matteo salvini matteo renzi luigi di maio

C'E' GROSSA CRISI - PER USCIRE DALL’ANGOLO LUIGINO DI MAIO E’ PRONTO A CHIEDERE UN MANDATO ALL'ASSEMBLEA DEI PARLAMENTARI M5S PER TRATTARE CON IL PD: “SE I DEM STARANNO CON NOI PER CALENDARIZZARE IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI ANDREMO AVANTI, ALTRIMENTI È FINITA” – MA ALESSANDRO DI BATTISTA E PARAGONE SI SMARCANO…

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

 «Se reggerà l'accordo si vedrà martedì alla Camera in conferenza dei capigruppo: se il Pd starà con noi per calendarizzare il taglio dei parlamentari andremo avanti, altrimenti è finita». Luigi Di Maio si è concesso un week-end di relax sull'isola di Carloforte, in Sardegna, con la fidanzata Virginia Saba. Tra una passeggiata e un giro in barca il pensiero del leader del M5S non si muove: in caso di ritorno alle urne, comunque vada per lui inizierà una fase piena di incognite.

 

E così ieri ha passato la giornata «in ascolto». Analizzando per telefono la situazione con i fedelissimi (i ministri Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, il sottosegretario Vincenzo Spadafora, centrale in queste ore così concitate) e rispondendo ai messaggi delle varie anime del Movimento. Di Maio non si fida di Matteo Renzi e di quello che definisce un «abbraccio mortale» allo stesso tempo sa che il Pd è spaccato e dunque rimane un interlocutore poco affidabile.

 

I COLLOQUI

DI MAIO RENZI

Proprio per questo gli alti dirigenti pentastellati che sondano il vicepremier raccontano come «la strada sia comunque stretta». Perché l'unica soluzione al momento - tutta da costruire e solo con l'avallo del presidente della Repubblica - potrebbe essere quella di un governo di legislatura fino al 2023. «Che sarebbe politico e dunque noi non potremmo mai reggerlo», ha spiegato Di Maio nel corso dei diversi colloqui domenicali. Le diplomazie M5S e quelle grilline si parlano da giorni. Ma non risultano telefonate con Matteo Renzi né con Nicola Zingaretti.

 

renzi di maio

In queste ore dense di dubbi, sul tavolo ci finisce il Reddito di cittadinanza che potrebbe essere la condizione da mettere sul piatto in caso di accordo. Accordo che al momento è in aria e dunque non c'è. Anche perché Di Maio oggi è atteso da un passaggio non indifferente: l'assemblea congiunta dei parlamentari grillini. Un appuntamento molto delicato a cui i vertici hanno già iniziato a lavorare da ieri. Primo obiettivo: «Evitare lo sfogatoio».

 

Secondo: «Fare in modo che non si trasformi in un attacco a Luigi».

luigi di maio all incontro con renzi

In questa fase c'è compattezza, almeno così trapela dal Movimento, nella guerra a Salvini. «Il traditore», come lo chiama Stefano Buffagni, sottosegretario molto ascoltato dal Capo politico. Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia, è in silenzio. Paola Taverna, vicepresidente del Senato, tira fuori la vicenda di Bibbiano che ora finirà nel dimenticatoio «sempre per colpa della Lega Nord».

 

I DUBBI

Il problema sono le prossime mosse: Di Maio, sulla spinta del taglio dei parlamentari, questa mattina chiederà una sorta di mandato all'assemblea per trattare con il Pd. Per sondare cioè le reali intenzioni dei dem sul voto di una riforma che poi potrebbe aprire ben altri scenari.

 

alessandro di battista

In questo momento c'è l'asse Di Battista-Paragone che è contrario a qualsiasi tipo di esperienza che vada, qualora ci fosse un'intesa, oltre il «taglio delle poltrone». Per il resto, nei momenti di grande pessimismo di queste ore, circola la consapevolezza che in caso di ritorno alle urne e anche in caso di deroga molti big eletti al Nord nel 2018 questa volta sarebbe comunque a fortissimo rischio.

 

«Veleggiamo tra il 10 e 15% con abissi spaventosi al Nord, specie in Veneto-Lombardia e Piemonte con tutti gli uninominali già persi in partenza», sono le riflessioni più condivise. Ecco perché Di Maio - che si appella anche lui al presidente della Repubblica - dice che «una crisi di governo ora è assurda, ma soprattutto è pericolosa».

 

L'unica speranza è appesa al sì del Pd alla calendarizzazione dell'ultima lettura della riforma sul taglio dei parlamentari. «Bastano due ore. L'unica apertura che ci interessa è questa, la chiediamo a tutte le forze politiche».

di battista paragonealessandro di battista 1

Ultimi Dagoreport

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…