1. ALTRO CHE UN OSPITE: L'EX SINDACO VIVEVA NELLA CASA DI FIRENZE
Paolo Bracalini per "il Giornale"
Per essere un appartamento dove stava solo «in alcune circostanze», come ha spiegato lo staff di Matteo Renzi in una nota, la gente del circondario se lo ricorda piuttosto bene.
Sarà che il sindaco lo noti più di un inquilino qualsiasi, ma i fiorentini che stanno lì, nei pressi del civico 8 di via degli Alfani, lo hanno visto diverse volte. «Mah, saranno tre volte, ma a lei che gli interessa?», intima al cronista il titolare della tipografia a fianco del portone di casa Carrai, dove il premier è stato ospite, gratuitamente, dal marzo 2011 al gennaio 2014.
Il collega di fanpage.it che gira tra i negozietti con la telecamera raccogliendo «prove» sulla frequenza di Renzi da quelle parti, rischia di farsi spaccare la macchinetta, perché le domande sull'ex sindaco Pd non sono gradite a tutti, anzi. Al citofono di casa Renzi-Carrai (tutti i pulsanti con targhetta e nome, tranne uno) il signore che abita al piano sotto risponde irritato: «La smettete? A noi non ci interessa di questa storia, andate a farvi f...».
RENZI CARRAILa metà delle persone sentite lì attorno lo hanno visto qualche volta, chi più di una, chi solo una, ma insomma la presenza di Renzi lì è cosa nota. Ironia della sorte, è stato lo stesso Renzi ad autodenunciarsi, dichiarando quella residenza nell'atto con cui ha denunciato per diffamazione il suo persecutore pubblico, l'ex dipendente comunale Alessandro Maiorano, dal cui successivo esposto poi la Procura ha deciso di aprire un fascicolo sulla residenza di Renzi, finora solo «esplorativo», senza reati e senza indagati.
I magistrati fiorentini, in attesa di un nuovo procuratore capo (funzione al momento retta dal sostituto Giuliano Giambartolomei), dovranno accertare che in questo intreccio di ruoli pubblici e interessi privati non si configuri uno scambio di utilità e un danno all'amministrazione pubblica. Di sicuro si sa che Renzi ha risparmiato circa 35mila euro, il canone corrispondente all'affitto di quella casa a cui si è «appoggiato» per quasi tre anni.
Costo sostenuto, restando alle dichiarazioni pubbliche, dall'amico Marco Carrai, che nel frattempo però risiedeva a Greve in Chianti, e che proprio in quel periodo è stato nominato, in quota Palazzo Vecchio (cioè Matteo Renzi), sia nel board della fondazione bancaria Cassa di risparmio di Firenze sia alla presidenza di Aeroporti di Firenze.
Renzi ha abusato della sua posizione per ricavarne un vantaggio (il risparmio di 35mila euro di affitto)? Carrai ha sfruttato il favore reso al potente sindaco ottenendo un canale privilegiato in fatto di nomine? I soldi, circa 1000 euro mensili, usati per saldare l'affitto al proprietario (l'imprenditore Alessandro Dini, socio della Rototype, che dalle interrogazioni comunali finora non risulta aver ricevuto commesse da nessuna partecipata del Comune) sono usciti dalle tasche di Marco Carrai, alla guida delle fondazioni renziane che raccolgono i fondi per le campagne politiche (fondazioni su cui sta indagando la Gdf, inchiesta parallela che potrebbe unirsi a quella della Procura sulla casa)?
NARDELLA RENZI CARRAIIl canone veniva pagato in contanti o il pagamento è tracciabile con bonifici bancari? Sono alcune domande che girano tra i corridoi della Procura di Firenze, e che potrebbero essere rivolte presto ai diretti interessati, anche se il fascicolo non è stato ancora ufficialmente assegnato ad un pm.
Sempre che non si riveli una di quelle inchieste lampo, che si aprono e si archiviano lo stesso giorno, come accadde per la casa di Montecarlo di Gianfranco Fini.
La Procura si prende il suo tempo, l'opposizione in Comune (come in Parlamento, tra M5S e Lega soprattutto), invece, passa all'attacco e intravede già - come fa il consigliere di Sel Tommaso Grassi - la contraddizione di un articolo del codice civile in base a cui la residenza ufficiale deve corrispondere al luogo dove «una persona abita e svolge in maniera continuativa la propria vita personale».
