nino marazzita

VITA, LAVORI E CRIMINALI DEL PERRY MASON DE’ NOANTRI, L’AVVOCATO NINO MARAZZITA: “PACCIANI E I SUOI AMICI ERANO INNOCENTI. LUI E I COMPAGNI DI MERENDE ERANO SOLO DEI GUARDONI TOSCANI INNOCUI. VANNI NON HA MAI NEMMENO CAPITO COSA GLI FOSSE CAPITATO" - E POI IL CASO PASOLINI, ALDO MORO E IL PM MORTO PER INCIDENTE...

Giuseppe Pollicelli per “Libero Quotidiano”

 

CARMEN DI PIETRO - NINO MARAZZITACARMEN DI PIETRO - NINO MARAZZITA

Non ci fosse stato Gianni Agnelli, l'avvocato italiano per antonomasia sarebbe probabilmente stato lui, Antonino Marazzita, per tutti Nino, nato a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, 78 anni fa e tuttora vitalissimo, attivo su più fronti, sempre impegnato a far la spola tra il suo studio legale situato in zona Fleming (Roma nord) e il Centro Titanus Elios di Via Tiburtina (Roma est), in cui si registra per Rete 4 la trasmissione Forum, del cui cast Marazzita è uno dei pilastri. Penalista di rango, tra i più richiesti del nostro Paese, ha preso parte ad alcuni dei più importanti processi nella storia italiana degli ultimi quarant'anni, affermandosi anche come personaggio pubblico e protagonista delle cronache mondane.

nino marazzitanino marazzita

 

Nella sua autobiografia, uscita qualche anno fa per Rizzoli, racconta di come suo padre Giuseppe, avvocato a Palmi e convinto antifascista, allontanasse da sé, alla fine della giornata lavorativa, ogni preoccupazione maturata in tribunale. È così anche per lei?

«Sì. Nella mia carriera mi è successo diverse volte di ricevere confidenze scottanti, talvolta relative a vicende delicate della vita politica nazionale, e ho sempre lasciato tutto nel mio studio, evitando di farlo entrare a casa».

 

Nella scelta di diventare un avvocato penalista, quanto ha inciso il modello di suo padre?

«Ha avuto sicuramente un peso. Lui mi ha trasmesso il suo amore per la musica classica e per il latino, ma quando ero ragazzo mi ripeteva spesso che il mestiere di avvocato è pesante, spingendomi addirittura a intraprendere la carriera artistica, prova ne sia che mentre studiavo giurisprudenza frequentavo anche il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove mi sono diplomato come regista».

nino marazzita attilio romitanino marazzita attilio romita

 

Alla fine, però, ha scelto la toga.

«Furono determinanti due cose. Il rapporto personale con un grande penalista sardo che esercitava a Roma, Giuseppe Sotgiu, e la mia curiosità verso il male e chi lo commette. Di fronte a un delitto sono istintivamente portato a valutare le evidenze che potrebbero andare a difesa del presunto colpevole».

 

Sempre nella sua biografia scrive che quasi tutti gli assassini con cui ha avuto a che fare erano persone di non grande intelligenza.

«Il cosiddetto genio del male non l'ho mai neanche sfiorato. Il serial killer Donato Bilancia, che ho difeso, è per esempio persona notevolmente poco dotata dal punto di vista intellettivo».

 

patrizia de blanck  nino marazzitapatrizia de blanck nino marazzita

Eppure non mancano gli individui malvagi che sono stati capaci di lasciare un segno nella Storia: Stalin, Hitler e via elencando.

«Sono dei bipolari che tendono alla follia e si "curano" attraverso il potere. Il discorso, in proporzione, vale anche per persone meno inclini al male».

 

E gli assassini seriali?

«Prendiamo ancora Bilancia: una volta risparmiò una prostituta dopo che questa, supplicandolo, gli aveva detto di avere un figlio. Non è stato un accesso di bontà: semplicemente, in quella circostanza, il sadismo di Bilancia ha trovato pieno appagamento, avendo lui potuto esercitare su quella donna potere di vita o di morte».

nino marazzita col garantistanino marazzita col garantista

 

Per lei il male non ha mai rappresentato una tentazione?

«Direi di no. E comunque questi criminali sono un ottimo modo per avere a che fare con il male tenendolo lontano da sé. È una continua verifica».

 

Le è mai successo di far assolvere qualcuno della cui colpevolezza fosse sicuro?

«Sì. A Macerata un uomo, salito su un autobus per compiere una rapina, uccise due persone e ne ferì una terza dopo che un brigadiere in pensione, presente sul mezzo, aveva estratto la pistola e gli aveva sparato contro senza colpirlo. Il tizio fu assolto in primo grado e il processo non ebbe un seguito a causa del pm, che scrisse un ricorso inammissibile per un vizio di forma, e del procuratore generale di Ancona, che presentò l'impugnazione con un giorno di ritardo rispetto al termine ultimo. Insomma, l'assassino la fece franca. Gli dissi: "Guarda che lo so che il colpevole sei tu". E lui mi rispose: "Lo so benissimo che lo sa"».

