salvini letta

UNA BELLA ROGNA PER DRAGHI – DOPO IL VOTO DELLA LEGA (INSIEME ALLA MELONI) PER L’ABOLIZIONE DEL GREEN PASS, ENRICO LETTA CHIEDE UN “CHIARIMENTO POLITICO” E SPARA A ZERO CONTRO SALVINI: “È INACCETTABILE. MI CHIEDO CON QUALE CORAGGIO POSSA STARE AL GOVERNO CON QUESTA POSIZIONE SCHIZOFRENICA. COSÌ SI AMMICCA AI NO VAX. NON È POSSIBILE CHE..." - SALVINI RILANCIA: “SE LO STATO IMPONE IL GREEN PASS, DEVE GARANTIRE TAMPONI GRATUITI”

Giuseppe Alberto Falci per corriere.it

 

enrico letta matteo salvini meeting rimini 2

Alle sei del pomeriggio, a Montecitorio, la maggioranza di governo si divide in commissione Affari sociali. La Lega di Matteo Salvini vota in tandem con Fratelli d’Italia per sopprimere il green pass. Apriti cielo. «Benvenuti nel semestre bianco», sospira un deputato presente. Si tratta di uno dei 900 emendamenti a firma Carroccio al decreto sul certificato verde, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 6 agosto. Forza Italia non segue gli alleati di coalizione e si accoda ai partner di esecutivo M5S e Pd. Alla fine la richiesta di modifica non passa ma resta agli atti uno strappo che crea un imbarazzo profondo all’interno della compagine che sostiene Mario Draghi.

 

enrico letta matteo salvini meeting rimini

I membri del Pd in commissione sono increduli e avvertono subito i vertici del partito. In un amen esplode Enrico Borghi, membro della segreteria del Nazareno, che mette in luce le contraddizioni leghiste con un tweet: «Breve storia di una ambiguità profonda: 1) in Consiglio dei ministri la Lega vota a favore dell’introduzione del green pass; 2) alla Camera in conversione del decreto la Lega vota contro il #greenpass (insieme con FdI ed ex 5 Stelle). È così che Salvini sostiene il governo?».

 

 

Il clima si surriscalda al punto che i democrat escono in batteria uno dietro l’altro: Elena Carnevali («Non si sta così in maggioranza»), Lele Fiano («Tutto ciò è grave ed è contro il governo, serve un chiarimento»), Andrea Romano («Vergognoso il doppio gioco leghista»), Piero De Luca («Dalla Lega incoerenza intollerabile, indebolisce il governo»). Poi tocca ai 5 Stelle con il capogruppo Davide Crippa che definisce il voto «ancora più grave perché rischia di apparire come un modo per strizzare l’occhio ai violenti che in queste ore hanno minacciato e aggredito rappresentanti delle istituzioni, medici e giornalisti».

enrico letta matteo salvini meeting rimini

 

Servirà dunque una verifica all’interno della maggioranza? Di certo, conclude Crippa, «la Lega dovrà fare chiarezza». Dello stesso avviso il ministro Roberto Speranza (Leu): «Non c’è spazio per giochini politici. Quando dobbiamo assumere una decisione prevale l’interesse pubblico e non le dinamiche politiche».

 

In questo contesto Claudio Borghi — il leghista che è sceso in piazza contro il green pass e che in commissione ha sostituito un collega — cinguetta così: «Non abbiamo ritirato gli emendamenti e ho provato ad argomentare in tutti i modi». È la sua posizione o è la linea del partito? Risponde il capogruppo Riccardo Molinari: «Su più di 900 emendamenti, forse ce ne accoglieranno 2. Perciò si è mantenuto e votato anche il soppressivo, dato che la nostra posizione di modificare il green pass era nota». E a tarda sera il segretario Salvini rilancia: «Se lo Stato impone il green pass, deve garantire tamponi gratuiti».

 

 

LETTA (PD): «COSÌ LA LEGA È FUORI DALLA MAGGIORANZA. CHIEDO UN CHIARIMENTO POLITICO»

Maria Teresa Meli per corriere.it

ettore rosato giuseppe conte antonio tajani enrico letta matteo salvini maurizio lupi - meeting rimini

 

Non usa mezzi termini Enrico Letta. Appena arriva alla Festa dell’Unità di Bologna il segretario del Pd attacca il partito di Matteo Salvini, che in commissione Affari sociali della Camera ha votato contro il green pass. «Chiedo un immediato chiarimento politico, perché la Lega si è messa fuori dalla maggioranza».

 

E ancora, con toni sempre più duri, in un’intervista all’emittente web del Partito democratico, Radio Immagina: «La Lega sfilaccia la vita del governo. Dà l’abbrivio a ognuno a fare quello che gli pare. È l’inizio della fine». Insomma, è di nuovo Letta contro Salvini. Ma il segretario dem nega di voler fare «propaganda politica»: «Quello che ha fatto la Lega — ribadisce dal palco della Festa dell’Unità — è inaccettabile.

 

Mi chiedo con quale coraggio possa stare al governo con questa posizione schizofrenica, votando a favore del green pass in Consiglio dei ministri e contro in Parlamento. Così si ammicca ai No vax e si legittimano le loro manifestazioni proprio il giorno in cui le forze dell’ordine si sono impegnate per far sì che il Paese non si fermasse. Non è possibile che questo governo vada avanti con questo atteggiamento della Lega».

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

 

Sono parole dure alle quali il Carroccio poco più tardi risponde in modo altrettanto pesante: «Letta è fuori dal mondo, il Pd crede ancora di governare con Giuseppe Conte, per fortuna però c’è Mario Draghi». Ma il leader del Pd non ci sta: «La Lega dice che io sono fuori dal mondo? Forse sono all’antica perché penso che un partito serio su un tema di rilevanza nazionale debba avere un comportamento univoco».

 

La polemica con il partito di Salvini rischia di far passare in secondo piano il vero motivo per cui Letta ieri è salito sul palco della Festa nazionale dell’Unità: per presentare le Agorà democratiche, la grande piattaforma a cui si potranno iscrivere anche coloro che non hanno la tessera del partito in tasca per poter discutere ed elaborare le proposte politiche di quella coalizione più ampia che il leader dem sogna dal giorno del suo insediamento.

 

 

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

«Dobbiamo uscire dai nostri confini», sottolinea con forza il segretario. E per dimostrare che intende fare sul serio Letta annuncia che farà parte di questo percorso delle Agorà anche un osservatorio composto da «sei personalità indipendenti». Un altro tentativo di allargare i confini del Pd, dopo quello di presentarsi senza il simbolo del partito nel collegio uninominale di Siena. Faranno parte di questo osservatorio lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, l’ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, l’ambientalista ed ex deputata europea Monica Frassoni, l’economista Carlo Cottarelli e la vice presidente della Regione Emilia Romagna Elle Schlein.

 

mario draghi intervista tg1 2

Le Agorà, sottolinea Letta, «sono un’offerta che il Pd fa a tutto il centrosinistra». L’obiettivo è quello di costruire una «coalizione che vincerà alle elezioni del 2023 con una proposta maggioritaria». Il candidato sindaco di Bologna Matteo Lepore si è spinto più in là su questa strada e ha ipotizzato la nascita di una grande nuovo partito di centrosinistra, ma il segretario su questo punto è molto più cauto: «Io non so dove porterà questo processo».

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…