bergoglio cina

BERGOGLIO ALLA PECHINESE – TRA ARRESTI, MINACCE E DIVIETI, LE AUTORITÀ CINESI SE NE FOTTONO DELL’ACCORDO SEGRETO CON LA SANTA SEDE, RINNOVATO NELL’AUTUNNO SCORSO – E CON L’ARRIVO DI BIDEN ALLA CASA BIANCA, C’È ANCORA PIÙ INCERTEZZA: CON TRUMP E POMPEO SI POTEVA DIRE CHE ERANO ROZZI E SPACCONI E TRATTARE CON IL REGIME COMUNISTA PER NON APPARIRE SUBALTERNI A WASHINGTON, MA CON L’INSISTENZA SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA E I DIRITTI UMANI DI “SLEEPY JOE” LA POSIZIONE DEL PAPA DIVENTA MENO FACILE…

Massimo Franco per il "Corriere della Sera"

 

PAPA FRANCESCO E LA CINA

«Con i cinesi dobbiamo avere molta pazienza...». Le parole misurate del diplomatico vaticano velano a fatica l' irritazione della Santa Sede per il modo in cui le autorità di Pechino stanno interpretando, eufemismo per non applicando, l' accordo segreto rinnovato per un biennio nell' autunno scorso.

 

Il testo non è mai stato reso noto per volontà della Cina. Si sa solo che dovrebbe servire a concordare la nomina dei vescovi. All' ombra di questa intesa, tuttavia, stipulata per la prima volta nel 2018, il Partito comunista cinese sta attuando una politica di repressione della libertà religiosa che punta a riaffermare il proprio potere.

 

xi jinping con la mimetica

Papa Francesco aveva deciso di «mettere un piede nella porta di un Paese che si sta chiudendo», come fu detto dai negoziatori vaticani, convinto che alla lunga avrebbe permesso al cattolicesimo di riattecchire; e che nel medio periodo avrebbe permesso di stabilire relazioni diplomatiche col regime di Xi Jinping.

 

Gli ultimi mesi, però, delineano scenari diversi. Da tempo il Vaticano chiede di potere aprire un ufficio informale a Pechino: un paio di stanze per monitorare da vicino quanto sta accadendo, a cominciare dall' applicazione dell' intesa temporanea. Ma la richiesta è stata lasciata cadere.

RITRATTI DI XI JINPING NELLE CHIESE CATTOLICHE IN CINA

 

Le autorità cinesi hanno fatto presente che esiste già la Legazione apostolica a Hong Kong; e che potrebbe essere chiusa da un giorno all' altro, se fosse sospettata in qualche modo di appoggiare le proteste nell' ex colonia britannica: la recente legge sulla sicurezza permette di equipararle a un attentato alla sicurezza nazionale.

 

Bernardo Cervellera

Nei mesi scorsi alcuni esponenti cattolici nell' editoria e in politica sono stati intimiditi o arrestati. «Si gioca sul principio dell' "interferenza straniera". Il no all' apertura di un nostro ufficio a Pechino», spiegano alla Segreteria di Stato vaticana, «dice quanto lontane siano le relazioni diplomatiche tra noi e loro».

 

papa bergoglio e la bandiera cinese

D' altronde non si tratta di un segnale isolato. Il Partito comunista vuole essere «padrone della questione religiosa». Per questo vengono chiusi gli orfanotrofi gestiti dalle suore. «Eppure hanno una lunga tradizione. Nei decenni passati le madri portavano lì le neonate femmine al tempo della politica del figlio unico», raccontano in Vaticano, «per evitare che fossero uccise. Soprattutto nelle comunità contadine erano considerate solo una bocca in più da sfamare».

XI JINPING AL POSTO DI GESU. IN CINA

 

Quanto all' indurimento dei controlli degli ultimi mesi, i genitori non possono andare in chiesa con i bambini: bisogna avere compiuto diciotto anni. La polizia ferma le famiglie fuori, e si impegna a tenere i figli o le figlie fino a quando la messa è finita: pratica temutissima.

