quartiere a luci rosse di ginevra

VIAGGIO NEL QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA - IL LAVORO È A ORARIO CONTINUATO: LE RAGAZZE FANNO DEI TURNI DI 8 ORE - CI SONO SOPRATTUTTO FRANCESI, ROMENE, UCRAINE, NIGERIANE E RUSSE - LE TARIFFE? 100 FRANCHI PER UN QUARTO D'ORA, 175 PER UN'ORA - OGNI ‘LUCCIOLA’ CEDE PARTE DELL'INCASSO AI PROPRIETARI DELLA VETRINA

Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio per www.radiocusanocampus.it

 

Chi conosce Roma capirà al volo. Passeggiando nel quartiere a luci rosse di Ginevra ti senti in un posto a metà tra l'Esquilino (tante culture ed etnie differenti convivono in modo fondamentalmente pacifico) e il Pigneto (per i tipi ambigui ma apparentemente innocui che sembrano fare da vedetta all'inizio di ogni strada). L'atmosfera è frizzante, il clima difficile da raccontare. Devi tenere gli occhi aperti, su questo non ci sono dubbi. In una zona di un paio di chilometri quadrati, ci sono almeno dieci saloni. Prostituzione ovunque. Ostentata a qualsiasi ora del giorno e della notte.

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRAQUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

 

Il lavoro è orario continuato. Le ragazze fanno dei turni di 8 ore. Mattino, pomeriggio, sera. Si alternano, come se lavorassero in una farmacia. Sarebbe sbagliato considerare il quartiere a luci rosse di Ginevra un ghetto: non c'è soltanto prostituzione.

 

E' pieno di ristoranti etnici, parrucchieri, supermercati, c'è un centro medico (utilizzato come punto di riferimento da diverse ragazze dedite al mestiere"), una pizzeria italiana, due kebabari, due sexy shop che da un lato (a pochi passi dalla stazione) e dall'altro (in zona lago) sanciscono i confini della zona in cui il sesso a pagamento è un dogma e in cui operano tantissime donne, di ogni età e di ogni nazionalità (con prevalenza di francesi, romene, ucraine, nigeriane e russe).

 

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

Passeggiare alle nove del mattino per le vie di Les Paquis ti mostra l'altra faccia della Svizzera. Ginevra. Donne in vetrina che hanno appena dato il cambio alle 'colleghe' nel quartiere a luci rosse che si risveglia dai bagordi della notte. Insospettabili che osservano,  entrano, consumano e se ne vanno. Una ragazza si accorge che stiamo provando a fare delle foto e va su tutte le furie. Esce dal salone dove si trovava, viene verso di noi seminuda. Parla francese, gli diciamo che siamo giornalisti.

 

Si calma soltanto quando le facciamo vedere che non abbiamo scattato nessuna foto. Accetta di fare due chiacchiere. Si chiama Monique. Ci racconta che è nata in Francia, ha 26 anni. Lavora nel quartiere a luci rosse di Ginevra da qualche mese. "Amo questo lavoro! In passato ho fatto tante attività, dalla barista all'assistente dentale. Guadagnavo pochissimo e mi sentivo umiliata.

 

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA  QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

Qui invece riesco a mettere da parte tremila franchi (un franco svizzero vale poco meno di un euro) a settimana, sono al sicuro, ogni due settimane il gestore del salone ci fa fare le analisi del sangue, lavoro dalle otto alle sedici, e posso permettermi cose che se non avessi fatto questa professione mai avrei potuto sognare".

 

Monique ha delle tariffe standard e intrattabili: "Prendo 100 franchi per un quarto d'ora, 175 franchi per un'ora. Per 250 franchi pratico sesso orale senza preservativo. Se ho paura di beccarmi qualche malattia? Quella c'è sempre, ma siamo molto controllate. C'è il centro medico qui dietro dove mi faccio visitare e fare le analisi ogni quattordici giorni. I soldi che ricevo dal mio primo cliente della giornata vanno al padrone del salone. Il primo incasso è suo. Su tutto il resto facciamo a metà".

 

Le chiediamo se è libera, vogliamo capire che cosa accadrebbe se decidesse di andarsene dal giorno alla notte: "Nessuno mi tratterrebbe. Stare qui è una mia decisione. Ma non credo che smetterò con questo lavoro, almeno per il momento. Il futuro? Io non ho un futuro. Non penso al domani, non faccio programmi. Ora sto qui, poi si vedrà". Si fa improvvisamente triste. Gentilmente ci invita ad uscire. Altrimenti, non potendo stare in vetrina, rischia di perdere clienti.

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA   QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

 

Salutiamo Monique e proseguiamo il nostro giro. Rue Sismondi, cinque minuti a piedi dalla stazione, è una delle vie principali del quartiere a luci rosse di Ginevra. Ogni dieci metri c'è un salone con donne in vetrina oppure ragazze a piedi che cercano furtivamente di adescare uomini attratti dal sesso a pagamento. 

