoria per immagini" per trasmetterla ai nostri figli, ai nostri nipoti. Non bisogna sottovalutare l'importanza di questi documenti che, pur essendo un patrimonio recente, è paradossalmente molto fragile e necessita di costanti cure: molto è già andato perso a causa dell'incuria e della mancanza di risorse e competenze. Su questo fronte dobbiamo fare di più, anche come Chiesa".

 

stephane audran il pranzo di babette

Fare di più da parte della Chiesa significa anzitutto non disperdere il patrimonio delle fonti audiovisive o forse poter immaginare qualcosa che si affianchi alle grandi istituzioni vaticane dell'Archivio e della Biblioteca apostolica?

«Penso a un'istituzione che funzioni da Archivio Centrale per la conservazione permanente e ordinata secondo i criteri scientifici, dei fondi storici audiovisivi degli organismi della Santa Sede e della Chiesa universale. Potremmo chiamarla una Mediateca».

 

Il libro e l’incontro

don dario vigano'

Questo testo è un estratto da "Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità" di Dario Edoardo Viganò (Effatà, pagg. 104, euro 14), Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali della Santa Sede. Il volume contiene un’intervista sul cinema al Papa.

 

Incontro con l’autore all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede il 21 luglio alle 10: l’ambasciatore Pietro Sebastiani introduce, poi interventi di Francesco Bruni, regista e sceneggiatore; Enrico Bufalini, direttore dell’Archivio storico Luce; Gianluca Della Maggiore di Uninettuno; la direttrice Teche Rai Paola Sciommeri. Modera Giovanna Pancheri, contributo video di Violante Placido.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…