RENZI CARRAI BEVILACQUAQuando si indaga su Renzi, a Firenze, le bocche tendono a chiudersi. Se invece si fa parte del sua cerchia le porte si aprono. Chi fa affari in città, chissà perché, incrocia sempre qualcuno riconducibile al giglio magico. Oscar Farinetti, renziano creatore di Eataly, quando ha cercato una ditta per mettere in piedi il suo nuovo, bellissimo negozio in via Martelli, pochi metri dal battistero, ha trovato la Carim Sas di Greve in Chianti, ditta di costruzioni dove il «Car» sta per Carrai. La società di famiglia. Direttore dei lavori a Eataly? Stefano Carrai, fratello di Matteo Carrai, il prestatore di casa gratis a Renzi.
2. IL PROPRIETARIO: «CARRAI C'ERA? NON LO SO»
Giacomo Amadori per "Libero"
Alessandro Dini, 41 anni, imprenditore, è sta- to per circa tre anni il padrone di casa di Renzi.
Dini, ma Carrai viveva davvero in quella casa?
«Non lo so».
I vicini non l'hanno mai visto.
«Che significa? È più facile rimanere colpiti dal sindaco di Firenze che non da Carrai.
Ma in quella palazzina si conoscono tutti.
«Forse Carrai aveva orari più particolari».
Ma viveva o non viveva in via degli Alfani?
«Sono argomenti delicati».
Scusi se insisto...
«Per me c'era. A prescindere da quel che dicono i vicini».
Ma Carrai e Renzi quando hanno lasciato la casa?
«Se lo faccia dire da Carrai, visto che le ha già dato il contratto».
Almeno ci dica quando sono entrati.
«C'è un contratto con una data. È stato fatto tutto regolarmente. L'affitto partiva dal primo marzo e Renzi ha spostato la residenza dopo...»
Il contratto è stato registrato il 28 marzo, avete fatto tutto di corsa...
«Non ricordo. Il documento con le date ce lo ha lei».
Conosceva Renzi e Carrai da prima?
«No. Sono arrivati tramite agenzia».
La società dove lavora il cognato di Renzi le ha rifatto il sito. Gratis?
«Non scherziamo. L'ho pagato 4 mila euro. Siamo soddisfatti di come hanno lavorato».
Non mi vuole dire quando Renzi e Carrai hanno lasciato casa sua?
Buonasera.
3. PER L'UOMO DELLA CRICCA RENZI E CARRAI "SONO LA STESSA TESTA" - L'AMICO DEL SINDACO TENEVA I RAPPORTI DEL COMUNE CON IL COSTRUTTORE FUSI
Davide Vecchi per "il Fatto Quotidiano"
Ci si rimette con il progetto in mano a vedere cosa si può fare traendone il meglio reciprocamente? Perché il meglio dovete trarne voi come imprenditori e noi come Comune". Così Marco Carrai parlava a Lorenzo Nencini, incaricato da Riccardo Fusi a creare rapporti nell'amministrazione guidata da Matteo Renzi. Tanto che poi lo stesso Fusi incontrerà di persona il sindaco. L'intercettazione è del 2 settembre 2009. La giunta dell'attuale premier si era da poco insediata.
RIUNIONE DELLO STAFF DI RENZI A FIRENZEQuello che oggi si dichiara solo un amico del premier e che ha confermato di avergli pagato casa per tre anni in centro a Firenze, abitazione in cui Renzi prese anche la residenza, all'epoca parlava a nome dell'amministrazione comunale. Pur non avendo incarichi formali. Quelli sarebbero arrivati dopo.
Come consigliere particolare del sindaco, il 25 settembre, nonostante già fosse responsabile dell'associazione Noi Link creata per raccogliere fondi a favore dell'attività di Renzi. Poi lo sarà anche della Fondazione Big Bang e siederà in Firenze Parcheggi prima di insediarsi alla guida dell'Adf, società che gestisce l'aeroporto cittadino e nell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. "Non sono un politico, sono un imprenditore", ha ribadito più volte negli ultimi giorni Carrai. Eppure queste intercettazioni dimostrano che la parola di Carrai valeva quanto quella di Renzi . "Sono la stessa testa", almeno per i suoi interlocutori.
MATTEO RENZI NEL CANDIDATO SINDACO A FIRENZEIl due settembre Nencini telefona a Fusi per riferire l'esito degli incontri avuti in mattinata. "Sono appena rientrato in ufficio dopo quell'incontro che ti avevo detto (...) lì ho incontrato tutti: sindaco, vice sindaco... quindi Renzi, Nardella... e poi sono andato a pranzo con questo Cerrai (Carrai, annotano gli inquirenti)... questo Cerrai oltre a essere il migliore amico di Renzi è proprio non si può neanche dire il ‘braccio destro' è la solita testa; nel senso che quello che dice Cerrai è quello che dice Renzi e viceversa (...) ha potere decisionale".
I due, riferisce ancora Nencini, hanno parlato dei progetti che stanno particolarmente a cuore alla Btp di Fusi, lavori oggi ancora bloccati: l'area del Panificio militare e quella della Manifattura Tabacchi. Io, riferisce Nencini, ho detto: "Guarda... Marco... a noi non ci pare il vero... se ci si crea la possibilità di sedersi a un tavolo e sfruttare al meglio quell'area ... ma sfruttare vuol dire ... per il Comune che ne tragga il miglior beneficio e per noi imprenditori se ne tragga perlomeno il nostro (...) ci fa solo piacere ma con l'amministrazione di prima avevan fatto uguale... perché ...".
Limprenditore Fusi Riccardo presidente della compagnia di costruzioni BTP"Si ... si... so tutto... so tutto... so tutto", lo interrompe Carrai. "In finale - conclude Nencini - mi ha detto: "Dammi questi dieci... una decina di giorni... mi riunisco con tutti ... ti richiamo ... ci si rivede... si mette le cose sul tavolo... e si snocciola il problema... e si decide che fare". I contatti proseguono.
Si arriva all'incontro tra Fusi e Renzi il 21 ottobre. Questa volta è l'imprenditore a chiamare Nencini e spiegare come portare a casa la partita dei lavori. Nencini, dice Fusi, tiene i rapporti con Carrai, mentre Egiziano Maestrelli (altro imprenditore toscano) ha contatti con l'allora vicesindaco, poi parlamentare e ora candidato a sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Riccardo Fusi"Sono uscito ora", esordisce Fusi , alle 20.50. "Ho fatto un incontro fino ad ora con il sindaco (...) e quindi praticamente a me ha dato tutte le linee guida (...) più ha detto... ha già dato mandato all'avvocatura del comune di procedere in questo senso... mi ha autorizzato a dire che io stasera ho incontrato lui (...) e quindi te domani mattina se tu vai lì a parlare con Carrai tu gli puoi dire tranquillamente quello che ho detto io ‘le linee guida le ha già date il sindaco". Nencini ribatte: "Sì, ma vedrai lui le saprà di già... perché come te chiami me sicuramente Renzi avrà chiamato Carrai".
Fusi: "Sì ma per non mettere in difficoltà nessuno (...) perché ognuno dei suoi parla... con te ci parla Carrai ... con il Maestrelli gli telefona quell'altro ... Nardella". Prosegue Fusi. "Lui mi fa: ‘Riccardo le linee guida sono queste, te dai all'avvocato Traina queste linee... si va avanti così... perché io lo voglio fare in tempi da record'.. quindi te domattina tu vai lì e tu gli dici in questo modo".
I lavori non sono mai iniziati: Fusi, coinvolto nell'inchiesta sui grandi appalti della cosiddetta Cricca, è finito in carcere. Ma i progetti sono in Comune e lunedì prossimo arriveranno sui banchi del Consiglio comunale che voterà il regolamento urbanistico che riguarda le strutture care a Fusi. Va detto che l'area da costruire prevista nel progetto iniziale è stata ridotta da 100 mila metri quadrati a 88 mila. Da allora Carrai ha deciso di lasciare ogni tipo di incarico a Palazzo Vecchio. Si è seduto a Firenze Parcheggi e poi in Adf, preoccupandosi però di pagare l'affitto della residenza fiorentina dell'amico Matteo, almeno fino al 23 gennaio 2014.
Oggi Carrai è all'estero. La Procura, che ha aperto un fascicolo su via degli Alfani, attende il suo rientro per sentirlo come persona informata sui fatti. Lui ieri ha contattato un penalista.