 

All'improvviso fuori da un albergo, un ragazzo africano ci guarda. Si è da poco staccato da un gruppetto di quattro persone. Ci viene vicino, si cala i pantaloni e inizia a fare pipì contro il muro davanti a noi. Ci chiama. "Capo, capo, capo". Capita. Anche in Svizzera. Anche a Ginevra. Imbarazzati facciamo finta di nulla e proseguiamo. Sembrava quasi voler marcare il territorio. Forse a suo dire stiamo osservando con eccessiva curiosità i movimenti della via.

 

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA    QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

Giusto il tempo di fare qualche metro. Una ragazza mora e giovanissima ci saluta con fare provocante da dietro a una vetrina. A gesti, cerchiamo di chiederle se possiamo entrare per farle una breve intervista. Accetta, purché non ci siano fotocamere e registratori in funzione. Sembra più piccola dell'età che ha. "Ho 22 anni, ma state tranquilli: la polizia controlla molto questa zona. Nessuno correrebbe mai il rischio di far lavorare una ragazza minorenne". Le crediamo, anche se di anni ne dimostra massimo 18 o 19.

 

E' ucraina e dice di chiamarsi Renata: "Sono di Dnipro, lavoro nel quartiere a luci rosse di Ginevra da 1 anno, conto di andarmene tra al massimo due. Tutte le amiche che ho trovato qui sono concordi nel dire che non si può fare questo lavoro per più di tre anni.

 

Ti rovina. Anche se nessuna è costretta, lo facciamo tutte per la stessa identica ragione. I soldi. Fino a qualche settimana fa qui c'era anche una ragazza italiana. Ora, per quanto ne so, è tornata a casa. Se sono felice di quello che faccio? Certo che no. Come potrei essere felice facendo la prostituta in vetrina sotto lo sguardo di tutti? Cerco di non pensare a quello che faccio, voglio mettere da parte soldi per costruirmi una casa e poi basta".

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRAQUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

 

Anche per lei le tariffe sono standard: "100 franchi un quarto d'ora, sesso solo con preservativo". Le chiediamo chi sono i suoi clienti  tipo: "Italiani come voi (ride) e svizzeri. Ultimamente il turismo è un po' in calo. Almeno io ho notato questo. Il franco è troppo forte, il cambio con l'euro quasi alla pari danneggia gli affari. Tanti, soprattutto tra gli italiani, si lamentano perché le nostre tariffe sono troppo care".

 

Le facciamo notare che sembra un'esperta di finanza: "Per fare questo lavoro devi stare attenta a tutti i dettagli. Non puoi fregartene di come va il mondo se vuoi fare tanti soldi". Prima di salutarla le chiediamo com'è il suo rapporto con il proprietario del salone: "E' una donna. Molto gentile con me. Per i turni ci mettiamo d'accordo tra ragazze, io preferisco lavorare la mattina. Su quello che guadagno, il 70% resta a me, il 30% va a lei. Perché preferisco lavorare la mattina? Perché la sera ci sono più persone, è vero, ma sono turisti, curiosi, coppie, comitive di amici. La mattina invece passa meno gente, ma chi nel quartiere a luci rosse di Ginevra la mattina difficilmente ci capita per caso. Viene a consumare. Si guadagna di più al mattino che la notte".

 

QUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRAQUARTIERE A LUCI ROSSE DI GINEVRA

Uscendo dal salone, notiamo che a guardarci incuriosito c'è un ragazzo di colore. "Siete giornalisti? Entrate nel mio locale, vi offro un caffè". Si fa chiamare Baba, è una delle memorie storiche del quartiere a luci rosse di Ginevra. Gli chiediamo come funziona: "Per me questo quartiere è il migliore del mondo. Pieno di turisti, di vita, di gente che va e viene". Sì, ma la prostituzione?

 

Per Baba non è un problema: "Le ragazze che vedete in vetrina sono tutte volontarie, è una loro scelta quella di fare le prostitute. Le minorenni non ci sono, la violenza non c'è, la polizia passa molto spesso, c'è un po' di tutto, ma si sta bene". Chiediamo a Baba chi sono quelle figure un po' losche che sembrano fare da sentinella a ogni incrocio: "Alcuni sbandati, altri piccoli spacciatori. Ma non sono pericolosi. Questo quartiere è una delle più grandi attrazioni di Ginevra. Non devono esserci problemi qui, non deve capitare nulla ai turisti. Sarebbe una cattiva pubblicità".

 

Tornando verso la stazione, subito dopo aver svoltato per Rue Pellegrino Rossi, la strada che delimita la fine del quartiere a luci rosse di Ginevra, un ragazzo altissimo con una vistosissima parrucca bionda ci guarda. Saluta. Rispondiamo allontanandoci mentre lui continua a mandarci baci d'ammiccamento.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…