pier silvio berlusconi marina giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...

pier silvio berlusconi

DAGOREPORT

Da mesi si rincorrono i rumor sulla discesa in politica di Pier Silvio Berlusconi. Un’ipotesi, sempre smentita, che sconquasserebbe lo scenario politico e, probabilmente, l’intero centrodestra.

 

Negli ultimi tempi le voci sul futuro impegno di “Pier Dudi” alla guida di Forza Italia si sono rinfocolate, e qualcuno suggerisce di puntare lo sguardo ad aprile 2025, prima data utile per celebrare il referendum sull’autonomia differenziata.

 

Il retropensiero degli “addetti ai livori” è che una possibile sconfitta del centrodestra alla tornata referendaria possa dare il là a una crisi di governo, visto che Salvini ha legato la sopravvivenza dell’esecutivo alla sua riforma principe. Non a caso, nei palazzi del potere si sussurra: “Giorgia Meloni mangerà il panettone, ma non si sa se arriverà alla colomba”.

 

silvio berlusconi con marina e pier silvio

Fosse vero, Pier Silvio si ritroverebbe ad affrontare la stessa sfida fronteggiata, e vinta, dal padre, trent’anni fa: mettere cioè insieme, in pochi mesi, una squadra di persone fidate, scelte dal mondo delle professioni, e proporre la propria candidatura all’insegna della “rivoluzione liberale”.

 

Stavolta arricchita dalla battaglia sui diritti civili, inaugurata dall’ormai celebre dichiarazione di Marina Berlusconi: “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere".

 

PIER SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI - FUNERALI DI SILVIO BERLUSCONI

Giorgia Meloni, finora, ha opposto un “me ne frego” all’ipotesi di dimissioni in caso di sconfitta al referendum (“Mi chiedono, ‘se non passa è un problema?’. Chi se ne importa. Non sono pronta a dimettermi qualora venisse bocciato il referendum. Io arrivo alla fine dei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata. Se la riforma non passa gli italiani non l’avranno condivisa. Tutto il resto sono speranze della sinistra”).

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Eppure, in caso di bocciatura della riforma, è difficile pensare che Salvini e la Lega restino zitti e buoni in maggioranza. Quel che è certo, è che il Governo Meloni non sarà mandato a casa dalle opposizioni, divise e inette, ma solo da un’implosione dell’alleanza di centrodestra.

 

Elly Schlein, infatti, vede il Pd calare nei sondaggi, nonostante tutti i guai del governo (ultimo, il caso Sangiuliano-Boccia, e prossimo quello Santanché). Non ha un interlocutore affidabile, visto che Giuseppe Conte è appeso alla costituente del M5s e ha uno scontro aperto, dall’esito ancora incerto, con Beppe Grillo.

 

ELLY SCHLEIN CONTE

Anche se dovesse vincere la disfida pentastellata, e impadronirsi del Movimento, Peppiniello Appulo, che ha capito di non essere il leader del campo largo, resterà una spina nel fianco per i dem. Senza contare l’ormai inesorabile dissoluzione dell’ex terzo polo, balcanizzato dagli ego di Renzi e Calenda, mollati, oltre che dagli elettori, anche dai rispetti seguaci.

 

A questi potenziali, e variegati, bacini elettorali, potrebbe “parlare” una nuova Forza Italia, depurata dalle scorie giudiziarie di Babbo Silvio e rinfrescata da un’apertura maggiore a diritti civili, minoranze, europeismo e atlantismo. Il progetto politico di Pier Silvio, incoraggiato dalla compagna, Silvia Toffanin, e dal fidato Niccolò Querci, consigliere d’amministrazione di Mediaset, trova la ferma opposizione di Marina.

 

pier silvio marina berlusconi

La primogenita, scottata da anni di battaglie mediatiche e giudiziarie del padre, teme che il fratello finisca fagocitato dal tourbillon dell’agone politico, a maggior ragione che oggi, a differenza del passato, le aziende di famiglia non hanno bisogno di essere salvate. Il teorema Marina è: restiamo defilati e governiamo nell’ombra. Una saggia posizione, visto che l’ingresso in politica potrebbe esporre Pier Silvio al pelo e contropelo dei media e della magistratura. Scavando scavando, anche nel privato, qualcosa si trova sempre…

NICCOLO QUERCI

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

LA PARTITA DEL CUORE NEL CENTRODESTRA - MEME BY SARX88 pier silvio berlusconi a drive in 6sofia valentina lorenzo mattia berlusconi foto di gentepier silvio berlusconilorenzo mattia e pier silvio berlusconi 2pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset

pier silvio berlusconi - foto lapresse

silvia toffanin pier silvio berlusconi foto di gente

antonio tajani matteo salvini giorgia meloniSALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani conte fratoianni bonelli schlein magi

 

silvio berlusconi con il figlio pier silvio e silvia toffanin

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...