anne hidalgo

LE VIE EN ROSE DI PARIGI – MULTATA LA SINDACA ANNE HIDALGO PER ECCESSO DI QUOTE ROSE. SONO STATE VIOLATE LE REGOLE SUL RAPPORTO TRA I SESSI (60-40) NELLE NOMINE DIRIGENZIALI. AGLI UOMINI SOLO CINQUE POSTI SU SEDICI. IL COMUNE ORA DOVRÀ PAGARE 90MILA EURO - VALERIA BRUNI TEDESCHI: “SONO DALLA PARTE DELLA SINDACA. HIDALGO HA SCELTO PER MERITO. GLI SQUILIBRI DA CORREGGERE SONO INFINITI E PER SUPERARLI C' È BISOGNO DI ATTI SIGNIFICATIVI, MAGARI DECISI D'AUTORITÀ E A VOLTE UN PO' FORZATI (LE FORZATURE E LE DISCRIMINAZIONI AI DANNI DI QUEI CATTIVONI DEGLI UOMINI IN QUESTO CASO VANNO BENE?)...

Francesca Pierantozzi per il Messaggero

 

ANNE HIDALGO

Troppo rosa il municipio di Parigi: fatto inedito nella storia delle pari opportunità, la giunta di Anne Hidalgo è stata sanzionata dallo Stato per eccesso di quote protette. Nel 2018 il municipio si era addirittura vantato di aver assunto, su 16 nuovi dirigenti, ben 11 donne.

 

E invece sbagliato: la legge Sauvadet del 2012, infatti, riserva una quota minima del 40% a persone dello stesso sesso nelle assunzioni ai posti di dirigente della funzione pubblica. L' intento della norma era evidentemente di sostenere l' accesso delle donne ai posti di direzione, pur non facendo distinzione di sesso.

 

Il municipio di Parigi ha peccato per eccesso di zelo e la scure della legge è caduta senza pietà: 90 mila euro di multa per non aver rispettato le quote nelle assunzioni. In questo caso, è stata la quota azzurra ad essere discriminata: troppo pochi i cinque uomini assunti rispetto alle quindici colleghe. «Scusate tanto eh» ha twittato, con tanto di faccina sorridente, il braccio destro di Anne Hidalgo, Emmanuel Grégoire. «È davvero paradossale che ci vengano rimproverate delle nomine che in realtà ci aiutano soltanto a colmare il ritardo che abbiamo» in quanto a parità, è insorto Antoine Guillou, responsabile del personale al Comune di Parigi.

anne hidalgo

 

LA LEGGE TRAPPOLA In realtà, il legislatore si era già accorto dell' inganno celato nella legge, che è stata corretta nel 2019. Ormai se un ente pubblico assume una proporzione di donne superiore alla soglia fatidica del 60 per cento, non è più reato a patto che globalmente, in quel settore, le donne non siano già superiori al 50 per cento. Insomma, per colmare il ritardo di quote rosa, è ormai consentito assumere donne in massa.

 

Per il comune di Parigi, però, niente da fare, l' infornata di undici direttrici ricade sotto la vecchia norma e quindi dovrà pagare. E pazienza se nel Comune la percentuale di donne in direzione resta ancora inferiore alla metà: sono il 47 per cento.

 

Altri enti locali erano già stati beffati dalla vecchia legge sulle quote. Nel 2017 era toccato al comune di Lille (governato dall' ex ministra Martine Aubry) essere sanzionato per aver assunto troppe donne, ed è poi stato il sindaco di Bourg-en-Bresse Jean-François Debat, a essere punito.

 

laura flessel emmanuel macron anne hidalgo

La sua colpa: nel 2017 aveva assunto quattro donne e un solo uomo in posti dirigenziali della comunità metropolitana di cui era a capo, e che continuava comunque ad avere più uomini che donne nei posti di responsabilità. «È assurdo essere sanzionato per questo motivo. Rivendico la mia scelta, e farò tutti i ricorsi possibili», aveva detto Debat.

 

Alla fine la ex ministra alle Pari Opportunità Marlène Schiappa era intervenuta presso il Ministero della Funzione Pubblica per chiedere un atto di clemenza.

 

ANNE HIDALGO

Non si sa se anche il Comune di Parigi farà ricorso (il Ministero ha riconosciuto che l' assunzione «fuorilegge» del 2018 ha il merito di «contribuire alla femminilizzazione dirigenziale») di certo la giunta di Hidalgo non intende farsi scoraggiare dalla multa e ha annunciato che continuerà sulla strada della parità.

