BANANA SPLIT - QUANDO OBAMA, MERKEL E SARKOZY DECISERO DI FAR FUORI SILVIO (CHE PAGÒ L’ALLEANZA A TUTTO GAS CON PUTIN)

Paolo Guzzanti per "Il Giornale"

L'amicizia con Putin e la collaborazione strategica per il gasdotto Eni-Gazprom gli sono stati fatali. I big del mondo non hanno perdonato Silvio Berlusconi e gliel'hanno giurata: contatti tra Obama, Merkel e Sarkozy et voilà, il Cavaliere finisce disarcionato dalla magistratura, fatto fuori con il beneplacito - nemmeno tanto dissimulato - dei potenti stranieri.

Non vorrei annoiare i let¬tori con una lunga sto¬ria di gasdotti che tra¬sportano milioni di metri cubi di gas dall'est russo e centroasia¬tico all'Europa occidentale, ba¬sterà ricordare che il 23 giugno del 2007 fu dato l'annuncio del¬l'accordo fra Italia e Russia per il progetto South Stream. Cioè di un gasdotto lungo 900 chilo¬metri, costruito da Eni e Gaz¬prom, che permetterà alla Rus¬sia di rifornire di gas l'Europa senza passare dall'Ucraina, attraversando il Mar Nero a oltre 2000 metri di profondità per rag¬giungere la costa bulgara.

Il me¬morandum di intesa, che ha «una portata geopolitica senza precedenti» (Corsera) fu firma¬to a Roma al ministero dello Svi¬luppo, dai ministri Pier Luigi Bersani (proprio lui) dal mini¬stro russo all'energia Khri¬stenko), dall'ad dell'Eni Scaro¬ni e dal vicepresidente di Gaz¬prom Medvedev (che è soltanto un omonimo l'ex presidente). Quel gasdotto ha di fatto am¬mazzato il progetto Nabucco per un gasdotto tutto europeo che tenesse la Russia lontana, usando gas dell'Azerbaigian, del Turkmenistan e in prospetti¬va dell'Iran.

Uno dirà, già lo sento: e che ca¬volo c'entra questa vicenda di gas russi e turkmeni con la requi¬sit¬oria della Boccassini e l'immi¬nente sentenza di Milano con¬tro Berlusconi accusato di pro¬stituzione minorile e di concus¬sione? Risposta: ecco, vorrem¬mo saperlo anche noi.


Proprio io, che sono stato molto severo con Berlusconi per certe sue in¬temperanze comportamentali, che ho inventato un termine che era già nell'aria - Mignotto¬crazia che è anche il titolo di un mio libro - proprio io di fronte a quel processo sento, come dire, puzza di bruciato.

Voglio dire: possiamo discutere e giudicare politicamente tutti i comporta¬menti di chi rappresenta lo Sta¬to, fin da quando al mattino si al¬laccia le scarpe; ma tutt'altra faccenda è tradurre il life style ,il modo di comportarsi e di appa¬rire, in reati previste dal codice penale e in processi che emetto¬no sentenz¬e devastanti senza di¬sporre di una sola vera prova: la famosa «pistola fumante» che Bush non trovò per giustificare l'invasione dell'Irak, ma che in¬vece va benissimo, anche se non fuma, per liquidare un uo¬mo politico di prima grandezza per via giudiziaria.

Sia ben chia¬ro subito: non penso affatto che il procuratore Ilda Boccassini sia il braccio armato di un com¬plotto. Penso anzi che l'infatica¬bile procuratore sia in cuor suo in perfetta buona fede. Ma pen¬so anche, come altri milioni di persone, che la pretesa crimina¬lità di Berlusconi che a casa sua, nella sua sala da ballo fa il galan¬te e il gaudente, basti a giustifica¬re, o anche soltanto a spiegare una campagna, per dirla con Brecht, di mille galeoni e mille cannoni.

Questa impressione di una va¬sta operazione l'abbiamo avuta quando Berlusconi tornò dalla famosa riunione in cui Frau Me¬rkel ridacchiava, Sarkozy face¬va marameo, mentre Obama in quel periodo giocava all'uomo invisibile e sembrava una festa un po'diabolica come quella di Rosemary's baby di Polanski. Tutti sembravano sapere già tut¬to, salvo l'interessato,profonda¬mente turbato e incredulo.

Qualcosa di molto vasto e di molto collettivo - per questo è meglio parlare di una operazio-ne su vasta scala e non di un complotto - era accaduto e an¬dava a compimento dopo un lungo lavoro fatto di incontri, te¬lefonate (centinaia, si presu¬me) e lavoro lobbistico sul te-ma: far fuori Berlusconi. Il qua¬le, però, è un tipo strano.

Cocciu¬to, riesce quasi sempre a spiaz¬zare e sparigliare, sicché, dopo essersi dimesso dalla politica pronto a costruire ospedali in Africa, vedendo che l'accani¬mento contro di lui non dimi¬nuiva ebbe l'impressione che la grande rete dell'ope¬razione lo volesse proprio morto, politicamente e umanamente annientato. E sic¬come è, come dicono i romani, un tipo fumantino, organizzò la propria resurrezione, spolverò la sedia di Travaglio, risalì la chi¬na e il resto è storia di questi gior¬ni, come è storia di questi giorni l'esito del processo Ruby e degli altri processi.

Ci sono molte storie dentro questa storia. Molti dettagli e ri¬svolti che meritano di essere ri-visitati e connessi. Non voglio ci¬tare il solito Andreotti dell'a pensar male si fa peccato ma in genere ci si azzecca. Ma certo è che giornalisti e storici, oggi e domani, avranno un gran da fa¬re per tentare di stabilire ciò che realmente accadde, come ac¬cadde con quali moventi, chi mosse le pedine, qual era la po¬sta in gioco. Un primo tentativo può essere fatto anche adesso e la verità, questo famoso bene su¬premo che dovrebbe animare il giornalismo non può che avvan¬taggiarsene.
(2- continua)

 

merkel e sarko ridono OBAMA BERLUSCONII Berlusconi e Putin Berlusconi e PutinBerlusconi e Putin amiconiPutin e Berlusconiberlusca putinANGELA MERKEL E SILVIO BERLUSCONI jpeg

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?