vladimir putin emmanuel macron joe biden

PER CHIUDERE QUESTA GUERRA NON BISOGNA STRAVINCERE: BISOGNA OFFRIRE A PUTIN UNA VIA D'USCITA ACCETTABILE - MACRON L’HA CAPITO: NON VUOLE IL CROLLO DELLA RUSSIA E HA MESSO IN GUARDIA DALLA "TENTAZIONE DELL'UMILIAZIONE” DI MOSCA - GLI STATI UNITI CONSIDERANO CHIUSA OGNI POSSIBILITÀ DI DIALOGO CON CREMLINO: BIDEN HA DEFINITO PUTIN “CRIMINALE DI GUERRA”, “MACELLAIO”, “ASSASSINO” - IL SEGRETARIO ALLA DIFESA LLOYD AUSTIN HA CHIARITO CHE L'OBIETTIVO AMERICANO E’ “VEDERE LA RUSSIA INDEBOLITA AL PUNTO CHE NON POSSA PIÙ RIPETERE QUEL CHE HA FATTO IN UCRAINA”

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

macron putin

I governi occidentali aiutano l'Ucraina con armi, intelligence, soldi, sanzioni alla Russia, e una scelta di campo chiara: stiamo con voi, gli aggrediti, contro gli aggressori russi. Ci sono poi differenze di sensibilità tra Europa e Stati Uniti, ma va segnalato un ultimo, decisivo punto di contatto tra i due lati dell'Atlantico: «Spetta all'Ucraina definire le condizioni per i negoziati con la Russia», ha detto ancora lunedì a Strasburgo il presidente francese Emmanuel Macron, a nome di tutta la Ue.

 

«Solo l'Ucraina ha il potere di stabilire che cosa considera un successo», ripete da tempo la Casa Bianca. Anche se vi aiutiamo, gli obiettivi finali della lotta li decidete voi.

La vittoria Finché la Russia continua a devastare le città ucraine, sarà quindi l'Ucraina a stabilire fino a quando vorrà o potrà combattere. Non è una decisione facile, perché le condizioni cambiano a seconda dell'evoluzione militare sul terreno, e più la guerra continua, più le vittime aumentano, più si rafforza la voglia di non rendere inutili quei sacrifici. Lo spiega con chiarezza il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Putin Macron 7 febbraio 2022

 

«Nei primi mesi della guerra consideravamo vittoria il ritiro delle forze russe entro i confini anteriori all'invasione del 24 febbraio (quindi lasciando Crimea e parte del Donbass alla Russia, ndr ) e il pagamento dei danni», ha detto il ministro in un'intervista al Financial Times , rilasciata dopo la parata di Mosca e la Festa dell'Europa a Strasburgo. «Adesso, se siamo abbastanza forti sul fronte militare e vinciamo la battaglia cruciale per il Donbass, la vittoria per noi consisterà nella liberazione del resto dei nostri territori».

 

macron putin

Quindi Kiev punta ora a recuperare la completa integrità territoriale, compresi la Crimea e tutto il Donbass, tornando alla situazione anteriore alla prima invasione russa del 2014, ovvero ai confini riconosciuti dal diritto internazionale.

 

L'Ucraina combatte per la sua sopravvivenza come Paese libero, ma la Russia? Quale potrebbe essere un esito accettabile - al di là delle follie retoriche sulla «de-nazificazione» -, la famosa via di uscita da una «operazione militare speciale» che Putin sperava di chiudere in pochi giorni con la caduta di Kiev e del presidente Zelensky, e che invece sta entrando in una fase di stallo? Se Macron continua con le sue lunghe telefonate a Putin, è anche per cercare di individuare qualcosa che convinca il leader del Cremlino a sospendere le azioni militari conservando una qualche credibilità in Russia.

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

 

Qui emerge una differenza di atteggiamento tra Europa e Stati Uniti che è andata rafforzandosi con il passare delle settimane. Le dichiarazioni del presidente Biden su Putin - «criminale di guerra», «macellaio», «assassino» - hanno lasciato intendere che la Casa Bianca considerasse finita ogni possibilità di dialogo con il leader russo. A fine aprile il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha chiarito l'obiettivo Usa: «Vedere la Russia indebolita al punto che non possa più ripetere quel che ha fatto in Ucraina».

 

PUTIN BIDEN

Le trattative Parigi sembra meno attratta da un crollo della Russia, più propensa a circoscrivere la guerra e chiudere la crisi appena il Cremlino aprirà un vero spiraglio per le trattative, se mai accadrà. «Quando la pace tornerà sul suolo europeo, non dovremo mai cedere alla tentazione dell'umiliazione», ha detto Macron nel suo discorso a Strasburgo. Il presidente ha poi chiarito la posizione a breve termine della Francia durante l'incontro con il cancelliere Scholz, lunedì sera a Berlino: «Restiamo concentrati sul nostro obiettivo, fare tutto il possibile per un cessate il fuoco».

 

Traguardo condiviso dal leader cinese Xi Jinping, che ieri ha parlato lungamente al telefono con Macron convenendo sulla necessità di «rispettare l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina», una svolta dopo l'iniziale apparente equidistanza tra Mosca e Kiev. L'Italia di Draghi è sembrata nelle scorse settimane più vicina agli Stati Uniti, e il premier nell'intervista al Corriere di qualche settimana fa ha espresso perplessità sull'utilità dei colloqui con Putin. Ieri però Draghi a Washington ha detto a Biden che «in Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questi massacri, le persone si chiedono che cosa possiamo fare per portare la pace».

 

putin zelensky biden

L'Europa sembra camminare sul filo di una solidarietà completa con l'Ucraina, nella speranza però di non cadere in una guerra infinita. C'è poi la questione dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione. «Il nostro è l'unico Paese in Europa dove la gente muore per i valori della Ue», sottolinea Kuleba. Ecco perché Macron si è inventato la «Comunità politica europea» in cui accogliere subito Kiev: non perdere la faccia è un obiettivo non secondario dell'Europa in questa guerra.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?