Paolo Berizzi per “la Repubblica”
All’ombra del piacentiniano e fascistissimo Monumento alla Vittoria, in fondo a Ponte Talvera, il giovane ultrà dell’Hockey Bolzano sfoggia una t-shirt nera con la scritta “prima i bolzanini”. E’ uno degli slogan-mantra sui quali i caporioni di CasaPound hanno costruito la muscolosa campagna elettorale tutta strada, sicurezza e occupazioni simboliche dell’istituto per l’edilizia sociale: «Così la piantano di dare le case agli immigrati».
Nei mesi caldi di Brennero-Border e dell’avanzata dell’ultradestra austriaca, tra collette alimentari per famiglie italiane indigenti, pulizie anti-degrado nei parchi e qualche schiaffone per niente metaforico alle “zecche comuniste”, a Bolzano la semina ha attecchito: ora è fase di raccolta.
Più che la freccia (contenuta nel loro simbolo) le tartarughe nere hanno messo il turbo. Il 6,7% (2.500 voti, quinta forza in città) non se lo aspettavano nemmeno loro. Quasi il triplo dei voti dell’anno scorso (2,4%). Due punti in più sui Fratelli d’Italia; soltanto due punti meno della Lega che si sgonfia e paga il dazio più pesante ai fascisti del terzo millennio.
«Il nostro successo è figlio del tricolore, adesso vinciamo anche nel resto d’Italia» si allarga dall’alto delle sue 861 preferenze è il candidato più votato di tutto il centrodestra - il riconfermato consigliere comunale Andrea Bonazza, coordinatore di CasaPound in Trentino Alto Adige e, appunto, leader degli ultrà dell’hockey.
E’ lui uno dei tre eletti delle tartarughe nere: gli altri sono il candidato sindaco Maurizio Puglisi Ghizzi (6,2% dalle urne), agente immobiliare, e Sandro Trigolo. Al primato elettorale personale ottenuto dal tridente nero, incredibilmente senza pari per numero di consensi nella squadra dei candidati in lista del centrodestra, va aggiunto il “pieno” di Caterina Foti: anche lei casapoundina, la donna più votata a Bolzano con 339 voti.
Ma a quali congiunture favorevoli è da ascrivere l’exploit di questo «movimento di popolo», come lo definisce il suo capo locale? «Correre da soli è stata la carta vincente – ragiona Maurizio Puglisi Ghizzi, la prima intervista notturna l’ha concessa a Radio Bandiera Nera –.Non ci siamo immischiati con politici e politicanti. Ma il massimo lo ha dato il nostro lavoro in strada, tra i cittadini».
La storia, qui, si ripete. E raddoppia. Un anno fa CasaPound proprio a Bolzano entrò per la prima volta in un consiglio comunale. Il ruolo di ariete per «aprire la grande diga della vecchia politica bolzanina» toccò a Bonazza. Uno che promette «soluzioni radicali » e dice basta al «cerchiobottismo ». «I politici vanno cacciati a calci nel sedere» è la sfumata ricetta sua e di Puglisi Ghizzi, amici camerati dai tempi del Fronte della gioventù. Stesso trattamento fu invocato, nel comizio conclusivo, per i «giornalisti presenti».
Fa niente se poi a forza di cercare «soluzioni radicali » qualcuno si applica oltre misura: a farne le spese, il 20 gennaio, fu un ragazzo di 17 anni pestato davanti alla sede di CasaPound in via Cesare Battisti. L’autore dell’aggressione? Davide Brancaglion, consigliere di circoscrizione casapoundino a Don Bosco e dirigente locale. Il pestaggio gli è valso da medaglia: indagato, è stato confermato con oltre 200 preferenze.
Il quartiere popolare Don Bosco è uno dei feudi dei sovranisti altoatesini: qui hanno addirittura superato il 10%; stessa cosa a Firmian e, rione nero new entry, Gries-San Quirino. Per misurare l’effetto CasaPound a Bolzano basterebbero le parole, a urne ancora calde, del governatore altoatesino Arno Kompatscher.
«E’ preoccupante che un movimento politico che si riconosce apertamente nel fascismo abbia ricevuto così tanti consensi… ». Il presidente della Provincia autonoma fa appello alla politica e alla società civile affinché «si adoperino per combattere le tendenze estremistiche». Le tartarughe non più lente fanno spallucce, tirano dritto. Guardano ora al ballottaggio tra Renzo Caramaschi (Pd, Sel e civiche) e Mario Tagnin (Lega, Forza Italia e civiche).
Gioca di anticipo il capo ultrà Andrea Bonazza: «Tutti dovranno fare i conti con noi. Se appoggeremo il candidato del centrodestra? Vedremo. Tagnin nei mesi scorsi dall’opposizione aveva ribadito la chiusura delle porte a CasaPound per ammiccare alla Svp. Adesso che la Svp fa accordi con il Pd magari Tagnin ci riaprirà le porte. Magari saremo noi adesso a sbatterle in faccia a lui...».