sergei lavrov shoigu vladimir putin

LE COLOMBE VOLANO VIA DAL CREMLINO - IL MINISTRO DEGLI ESTERI LAVROV È SEMPRE PIÙ LONTANO DALLE POCHE IDEE CONFUSE DI PUTIN, CHE ORMAI ASCOLTA SOLO IL FALCO SHOIGU, MINISTRO DELLA DIFESA. NELLA “DEEP RUSSIA”, IN MOLTI STANNO FACENDO PRESSIONE SULLO ZAR BOMBAROLO PER CHIUDERE LA TRATTATIVA CON KIEV, ED EVITARE UN INUTILE SPARGIMENTO DI SANGUE. SENZA CONSIDERARE GLI OLIGARCHI, CHE NON POTRANNO PIU FARE IL PIENO AI LORO YACHT E SONO MOLTO INCAZZATI CON “MAD VLAD”

Marco Ventura per “il Messaggero”

SERGEI LAVROV VLADIMIR PUTIN

 

Una maschera impenetrabile. Vladimir Putin si rivolge ai suoi più stretti consiglieri economici, quelli che hanno garantito negli anni la stabilità della leadership putiniana rafforzando le finanze russe. Si deve decidere come rispondere alle sanzioni dell'Occidente, «che io chiamo stiletta - l'impero delle bugie».

 

valery gerasimov sergei shoigu

Le misure di Washington e Bruxelles rischiano di mettere in ginocchio le banche russe, gli oligarchi e la gente comune. Il premier britannico, Boris Johnson, è incredibilmente diretto, le sanzioni secondo lui mirano a «far cadere il regime di Putin». Lo Zar parla, ma le immagini sono più eloquenti delle parole. Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale, neanche lo guarda, fissa un punto davanti, a braccia conserte. Le sanzioni internazionali cominciano a mordere.

valery gerasimov, dmitry peskov e yuri ushakov

 

Crolla il rublo del 20 per cento. Putin firma il decreto che vieta il trasferimento di capitali dei non residenti all'estero. Gli esportatori saranno costretti a cambiare in rubli non meno dell'80 per cento dei guadagni. I tassi d'interesse salgono al 20 per cento, per essere attrattivi e preservare i risparmi delle famiglie contro la svalutazione.

 

Elvira Nabiullina

Di «brusco cambiamento nell'economia» parla la Nabiullina in conferenza stampa. Chiude la Borsa di Mosca, i titoli dei colossi della economia russa sprofondano a Londra, con perdite dal 74 per cento di Sberbank al 51 di Gazprom, dal 62.8 di Lukoil al 42.3 di Rosneft.

 

oleg v. deripaska e vladimir putin

Mentre il ministro degli Esteri, Lavrov, mantiene un criptico silenzio, la parte della difesa di Putin la fa, come sempre, lo storico portavoce Peskov, che imputa alle uscite della ministra britannica della Difesa, Liz Truss, su possibili scontri con l'Occidente l'ordine di Putin ai generali di attivare l'allerta massima del sistema di deterrenza nucleare.

 

LE RASSICURAZIONI

Affermazione che non serve certo a rassicurare gli oligarchi padroni dell'economia. I piani di risposta russi alle sanzioni, secondo Peskov, erano pronti. Anche se sono misure «pesanti e problematiche», la Russia oppone contromisure basate «sui nostri interessi nazionali e sulla operatività».

sergei shoigu vladimir putin

 

Putin stesso è «piuttosto indifferente» al congelamento dei propri asset. «Tutti sanno che non ne possiede altri che quelli dichiarati in questi anni, cioè una vettura, un appartamento e del denaro in una banca. La stessa idea di sanzioni contro un capo di Stato aggiunge Peskov - è assurda e miope». Eppure, cominciano a spuntare delle crepe nel cerchio magico degli oligarchi cresciuti con Putin.

 

Sergei Lavrov e Vladimir Putin

Non aiuta la decisione britannica di introdurre misure di contrasto alla criminalità economica. «Non c'è posto per i soldi sporchi nel Regno Unito», avverte Boris Johnson. I primi a sfidare lo strapotere di Putin e la strategia della guerra sono Mikhail Fridman, fondatore di Alfa-Bank, 11 miliardi di dollari di capitale, e Oleg Deripaska, ex marito della nipote di Eltsin, 4 miliardi di patrimonio, il re dell'alluminio, che dice «basta al capitalismo di Stato» in Russia.

 

PROTESTE CONTRO VLADIMIR PUTIN

Sui media britannici appaiono analisi sul fatto che il regime di Putin potrebbe non sopravvivere alla bancarotta delle banche. E le piazze russe cominciano a ripopolarsi di dissidenti. «Putin non poteva sopportare che ai suoi confini entità statuali uscite dall'Unione Sovietica come l'Ucraina stessero facendo un percorso di democratizzazione», osserva Adriano Dell'Asta, ordinario di Lingua e letteratura russa alla Cattolica di Milano, per 4 anni direttore dell'Istituto di cultura italiano a Mosca. «Credo che questo sia il vero problema di Putin.

 

vladimir medinsky vladimir putin

Liberiamoci del mito di una Russia tutta appiattita su posizioni governative e definita da un'aggressività quasi impensabile. Nelle proteste di questi giorni, nei pronunciamenti di gente semplice e di intellettuali, artisti, uomini dello sport, noi vediamo una Russia completamente diversa, che non ha un senso di fastidio nei confronti dell'Ucraina». Fuorviante anche la teoria della contrapposizione tra falchi e colombe al Cremlino, «retaggio della vecchia sovietologia». Succede ora che alcuni oligarchi e diversi rampolli di famiglie altolocate escano allo scoperto. Segno che qualcosa si muove, a Mosca.

Articoli correlati

IL MONDO VOLTA LE SPALLE A PUTIN - SERGEI LAVROV PARLA AL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI DELL'ONU E DIP

IL CERCHIO MAGICO DI PUTIN SI E ROTTO - SERGEI LAVROV, E\' IN ROTTA CON PUTIN: VUOLE CHE...

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."