roberto fico giuseppe conte riccardo ricciardi

CHI HA ARMATO RICCARDO RICCIARDI? IN MOLTI DENTRO IL M5S PENSANO CHE L’INTEMERATA ANTI-LEGA DEL ‘CHE GUEVARA DI MASSA’, IN QUOTA FICO, POSSA ESSERE STATA CONCORDATA (O SCRITTA) DA CASALINO E DAL SUO SCHIAVO 'GIUSEPPI' – DIETRO LE QUINTE (E ANCHE DAVANTI) LA POCHETTE CON LE UNGHIE STA LAVORANDO PER CREARE UNA ALLEANZA TRA M5S E PD, IN TANDEM CON FICO, CHE FA GIRARE LE PALLE A GIGGINO DI MAIO

 

Pietro Salvatori per www.huffingtonpost.it

 

giuseppe conte e roberto ficoROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

Appena Riccardo Ricciardi finisce di parlare la bagarre scoppia non solo nell’aula della Camera, dove i leghisti scatenano la protesta, ma anche all’interno del Movimento 5 stelle. Il vicepresidente dei deputati M5s è davanti a Giuseppe Conte, interviene per i pentastellati a seguito dell’informativa del presidente del Consiglio sulla situazione Covid-19, e scaglia un intervento durissimo per contenuto e toni contro la sanità della Lombardia e la Lega in generale.

riccardo ricciardi 5

 

“Che bisogno c’era di fare un intervento del genere?”, chiede una fonte M5s di governo. Le chat si infuocano. Giorgia Meloni attacca, fiutando una strategia complessiva: “Il collega non avrebbe fatto quell’intervento con quei toni se non fosse stato concordato con lei, presidente”. Fin qui nulla di strano. Se non che, dall’ultimo dei peones a diversi colonnelli di prima fila, con il passare delle ore si fanno convincere della bontà dell’interpretazione. Sentite uno di questi ultimi: “Mi sembrerebbe molto strano che, per un’informativa del capo del Governo, non ci sia stato nessuno scambio informale tra Palazzo Chigi e chi ha preparato il testo”. C’è chi è sicuro: “Il premier lo ha letto, se non lui almeno Casalino”.

rissa in parlamento

 

Le voci arrivano fino a Conte, che per più volte nel corso della giornata risponde alla Meloni per lanciare un messaggio anche all’interno del partito di maggioranza relativa: “Si è insinuato che io in qualche modo condividessi l’intervento dell’esponente M5s Ricciardi, io non ho aizzato nulla. Ogni rappresentante di ogni partito fa i suoi interventi che ovviamente non vengono condivisi con il premier, è stato sempre così”. La frittata ormai è fatta.

roberto fico

 

Un robusto pezzo di Movimento considera ogni giorno di più il capo del governo un corpo estraneo, e ritiene che il suo disegno di sopravvivenza politica a medio termine sia quello di porsi quale anello di congiunzione tra il Pd e i 5 stelle, in un’ottica di stabili alleanze se non di federazione politica come blocco in contrapposizione al centrodestra.

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

 

Quella del traghettamento a sinistra è una manovra che, non è un mistero, non è mai andata a genio a Luigi Di Maio, tra i più scettici nella fase di formazione della cosa giallorossa, e alla parte pentastellata che ancora guarda a lui, così come alla maggior parte dei vertici, da Vito Crimi a Paola Taverna passando per Alessandro Di Battista.

paola taverna

 

Ricciardi, non è un mistero, è parlamentare considerato molto vicino a Roberto Fico, e il sospetto di una triangolazione tra Conte e quell’area per strattonare sempre più su posizioni antagoniste a quelle della Lega e del centrodestra tutto sta avvelenando in queste ore i pozzi della discussione interna.

luigi di maio vito crimi

 

 D’altronde gli “indipendentisti” e l’area più affine al centrodestra hanno battagliato strenuamente contro la regolarizzazione di colf e braccianti, apertamente contestata quale sanatoria e a microfoni spenti come ennesima prova che a dettare l’agenda conte sia sempre più il Pd. “E ora a Renzi cosa daranno?”, si interrogano. E’ una questione sottile, di equilibri ed equilibrismi interni. Non si parla di nostalgie per il governo gialloverde, la Lega è per tutti lo spauracchio da agitare per smuovere il proprio elettorato. Ecco infatti a sera intervenire il capo politico pro tempore, nove ore dopo l’intervento del suo uomo: “La Lega non piagnucoli, quello di Fontana e Gallera è stato un fallimento epocale”. La partita è tutta sul futuro prossimo: cosa sarà il Movimento? quale la sua identità? chi lo guidera? quale sarà il ruolo di Conte?

riccardo ricciardi 3

 

roberto fico e giuseppe conte

Al capo del Governo è arrivato un segnale in codice. Quando il deputato Generoso Maraia ha notato che nel decreto Rilancio i comuni considerati zona rossa - e relativi fondi - sono solo quelli di cinque province del Nord, è partita una batteria a sostegno. “E’ doveroso correggere la norma in Parlamento”, ha detto Di Maio, seguito in batteria da Laura Castelli e Carlo Sibilia.

 

CARLO SIBILIA LUIGI DI MAIOLAURA CASTELLI

Il contesto è quello di un partito la cui assenza di guida ha dato il via libera alle tante anime che vi convivono di portare avanti temi e interessi spesso divergenti, in cui infuria la battaglia per il futuro capo politico. Paola Taverna ambisce al posto da tempi non sospetti, Vito Crimi sta silenziosamente coltivando l’ambizione, tra i due i rapporti sono tesi, soprattutto dopo una riunione convocata dalla vicepresidente del Senato alla quale il viceministro non è stato invitato. Su Di Maio il silenzio è tombale, anche se non si trova nessuno che escluda categoricamente il ritorno, mentre Di Battista avrebbe fatto sapere di non essere interessato (contestato com’è di menefreghismo da molti) e il partito anti-Raggi inizia a guardare a lui come possibile candidatura per il dopo. Tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio sarebbe sceso il gelo. Il secondo avrebbe voluto sterzare subito su un nuovo capo a tutti gli effetti, ma il fondatore avrebbe dato l’altolà. Divisi su Rousseau ma anche sulla futura collocazione politica. L’infatuazione dell’ex comico per il Pd d’altronde non è un mistero.

riccardo ricciardi 2ROBERTO FICO E GIUSEPPE CONTEriccardo ricciardiGIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINOriccardo ricciardi 2riccardo ricciardi 1riccardo ricciardi con mascherinariccardo ricciardi 4riccardo ricciardi riccardo ricciardiriccardo ricciardi 6riccardo ricciardi 1roberto fico contestato al vaffa day gay

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO