tiziano renzi laura bovoli luca lotti

COME LOTTI VOLEVA SILURARE IL PM DEL CASO RENZI - LE INTERCETTAZIONI DELL'INCHIESTA CHE SCUOTE IL CSM: L'EX MINISTRO PARLAVA CON PALAMARA E ALCUNI CONSIGLIERI DI COME ALLONTANARE DA FIRENZE GIUSEPPE CREAZZO, LA TOGA CHE COORDINA LE INDAGINI SU BABBO TIZIANO E MAMMA LAURA. IL PIANO PER RIMUOVERLO ERA PRONTO, INCASTRANDO LE ALTRE PROCURE PER SPINGERLO A CHIEDERE IL TRASFERIMENTO

 

1. LOTTI VOLEVA SILURARE IL PM DEL CASO RENZI

Simone Di Meo per “la Verità

 

È come Chernobyl. Le radiazioni che arrivano dall' inchiesta di Perugia contaminano e rendono inabitabili le ovattate sale del Csm dove ieri, nel giro di un pomeriggio, è andata in scena la prima parte della grande resa dei conti. Il togato Gianluigi Morlini (ex Unicost) si è dimesso dall' incarico, pur non essendo indagato. Ha ammesso di aver incrociato il deputato renziano Luca Lotti a un dopocena con altri colleghi il 9 maggio 2019 («so di avere compiuto un errore dovuto a leggerezza») ma «senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere».

 

lotti tiziano renzi

È però finito comunque sotto inchiesta disciplinare su decisione del procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio così come gli altri tre consiglieri che, nei giorni scorsi, insieme a lui si erano autosospesi: Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli (che nel frattempo ha lasciato la commissione disciplinare).

 

L' atto di incolpazione riguarda tanto gli incontri, ritenuti «non casuali», con Lotti e il deputato del Pd Cosimo Ferri («estranei alle funzioni consiliari», si legge nelle carte) quanto il presunto dossier preparato per azzoppare candidati scomodi nella corsa per la Procura di Roma, come il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo (che coordina le indagini sulla famiglia Renzi, inchieste che hanno portato all' arresto dei genitori dell' ex premier), che emerge come il vero obiettivo delle manovre dell' ex ministro Lotti.

 

giuseppe creazzo 2

L' atto contiene anche stralci di intercettazioni, raccolte col virus spia incolpato nel cellulare dell' ex segertario dell' Anm Luca Palamara (indagato per corruzione), che catturano le voci dei partecipanti (tra cui due uomini non identificati, uno dall' accento meridionale e un altro dall' accento settentrionale).

 

Lotti appare impegnato a dare il timing della nomina del procuratore di Roma che dovrà reggere la pubblica accusa contro lo stesso Lotti nel processo Consip («Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29») e a coordinare le attività («si vira su Viola, sì ragazzi», afferma in tono familiare, notano gli inquirenti). Di rilievo anche la conversazione di Palamara in cui dice che ha un «collega» (omissis) «che ha raccolto tutte queste cose in un dossier... tutte le cose che non andavano su questa inchiesta (concorsi in sanità, ndr) e su Creazzo, e su... (inc) e ha fatto l' esposto».

 

tiziano renzi e laura bovoli

E prosegue: «Quindi non è proprio...non una cazzata, voglio dì...non è passata come una cazzata». Il mattatore degli incontri - si legge nell' atto di incolpazione - è sempre Lotti. Che in un altro brano sembra molto preoccupato del destino di Creazzo: «Poi però a Torino chi ci va? Scusate se vi faccio 'sta domanda». Palamara risponde: «Torino secondo me è ormai aperta». E il deputato del Pd controreplica: «Non so, però per me è un pizzico legata alla difesa d' ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza è imbarazzante...».

 

Interviene anche l' ex consigliere Csm, Luigi Spina: «Cioè, l' unico che se ne va... e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile». Un altro interlocutore domanda: «Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?» E Lotti, evidentemente informato, assicura: «No, no». Palamara spiega dall' alto della sua esperienza: «Se lo mandi a Reggio liberi Firenze». E Lotti: «Se quello di Reggio va Torino, è evidente che questo posto è libero. E quando lui capisce che non c' è più posto per Roma, fa domanda (per Reggio Calabria, ndr) e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia, come voi mi insegnate... (voce fuori campo interviene: «un altro motivo». E Luca ragiona: «A norma di regolamento un altro motivo». Il riferimento sembra all' esposto che dovrebbe affondare Creazzo.

 

Interviene Ferri: «Ma secondo te poi Creazzo, una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria o no, secondo voi?». Palamara taglia corto: «Gli va messa paura con l' altra storia, no? (...) Liberi Firenze, no?».

LUIGI SPINA

 

Il vero nemico di Luca Lotti e della sua compagnia in quel momento sembra quindi più che il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, il procuratore di Firenze.

