salvini tosi

L'UMILIAZIONE PIÙ GRANDE DI SALVINI SARÀ MANDARE GIÙ IL ROSPO TOSI - A VERONA, A LUNGO ROCCAFORTE DEL CARROCCIO, L'EX LEGHISTA CACCIATO SARÀ IL TERZO INCOMODO AL BALLOTTAGGIO: IL "CAPITONE" POTREBBE DOVER MASTICARE AMARO E APRIRE PROPRIO A TOSI, ESPULSO DAL PARTITO NEL 2015 PERCHÉ IN ROTTA CON LUI, PUR DI PERMETTERE LA VITTORIA AL CENTRODESTRA E IN PARTICOLARE DI UN CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, SBOARINA: UNA VENDETTA SUBITA A SETTE ANNI DI DISTANZA...

Giulia Merlo per www.editorialedomani.it

 

matteo salvini e flavio tosi 7

Verona, rischia di essere il vero boccone amaro per Matteo Salvini. La roccaforte leghista in Veneto, infatti, andrà al ballottaggio per la prima volta in vent’anni, per di più con il sindaco uscente di centrodestra, Federico Sboarina, in rincorsa del candidato di centrosinistra, Damiano Tommasi.

 

L’esito è incerto, ma Sboarina – candidato da poco iscritto a Fratelli d’Italia – spera sul travaso di almeno una parte dei voti di centrodestra sottrattigli da Flavio Tosi, ex sindaco sceriffo che ha lasciato la Lega ed era candidato con il sostegno di alcune liste civiche, di Forza Italia e di Italia Viva. Giorgia Meloni, quindi, può prudentemente sorridere, anche solo perché il suo è diventato il primo partito della città quasi doppiando la Lega.

 

matteo salvini e flavio tosi 6

Per la Lega, le prossime due settimane saranno difficilissime. Da un lato a mettere i bastoni tra le ruote è Flavio Tosi: l’ex leghista aspirava a candidarsi alla regione Veneto ma è stato espulso dal partito nel 2015 perché in rotta con particolare con Salvini, deciso a ricandidare il governatore uscente Luca Zaia.

 

LA VENDETTA DI TOSI

Oggi, a sette anni di distanza, Tosi tiene in mano il successo del centrodestra nella sua Verona e lo farà pagare caro: «Vogliamo valutare prima di decidere il da farsi al ballottaggio, aspettando anche quello che diranno i candidati».

 

matteo salvini e flavio tosi 5

Pur ammettendo che il sostegno a Tommasi è «difficile», Tosi ha sottolineato il silenzio di Sboarina nei suoi confronti. Tradotto: non necessariamente l’ex sindaco – che dalla sua conta un fortissimo sostegno civico che probabilmente ha drenato voti alla Lega – si sposterà su Sboarina, se non in cambio di qualche offerta. Anche perché Tosi ha tra le sue liste quella di Italia Viva, che potrebbe essere più orientata verso Tommasi piuttosto che sul candidato di FdI.

 

matteo salvini e flavio tosi 4

Salvini, quindi, potrebbe dover masticare amaro e aprire all’ex leghista cacciato pur di permettere la vittoria al centrodestra.

 

Qui sta la grande incognita su cui il leader leghista si arrovellerà nelle prossime ore. Aprire a Tosi pur di far vincere Sboarina significa, di fatto, umiliare la Lega pur di far vincere in città il candidato di Giorgia Meloni. La decisione non è scontata, soprattutto alla luce della competizione interna nel centrodestra per la leadership e il fatto che FdI è già il primo partito in città.

 

A parole, Salvini ripete che «dove siamo uniti si vince» e quindi sembrano non esserci dubbi sul fatto che la Lega farà tutto il possibile per portare al risultato Sboarina. Nel dietro le quinte della competizione cittadina, però, il passaggio potrebbe non essere così scontato. Anche perché è sempre possibile la scommessa leghista di andare in cerca degli elettori di Tosi senza scendere a patti con il diretto interessato, sperando che il suo elettorato sia comunque orientato al ballottaggio a sostenere il candidato di centrodestra. Tuttavia, certamente Fratelli d’Italia punterà a chiedere l’accordo con Tosi pur di arrivare più tranquilla al ballottaggio del 26 giugno.

 

matteo salvini e flavio tosi 3

IL SORPASSO DI MELONI

Pur con tutte le attenuanti della candidatura di Tosi, il sorpasso di Fratelli d’Italia in una città veneta dove lo stesso Luca Zaia si è speso molto in campagna elettorale è un brutto colpo per la Lega.

 

Nel 2017, FdI aveva sfiorato il 3 per cento mentre cinque anni dopo ha superato l’11 per cento.

 

matteo salvini e flavio tosi 2

La Lega nel 2017 aveva preso il 9 per cento (pur dovendosela vedere con la lista civica di Tosi che aveva totalizzato il 16,5 per cento), ora invece non è andata oltre il 6 per cento.

 

Questa crisi, per di più nel Veneto della Liga e nella regione di Zaia, aggiunge ulteriore pressione sulla leadership di Salvini. Anche perché proprio Verona è stata il teatro della riunione scenografica tra Salvini e Meloni, distantissimi anche fisicamente dalla debacle dell’elezione al Quirinale.

 

matteo salvini e flavio tosi 1

Proprio la reunion sul palco a sostegno di Sboarina sembrava essere il segno di una ritrovata sintonia tra i due leader e magari sufficiente anche a trascinare il candidato al ballottaggio ma come candidato da battere. Invece, l’impegno non ha pagato e anzi, se FdI è cresciuta la Lega ha addirittura perso consensi.

 

E’ questo forse il segnale tangibile che mancava per sostenere che la vera crisi della Lega si annida nelle regioni del dove è sempre stata storicamente più forte. Il Nord-est, invece, si è scoperto non tanto contrario al centrodestra in sé (la somma dei voti di Tosi e Sboarina a Verona è abbondantemente sopra il 50 per cento) ma molto freddo nei confronti del leader, Salvini.

 

TOSI SALVINI - VIGNETTA BENNY

Del resto, le settimane che hanno preceduto il voto amministrativo sono state segnate dal pasticcio della trasferta a Mosca, poi annullata ma che ha causato un incidente diplomatico.

 

Inoltre, anche l’investimento di Salvini in prima persona sul referendum della giustizia non ha trovato risposta nell’elettorato leghista settentrionale. Sempre prendendo Verona come caso di specie, nemmeno lì è stato superato il quorum (ha votato al referendum il 49 per cento dei veronesi) ma addirittura i no hanno vinto sui sì nei quesiti sulla custodia cautelare e la legge Severino, contro l’indicazione di Salvini di votare cinque sì.

 

Il dilemma di Salvini è difficile da risolvere: scendere a patti con un nemico nella città che gli ha voltato le spalle pur di regalare la vittoria al candidato di Meloni, oppure lasciare che la contesa segua il suo corso locale. In ogni caso, per lui sarà difficile festeggiare la vittoria.

 

SALVINI - TOSI - ZAIA 4c4cb9f2

A preoccupare di più, in ottica di lungo periodo, è però il calo complessivo della Lega nei comuni al voto: in Lombardia il candidato del centrosinistra ha vinto al primo turno a Lodi contro la sindaca uscente leghista; in Veneto la Lega è finita dietro FdI non solo a Verona, ma anche a Padova. Proprio questo risultato è l’avvisaglia che Salvini temeva perché – complici l’esito del referendum e le ultime gaffe comunicative – potrebbe dare il via all’attacco interno del nord alla sua segreteria.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...