 

Si parla di telecamere digitali installate all' interno dei luoghi religiosi per schedare i fedeli. Asia News , la rivista dei missionari del PIME, ha appena pubblicato un articolo del direttore Bernardo Cervellera. Titolo: «Una multa per la messa del vescovo sotterraneo. Tradito l' Accordo sino-vaticano». Si parla di un fedele multato per avere ospitato monsignor Shao Zhumin nella sua cappella privata. «Il prelato», si legge, «riconosciuto dalla Santa Sede ma non dal Partito, è bollato come emissario di una "istituzione straniera"». E la colpa di chi gli ha fatto dire la messa sarebbe quella di avere «facilitato attività religiose illegali».

 

Shao Zhumin

Cervellera, direttore di Asianews dal 2003, lascerà a metà maggio: al suo posto arriverà padre Mario Ghezzi, direttore del Pime di Milano, dove si trasferirà la redazione.

È stato destinato a Hong Kong, dopo una tappa a Taiwan dove prenderà lezioni di mandarino per affinare il suo cinese. E sarà interessante vedere se e quanto potrà ancora scrivere sulla Cina.

 

I suoi articoli sono stati sempre considerati troppo ostili al regime. Su questo ha avuto contrasti e tensioni anche con la Segreteria di Stato e i negoziatori vaticani, che lo considerano in sintonia col cardinale Zen, critico irriducibile dell' accordo voluto da Francesco e dal suo «primo ministro», il cardinale Pietro Parolin.

 

joe biden xi jinping

Il missionario è tra quanti vedono il patto segreto con Pechino come un grimaldello cinese per cancellare la chiesa sotterranea fedele al Papa; e che ritiene improbabile la sopravvivenza degli accordi oltre la soglia dell' attuale pontificato. In realtà, quanto accade conferma piuttosto una situazione in bilico, e «partiti» pro e anticinesi presenti all' interno della chiesa cattolica.

 

Con un elemento di incertezza in più, dovuto all' arrivo del democratico Joe Biden alla Casa Bianca. La sua presidenza potrebbe porre alla Santa Sede più problemi di quanti ne abbia creati nei rapporti con la Cina il predecessore, Donald Trump.

 

donald trump xi jinping

La rozzezza della sua Amministrazione si vide quando il segretario di Stato trumpiano, Mike Pompeo, attaccò frontalmente il Vaticano per l' accordo segreto, costringendolo di fatto a rinnovarlo per non apparire subalterno agli Stati Uniti. Ma adesso, con l' insistenza strategica e sottile di Biden sulla libertà religiosa e i diritti umani violati sistematicamente in Cina, si tratti di cristiani o di musulmani, la posizione della Santa Sede diventa meno facile. I rapporti tra Francesco e il presidente Usa appaiono più cordiali e convergenti rispetto a Trump.

 

Xi Jinping CINA

Ma la situazione si è come rovesciata. Ora, il problema per le autorità cattoliche non sembra più quello di non allinearsi alla strategia anticinese della Casa Bianca, richiesta a tutto l' Occidente e agli alleati asiatici. Semmai, diventa quello di non apparire subalterno o comunque troppo cedevole nei confronti di Pechino: un esercizio di equilibrio che promette di richiedere un ulteriore sforzo di pazienza verso una Cina assertiva, nervosa e tentata di scaricare all' esterno, magari anche sulle relazioni col Vaticano, i suoi problemi domestici. Per il Partito comunista, è sempre stata una questione usata strumentalmente nello scontro ideologico al proprio interno.

XI JINPING RIDECINA XI JINPING ECONOMIA CINESE CORONAVIRUS COVID PANDEMIARITRATTI DI XI JINPING NELLE CHIESE CATTOLICHE IN CINA 1

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…