In una giornata dominata da evidenti segnali di una crisi di sistema, si è fatto sentire anche il Colle. E lo ha fatto attraverso fonti raccolte dalle agenzie di stampa che hanno specificato che «il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha mai parlato di nomine di magistrati né è mai intervenuto per esse». Una presa di distanza, anche rispetto alle notizie pubblicate da alcuni quotidiani sui contenuti delle ormai famigerate intercettazioni di Perugia, utile a sottolineare «inoltre che la presidenza della Repubblica non dispone di notizie su indagini giudiziarie e che dal Colle non sono uscite informazioni al riguardo».

 

«Gli interventi messi in atto sono stati di carattere generale, per richiamare il rispetto rigoroso dei criteri e delle regole preposte alle funzioni del Csm». Riguardo, invece, a Luca Lotti, dal Colle evidenziano «che l' ultimo incontro risale al 6 agosto 2018 quando è cessato dalla carica di ministro». Dunque, non c' è stata alcuna riunione successiva.

luca palamara

Di ricostruzioni approssimative, che riguardano la presidenza della Repubblica, parla anche chi, in queste ore, ha potuto raccogliere gli sfoghi di Palamara che avrebbe confidato agli amici di «non aver mai sparso veleni sul Quirinale» come «ho dettagliato nel mio interrogatorio», reso nei giorni scorsi a Perugia.

 

 

2. LA CENA DEI MAGISTRATI CON LOTTI "ORA METTIAMO PAURA A CREAZZO"

Francesco Grignetti per “la Stampa

 

La frase di Luca Lotti, immortalata dalla microspia nel cellulare di Luca Palamara, l' ex presidente dell' Anm, toglie ogni dubbio su come andò la riunione carbonara tra alcuni membri del Csm durante la quale si pianificò la nomina del futuro procuratore capo di Roma. Riunione durata 40 minuti, non poco: «Si vira su Viola, sì ragazzi».

tiziano renzi luca lotti

I «ragazzi» erano il fior fiore della magistratura eletta dalla categoria per l' autogoverno: c' era Gianluigi Morlini, presidente della commissione che deve predisporre le promozioni ai ruoli direttivi, dimissionario e sotto procedimento disciplinare da ieri; più altri quattro consiglieri (Luigi Spina, indagato e dimissionario; Antonio Lepre, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli).

 

Lotti partecipava come regista occulto dell' operazione.

Dava indicazioni su come muoversi all' interno del Consiglio superiore della magistratura che in tutta evidenza conosce come le sue tasche: «Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, il 28 e il 29». E così sarà, in commissione, nonostante il vicepresidente David Ermini avesse chiesto un supplemento di istruttoria, con l' audizione dei tre candidati a quella poltrona. Una richiesta che proveniva dal Quirinale e che fu respinta da chi era lì con toni perfino sprezzanti.

 

Ma torniamo alla riunione carbonara del 6 maggio. I cospiratori Palamara, Lotti, l' onorevole Cosimo Ferri, un altro magistrato prestato al Pd, i cinque consiglieri del Csm affrontano il tema del candidato Creazzo, attuale procuratore capo di Firenze. È una candidatura insidiosa per i loro disegni, perché ha dietro le spalle una carriera specchiata e la forte corrente di Unicost (almeno il pezzo che non fa capo a Palamara).

giuseppe pignatone (2)

 

Creazzo è anche il procuratore che ci sta andando pesante sui genitori di Matteo Renzi. Palamara è perfino brutale. Sa già che un sostituto procuratore di Firenze ha presentato un esposto contro il suo capo e contro un aggiunto alla procura di Genova. Un esposto che sembra la fotocopia di quello del sostituto Stefano Rocco Fava contro Giuseppe Pignatone e l' aggiunto Paolo Ielo. Esposto farlocco.

 

Ma intanto Palamara, che voleva cavalcare quello di Fava contro Ielo fino a far aprire un procedimento penale, dice della vicenda fiorentina: «Ha raccolto tutte le cose che non andavano su questa inchiesta (questioni della sanità di Firenze, ndr) e su Creazzo... Non è una cazzata, voglio dì».

 

È un bel colpo di scena. Ferri s' informa: «Ma secondo te, poi Creazzo una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria?». Si consideri che il procuratore Creazzo è calabrese. Interloquisce Spina (che è calabrese anche lui): «Penso che in questo momento... quando sarà...». E Palamara chiude il cerchio: «Gli va messa paura con l' altra storia, no?». E per ribadire il pensiero: «Metti paura con l' altra storia, dai... liberi Firenze, no?».

 

Lotti si mostra perfino ingordo: «Però a Torino (dove è appena andato in pensione Armando Spataro, ndr) chi ci va?

IELO

Scusate se faccio sta cacchio di domanda». Il suo interessamento non è casuale. Vuole Creazzo il più lontano possibile. Lo dice esplicitamente: «Per me è legata un pizzico alla difesa d' ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente...lo dico con franchezza».

 

I magistrati presenti afferrano al volo. Spina: «Dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile». Uno degli altri presenti: «Ma non ha fatto domanda per Torino, Creazzo». Palamara: «Se lo mandi a Reggio, liberi Firenze». E Lotti: «Se quello di Reggio va a Torino, è evidente che quel posto è libero e quando lo capisce che non c' è più posto per Roma, fa domanda... E che se non fa domanda, non lo sposta nessuno». Con il che, il Risiko delle poltrone era concluso.

 

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO