1- I GIORNALI EUROPEI, DA “BILD” AL “FINANCIAL TIMES”, CONTRO IL SITO DI ZUCKERBERG CHE CATALOGA OGNI TUO CLIC, SPIA LE TUE CHAT, RICORDA ANCHE I POST CHE CANCELLI 2- NON SOLO, IL SOCIAL NETWORK AVREBBE UNA SORTA DI MAPPATURA DI TUTTI I COMPUTER DEL MONDO DA CUI SIA MAI STATO EFFETTUATO UN ACCESSO AL SITO. INOLTRE, RILASCIA COOKIES CHE GLI PERMETTONO DI TRACCIARE GLI UTENTI ANCHE DOPO IL LOGOUT 3- UN 23ENNE AUSTRIACO HA CHIESTO E OTTENUTO (PUO FARLO CHIUNQUE) LE INFORMAZIONI SUL PROPRIO CONTO: GLI SONO ARRIVATE 1200 PAGINE (1200!) ZEPPE DI DATI 4- FACEBOOK (VERSUS GOOGLE) PUNTA AL CONTROLLO DEL WEB (E DEI FATTI NOSTRI), “SOCIALIZZANDO” TUTTO: MUSICA, FILM, NOTIZIE. E LA PUBBLICITÀ SI LECCA GIÀ I BAFFI 5- ZUCKERBERG MIRA A RENDERE FACEBOOK IL CROCEVIA PRINCIPALE DEL WEB DETRONIZZANDO GOOGLE, CHE AL MOMENTO È BEN SALDO ALLA PORTA D’INGRESSO DELLA RETE 6- LA VIDEO-SFIDA DI ANONYMOUS: “FACEBOOK SARÀ DISTRUTTO IL 5 NOVEMBRE 2011”

Dagoreport da "Bild", "Forbes", "Financial Times" e "Les Echos"
http://bit.ly/pqUsmM - http://onforb.es/pOpmO2 - http://on.ft.com/oVuAyw - http://www.lesechos.fr/

Dati conservati per anni, utenti sotto stretto controllo, ogni clic catalogato: ecco cosa succede davvero sul social network di Mark Zuckerberg. Lo denuncia oggi la "Bild" con un titolone in prima pagina: "Scandalo a Facebook". La storia è quella di uno studente di Vienna di 23 anni che è riuscito ad ottenere dal "sito blu" la lista di tutti i dati che lo riguardavano. Un colosso del web da 800 milioni di utenti, sfidato da un ragazzino.

Il suo nome è Max Schrems e la sua sorpresa è stata notevole quando si è visto arrivare a casa, direttamente dalla California, un cd zeppo di informazioni relative alla sua attività su Facebook. Una quantità tale di dati da riempire 1200 fogli formato A4. "News, post, resoconti di chat degli ultimi tre anni. Niente era stato cancellato!".

Schrems ha analizzato il social network per un progetto di studio ed è arrivato alla conclusione che la società di Zuckerberg conserva per anni i dati dei suoi utenti, anche quando questi ritengono di averli eliminati. Rimuovere un post dal proprio profilo, ad esempio, non impedisce a Facebook di archiviarlo comunque.

Non solo, il social network avrebbe una sorta di mappatura di tutti i computer del mondo da cui sia mai stato effettuato un accesso al sito. Il social network, inoltre, rilascia cookies che gli permettono di tracciare gli utenti anche quando hanno effettuato il log out. Si ricorda di tutti gli eventi a cui vieni invitato e come hai risposto agli inviti, di tutti gli amici che hai aggiunto, di quelli che hai eliminato o rifiutato e di quelli che ti hanno eliminato o rifiutato a loro volta. E molto altro ancora.

Max Schrems fa parte di "Europe versus Facebook", un gruppo, con base in Austria, determinato a difendere la privacy degli utenti del sito blu. Sulla loro pagina web, questi "nemici" di Zuckerberg pubblicano continuamente informazioni e articoli relativi al social network e ai suoi problemi con la riservatezza degli utenti. Naturalmente ci sono finite subito anche le paginate di informazioni ricevute da Schrems, insieme a un secondo report richiesto e ottenuto da un altro membro di "Europe versus Facebook".

In Europa gli utenti hanno il diritto di accesso alle informazioni che li riguardano. Facebook, quindi, ha il dovere di fornirle se gli viene richiesto. Nel caso di Schrems non c'è voluto nemmeno molto, circa 30 giorni. Va detto che il sito blu mette anche a disposizione un modulo per inviare la richiesta (qua le istruzioni: http://bit.ly/qAYQyY). Ma c'è un ma: l'utente che voglia ricevere il cd zeppo di fatti suoi, per certificare la propria identità, non deve fare granché: basta che invii in California una foto della propria carta d'identità, il proprio nome e la data di nascita. Dato che ritrovarsi tra le mani documenti altrui non è così difficile, questo tentativo di Facebook di tutelare la privacy rischia di metterla a rischio ancora di più.