NINO MARAZZITA  NINO MARAZZITA

 

Come riuscì a non farlo condannare?

«Fu assolto per insufficienza di prove. In quel periodo nelle Marche c'era un latitante con un nome simile a quello del mio assistito e io insinuai il dubbio che il colpevole fosse appunto quest'altra persona».

 

Le pare eticamente ammissibile sottrarre alla pena chi la meriterebbe?

«Il mio lavoro consiste nella difesa del cliente, chiunque egli sia, e ha come obiettivo la vittoria della causa. Sono io contro lo Stato, il quale dispone di tutti i mezzi (compresi i vari gradi di giudizio e le impugnazioni, e non è colpa mia se c'è chi non sa sfruttarli bene) per battagliare con me. Dopodiché la decisione ultima spetta al giudice».

Pietro PaccianiPietro Pacciani

 

Ha mai conosciuto magistrati che si siano accaniti contro innocenti?

«Mi sono imbattuto in almeno tre pubblici ministeri che hanno perseguitato delle persone per motivi di risentimento personale. Uno, in Calabria, non riuscendo a ottenere i favori di una minorenne, faceva perquisire di continuo le spiagge di cui erano proprietari i genitori della ragazza».

 

Come si è conclusa la storia?

«Il pm è morto in un incidente automobilistico».

 

Lei ha difeso anche Pacciani, il presunto mostro di Firenze. Era davvero innocente?

OSTIA PASOLINIOSTIA PASOLINI

«Sia lui che i suoi amici. Lessi la sentenza del processo di primo grado, che lo aveva condannato, perché dovevo partecipare a un dibattito in tv. Non stava in piedi e così decisi di diventare il difensore di Pacciani. Lui e i cosiddetti compagni di merende erano solo dei guardoni toscani,sostanzialmente innocui. Vanni non ha mai nemmeno realmente capito cosa gli fosse capitato e perché fosse rimasto coinvolto in quella storia».

 

NERUDA PASOLININERUDA PASOLINI

Il caso Pasolini, nel 1975, è quello che per primo le diede notorietà: lei fu, con Guido Calvi, il legale della famiglia del poeta. Si arriverà mai alla piena verità?

«Ormai è improbabile. Con l' ultima inchiesta si è persa un' ottima occasione e credo che alcune risultanze, come certe contraddizioni nella ricostruzione di quella notte a Ostia da parte di testimoni oculari, dovessero essere valutate in modo diverso dal pm che ha condotto le indagini».

 

Ma perché, dopo il processo di primo grado, venne tolta la presenza di ignoti dalla sentenza che condannava Pino Pelosi?

«Perché la procura di Roma temeva che nell' omicidio potesse essere coinvolta in qualche modo la politica. Dunque, vero o no che fosse, meglio stare tranquilli e confermare Pelosi come unico colpevole. Poi, a delitto avvenuto, c' è stato da più parti l' interesse a delegittimare definitivamente la figura di Pasolini. L' avvocato Rocco Mangia ricevette 50 milioni dalla Dc per diventare il legale di Pelosi».

pino pelosipino pelosi

 

Come fa a saperlo?

«Me lo confidò lui».

 

Lei ha partecipato anche al processo Moro. Chi volle la morte dello statista?

«Ci fu una micidiale convergenza di interessi tra la Dc, il Kgb e gli Usa. Con il progetto del compromesso storico Moro ha decretato la sua condanna. La vedova, Eleonora Chiavarelli, mi raccontò una volta che il marito tornò atterrito da un viaggio negli Usa perché Kissinger gli aveva fatto capire che, continuando con la sua politica di apertura a sinistra, rischiava grosso».

 

aldo moro aldo moro

Lei era favorevole al compromesso storico?

«Sinceramente no, da socialista un po' rigido non vedevo di buon occhio l' accordo con la Dc».

 

Si definirebbe ancora socialista?

«Sì, con simpatie radicali».

 

Al referendum del 4 dicembre andrà a votare?

«Voterò sì. Renzi ha delle idee. Alcune sono sbagliate, altre giuste, ma comunque meglio lui dell' immobilismo della minoranza dem».

 

Cosa pensa, nel merito, della proposta di modifica della Costituzione?

«I principi fondamentali non vengono toccati e quindi sono tranquillo. È un punto su cui mi capita di litigare con il mio amico Stefano Rodotà, che la pensa altrimenti».

 

Ha pagato un prezzo per essersi esposto così tanto mediaticamente, anche con episodi di gossip come la relazione con Carmen Di Pietro?

CARMEN DI PIETRO 4CARMEN DI PIETRO 4

«Sicuramente. Un periodo si era pensato a me per il Csm, ma la cosa si arenò subito perché ero quello che va in tv e compare sui giornali scandalistici. Tuttavia non ho rimpianti: la mia è una vita piena, sono sempre stato un uomo libero e dal lavoro ho ricevuto infinite soddisfazioni. Forse avrei potuto diventare ricchissimo, anziché essere solo benestante, ma l' avidità, provenendo da una famiglia agiata, non mi è mai appartenuta».

CARMEN DI PIETROCARMEN DI PIETRO

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…