 

Nel 2021 sarà lanciato il «Plan Paris Employeur inclusif» (Parigi, datore di lavoro inclusivo) per ridurre le differenze di remunerazione tra uomini e donne (che a Parigi è ancora 6%) e anche per rendere più femminili settori tradizionalmente maschili come quello degli ingegneri e, quello dei netturbini, dove gli uomini sono addirittura il 94%.

 

 

VALERIA BRUNI TEDESCHI

Gloria Satta per il Messaggero

 

ANNE HIDALGO

«Anne Hidalgo multata perché ha nominato troppe donne nei posti-chiave del Comune?

Mi pare assurdo. E io sono dalla parte della sindaca», reagisce a caldo Valeria Bruni Tedeschi. L' attrice e regista, 56 anni, due figli, italiana di nascita ma naturalizzata francese e residente a Parigi fin dall' infanzia, non è soltanto una voce autorevole del cinema europeo: da cittadina e da artista, è impegnata da sempre nelle battaglie contro ogni tipo di diseguaglianza sociale, culturale, politica, di genere.

 

valeria bruni tedeschi foto di bacco (2)

Non crede che Hidalgo abbia applicato una discriminazione positiva che penalizza gli uomini?

«Assolutamente no. Sono convinta che la sindaca abbia nominato delle donne ai vertici del Comune perché queste se lo meritavano: in base alle competenze erano le persone giuste per i rispettivi ruoli».

 

Ma gli uomini si sono lamentati perché questa scelta ha finito per danneggiare loro, ridotti a una minoranza.

«Mi fanno semplicemente ridere, questa protesta è ridicola».

 

Perché pensa che, in materia di parità, le donne abbiano troppi arretrati da colmare?

valeria bruni tedeschi foto di bacco (1)

«È così. C' è ancora tanto lavoro da fare per cambiare la mentalità retrograda della società. Gli squilibri da correggere sono infiniti e per superarli c' è bisogno di atti significativi, magari decisi d' autorità e a volte un po' forzati. Ma necessari, come aiutare un bambino a nascere con il forcipe».

 

E la discriminazione a favore delle donne è una misura necessaria?

«Fermo restando che per me Hidalgo non ha agito per svantaggiare i maschi ma per garantire l' efficienza del proprio ufficio, ho ragionato sul problema della discriminazione positiva e sono arrivata a una conclusione: per superare la disparità, in questo periodo storico è inevitabile favorire le donne».

 

Approva dunque le quote rosa?

«Certo. Vanno applicate in tutti i settori della nostra vita per garantire alle donne le stesse opportunità degli uomini, ma sono anche convinta che si tratti di un espediente a termine».

 

E in che momento le quote rosa potranno essere abolite?

Jean Marc Germain il marito di Anne Hidalgo

«Solo quando la società si sarà evoluta e la mentalità sarà finalmente cambiata. Ci vorrà ancora del tempo, è un problema di cultura e di educazione. E non riguarda soltanto le donne».

 

Chi altro?

«Mi riferisco all' intera società che oggi ospita discriminazioni e pregiudizi. È la conseguenza degli errori della storia che ha sempre bistrattato le minoranze. E questi errori vanno raddrizzati. Verrà il giorno in cui verrà considerato normale farsi operare da un chirurgo donna ma anche da un chirurgo nero. E allora non ci sarà più bisogno che la parità venga imposta. Ma quel giorno è ancora lontano, siamo ancora culturalmente maleducati».

 

In quali settori c' è più bisogno, secondo lei, di imporre l' eguaglianza?

«Non solo nella medicina, ma un po' in tutti gli ambiti del lavoro. Perfino nella cucina: le donne hanno sempre fatto da mangiare, ma guarda caso gli chef stellati sono tutti maschi».

valeria bruni tedeschi

 

Il cinema è un ambiente discriminatorio?

«Quando ho iniziato io, una trentina d' anni fa, le registe erano pochissime e io stessa, al primo film, sono stata guardata con un certo sospetto. Ma oggi, almeno in Francia, le cose sono molto cambiate e dietro la cinepresa non c' è più differenza tra uomini e donne. Eppure si fa ancora fatica ad affidare il ruolo di protagonista ad un' attrice nera. Dobbiamo combattere per smantellare anche questa discriminazione se vogliamo il vero cambiamento».

Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi

 

 

golino valeria bruni tedeschi

Anne Hidalgo anne hidalgo con il marito jean marc germain anne hidalgo ANNE HIDALGO

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...