Ulteriori timori per la riservatezza degli utenti sono nati dopo l'ultima conferenza di Facebook, la "f8", svoltasi la scorsa settimana. Zuckerberg ha annunciato grosse novità per il suo social network, prima fra tutti Timeline, che permette di condividere con i propri contatti una canzone, un film... In altre parole è la vita che si sposta sul web e diventa sociale al 100%.

L'obiettivo di Zuckerberg è rendere Facebook il crocevia principale di Internet detronizzando Google, che al momento rimane ben saldo alla porta d'ingresso della rete. Le mire espansionistiche del sito blu, passano, appunto, per la "socializzazione" del Web tutto, attraverso l'introduzione di una dose di Facebook in tutte le attività tradizionali: musica, cinema, notizie, televisione.

Una "rivoluzione", come l'ha definita Zuckerberg, possibile grazie all'accordo del social network con società come Spotify, Hulu e Netflix (quest'ultima, ad esempio, è specializzata nel noleggio di film online). Novità che tuttavia aumentano la mole di informazioni sul proprio conto messe a disposizione del sito blu dagli utenti. Che uso ne verrà fatto? E che ruolo giocherà l'industria pubblicitaria, interessatissima a conoscere i gusti dei naviganti? Zuckerberg questo lo deve ancora spiegare.


2- ANONYMOUS: FACEBOOK SARÀ DISTRUTTO IL 5 NOVEMBRE 2011
http://www.newspedia.it/anonymous-facebook-sara-distrutto-il-5-novembre-2011/
VIDEO - http://www.youtube.com/watch?v=JT-7aQVD-uo

5 Novembre 2011. Segnatevi questa data. Da quel giorno in poi, nessuno più vi bersaglierà di inviti a Cityville e Farmville. Nessuno più archivierà ogni vostra frase, ogni vostra foto, con la possibilità di usarla contro di voi in futuro. Sì, perché avrebbero proprio dovuto inserirlo questo avvertimento: tutto quello che chatti, posti, linki, shari, potrà essere usato contro di te. Poco male. Fra meno di tre mesi tutto sarà risolto. Perché fra meno di tre mesi, dopo il 5 Novembre 2011, Facebook non esisterà più.

O almeno questa è la promessa di Anonymous. Per meglio dire: è quello che promette un tale (ovviamente anonimo...) in un video Youtube che ha subito fatto scalpore. Perché Anonymous è contro Facebook? Innanzitutto per l'accusa più ricorrente fra quelle rivolte al social network: su Facebook non esiste privacy.

Faccenda che fa sospettare a più di un complottista che Facebook sia un enorme sistema di controllo per le masse. Una peculiarità di Facebook (che rammenta quella di altri tipi di organizzazioni...) è che una volta che ci sei dentro, non puoi uscirne più fuori. Impossibile cancellare gli account. Tutto resta registrato.

Seconda cosa, Anonymous lamenta censure ed eliminazioni di account del tutto immotivate. In molti hanno subito parlato di fake. Di gente che non parla davvero per conto di Anonymous. Ma come si fa a parlare di fake, se Anonymous non ha gerarchie, non è un'organizzazione nel senso classico del termine, bensì soltanto un gruppo di persone che segue certe idee (le quali sono espresse in "the plan", il piano che in tre fasi dovrebbe portare grandi cambiamenti nel mondo, e nello spazio di un solo anno)?

Chiunque può essere uno di Anonymous. Più che fake, potrebbe trattarsi di uno scherzo, cioè di un ragazzino che si è infilato una maschera e ha promesso un attacco hacker con tanto di data. Faccenda davvero inconsueta per un attacco hacker: è superfluo dire che gli hacker non avvisano (quasi) mai prima di effettuare un attacco, onde evitare che la loro vittima designata rafforzi le proprie difese. La faccenda, insomma, convince poco: con ogni probabilità il 5 Novembre 2011 non accadrà nulla.

Eppure, avvisare Facebook prima di affondarlo sarebbe coerente con lo spirito del gruppo. "What we are capable of" ("Di cosa siamo capaci") è quasi un motto per Anonymous, che sembrerebbe avere fra le sue priorità un bisogno di dimostrare di cosa è capace. E distruggere Facebook, con tanto di avviso e data per l'appuntamento, sarebbe davvero clamoroso.

La faccenda curiosa è che, spulciando fra le pagine Facebook di Anonymous, tutti (o quasi) i commenti sono entusiasti all'idea di vedere Facebook distrutto... ed esprimono questo entusiasmo proprio mentre stanno usando ciò che vorrebbero vedere distrutto. In definitiva un rapporto di amore-odio, un vizio, una droga, un marchingegno che ci sta poco simpatico, ma di cui non riusciamo più a fare a meno.

 

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