enrico letta giuseppe conte francesco boccia

CAMPO LARGO? CAMPA CAVALLO! LETTA PRENDE TEMPO SULLE ALLEANZE E RIMANDA LA DISCUSSIONE A DOPO I BALLOTTAGGI – COME DAGO-RIVELATO IL SUO OBIETTIVO E’ UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE CHE LO AIUTI A SGANCIARSI DALL’ABBRACCIO MORTALE CON CONTE - LA SUA SPINA NEL FIANCO È FRANCESCO BOCCIA CHE SPINGE PER RINSALDARE L’ASSE CON IL M5S -

UN PEZZO DEL PD È CONVINTO CHE SARANNO PRESTO I PENTASTELLATI A CAMBIARE STRADA. “IL DIVORZIO È GIÀ NEI FATTI, I CINQUESTELLE UN ALTRO ANNO COSÌ NON LO REGGONO”

DAGONEWS

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/campo-largo-rsquo-diventato-campo-santo-ora-letta-punta-313879.htm

 

 

 

Andrea Bulleri per il Messaggero

 

ENRICO LETTA

Il nodo alleanze nel Pd? Se ne riparlerà «dopo i ballottaggi». Parola di Enrico Letta, che nel corso di un vertice lampo della segreteria convocata a Largo del Nazareno (obiettivo: impostare l'ultimo miglio di campagna elettorale in vista del secondo turno nelle città, il 26 giugno) prova a mettere fine a una discussione cominciata tra i dem ancor prima che lunedì sera si finissero di contare le schede.

 

Proseguire sulla via del «campo largo» con Giuseppe Conte, nonostante il magro bottino raggranellato pure al Sud dall'ex premier?

O mollare l'avvocato del popolo al suo destino, virando con decisione verso il centro (leggi: Carlo Calenda e Matteo Renzi)? Magari - è il ragionamento che si fa dentro Base Riformista, la corrente di deputati e senatori più vicini al leader di Italia Viva - portandosi dietro un pezzo di M5S, quel Luigi Di Maio che diventa più draghiano ogni giorno che passa.

enrico letta e giuseppe conte 1

 

Una diatriba in cui il segretario dem ha ripetuto fino allo sfinimento di non voler neanche mettere piede: «Si vince tenendo insieme i progressisti, non imponendo veti», la linea di Letta. Eppure le sue parole di ieri per la prima volta sono suonate come un'apertura. Un forse, lanciato come un amo in direzione del terzo polo, che di sedersi a un tavolo con i grillini (e con Conte in particolare) proprio non vuol saperne.

 

ENRICO LETTA 1

«Tutte le discussioni su alleanze, futuro e campo largo - ha detto Letta - le rimandiamo al dopo ballottaggio». Non un no, insomma, ma un dopo. Almeno così la legge un pezzo del partito, soprattutto chi - e non sono pochi - è convinto che a prescindere dalle intenzioni del Pd saranno presto i pentastellati a cambiare strada. «Il divorzio è già nei fatti, i Cinquestelle un altro anno così non lo reggono. Resta da vedere chi manderà per primo la lettera dell'avvocato», ragionava ieri col Messaggero un influente deputato.

 

IL CAMBIO DI ROTTA Ma dall'inner circle del segretario si affrettano a smentire: nessun cambio di rotta, nessun ripensamento dovuto al pressing di una parte del partito.

«Letta intendeva dire che questo è un momento in cui bisogna correre, e molto, per vincere ai ballottaggi. Non possiamo perdere tempo in discussioni sulle coalizioni. Quelle le faremo dopo», spiega Susanna Cenni, deputata ed esponente della segreteria Pd.

 

Lo stesso sostiene Francesco Boccia, responsabile Enti locali dem e regista di molte alleanze andate in scena alle urne domenica. «Il segretario ha solo chiesto a tutti di lavorare pancia a terra per i ballottaggi. Trovo lunare aprire un dibattito sulle alchimie quando abbiamo 62 città ancora al voto. Semmai bisogna cercare di unire il fronte il più possibile, incrementando il numero dei sindaci progressisti che portammo a casa nel 2017».

 

francesco boccia foto di bacco

Tenendo dentro anche Renzi e Calenda? «È naturale - risponde l'esponente dem -. Anzi, questo è il momento della verità: i centristi devono scegliere se sostengono i sindaci di centrosinistra oppure quelli di destra. Il pallino è in mano loro, ma mi pare evidente che o si sta di qua o si sta di là».

 

Sul perché il campo largo non abbia premiato i Cinquestelle, Boccia non si sbilancia: «È una discussione interna al loro partito. Ma sono convinto che alle politiche andranno meglio rispetto alle amministrative, come avviene per tutti: alle comunali ci sono le liste civiche che sottraggono milioni di voti». La mission del Pd non cambia: «Unire tutte le forze progressiste e riformiste insiste Boccia Anche Calenda». Purché tutti abbiano ben chiaro che «i finanziamenti del Pnrr li abbiamo ottenuti noi con il governo giallo-rosso, non la destra».

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

IL COMPROMESSO Pancia a terra, dunque. E stop alle critiche di chi continua a mettere in dubbio la rotta tracciata. Almeno fino a domenica 26. Poi, è la concessione implicita contenuta nelle parole del segretario, si aprirà la discussione. Un compromesso, insomma, offerto a quell'ala di deputati e senatori che avrebbero voluto tagliare i ponti con Conte già lunedì sera, alla vista dei risultati delle urne.

 

Un ramoscello d'ulivo che ieri è stato colto anche da Tommaso Nannicini, tra i democrat più critici del rapporto quasi esclusivo con Conte. «Basta dissanguarci in una discussione infinita su come tenere insieme tutto il possibile, basta congresso permanente», le parole di Nannicini. «Propongo una moratoria: fino a Natale, quando saremo tutti più buoni, smettiamola di parlare di alleanze, campi larghi e fronti riformisti». Decidere di non decidere, è la linea. E intanto, possibilmente, vincere nelle città.

conte letta

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…