luigi di maio giuseppe conte

CONTE BATTE IN RITIRATA – PEPPINIELLO APPULO, DAL “BUNKER” IN CUI SI È CHIUSO CON IL FIDO TA-ROCCO CASALINO, HA CHIAMATO TUTTI I SUOI “AMICI” IN CERCA DI UNA SPONDA: LETTA, BETTINI E MASSIMO D’ALEMA. TUTTI E TRE GLI HANNO SUGGERITO (INTIMATO?) DI NON BUTTARE FUORI DI MAIO DAL MOVIMENTO. ANCHE SE VOLESSE, NON POTREBBE, VISTO CHE IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI NON È STATO ANCORA ISTITUZIONALIZZATO, E COMUNQUE NON HANNO NESSUNA INTENZIONE DI BUTTARE FUORI IL MINISTRO DEGLI ESTERI

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

rocco casalino con giuseppe conte

Sarebbe il momento dell'arrocco, per mettere in sicurezza il leader, ma le regole sono implacabili: è una mossa che non si può fare se il re è sotto scacco.

 

Giuseppe Conte e Rocco Casalino avrebbero bisogno come del pane e dell'aria di passare all'offensiva, e invece sono costretti a guardarsi le spalle: dai risultati ingloriosi delle elezioni, dal taglio dei parlamentari, dalla fine del doppio mandato condita da deputati e senatori spaventati e riottosi, e da Beppe Grillo, addirittura furente.

 

luigi di maio 2

Considera un suicidio i lunghi coltelli nel Movimento e un boomerang la tentazione di espellere Luigi Di Maio. Anche il tribunale di Napoli che ha smesso di inseguirli sulla validità della leadership dell'ex premier e non è stato che una breve boccata d'ossigeno. Ma adesso, soprattutto, c'è l'imbuto della risoluzione sull'Ucraina: il tempo della riscossa si sta convertendo in una ritirata, non si sa quanto ordinata.

 

Il guaio, quando ti stringono in un bunker, è che per uscirne hai bisogno di alleati.

MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE

Ma niente è gratis se sei in difficoltà. Il Pd la ragiona così: il centrodestra può avere più voti, ma solo se fa finta di non essere diviso. Con l'area progressista si potrebbe addirittura vincere, a condizione di non buttare via niente. E così parla con Giuseppe Conte, che nel periodo del governo insieme ha imparato almeno in parte ad apprezzare, ma parla anche con Luigi Di Maio, nella versione via di Damasco fin dall'elezione del presidente della Repubblica.

 

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

E così dal bunker, con il cellulare che un po' prende e un po' no, si vocifera che Conte parli con Enrico Letta, con Goffredo Bettini e addirittura con Massimo D'Alema. E sempre stando ai boatos tutti e tre gli avrebbero detto che no, non può buttare fuori l'amico Luigi.

 

Così passerebbe dalla parte del torto, darebbe segnali di debolezza, non si possono mettere le idee sotto la mannaia della ghigliottina. Se invece sceglie di essere inclusivo non può che rafforzarsi: darebbe così il segnale di una leadership tranquilla.

Giuseppe non sa se crederci o meno, certo non gli sfugge che ci sia un misto di saggezza e strumentalizzazione.

 

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE ARRIVANO ALLA CAMERA ARDENTE DI SASSOLI

Ma l'ex premier, da accorto avvocato, lo aveva già capito da solo che questo non è un conflitto che si risolve a mazzate. Almeno per ora.

 

Quando i cinque vicepresidenti dei Cinque stelle, Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Paola Taverna, Alessandra Todde e Mario Turco, lo hanno spronato a usare l'arma bianca contro il ministro degli Esteri, è stato proprio Conte a guardarli in faccia e a dire: ma siete sicuri? E qui il «vai avanti tu che a me viene da ridere» è naufragato.

 

luigi di maio mario draghi

Perché lo statuto non assegna questo potere al leader, ma ai probiviri, che a cacciare Di Maio non ci pensano proprio, e che per altro non hanno buttato fuori nemmeno Vito Rosario Petrocelli, quello che scriveva viva la LiberaZione il 25 aprile con la zeta maiuscola dell'invasione di Putin. Lo stesso Alfonso Bonafede, accidenti, anche lui, ha lasciato Conte e Casalino a sbrogliarsela da soli.

 

Quindi ne servono altri di alleati, all'interno del Movimento. Ma anche qui niente è gratis. Roberto Fico è il presidente della Camera e quindi fa un po' effetto, soprattutto a chi cerca di avere la testa nel 2022 ma di sicuro ha i piedi nel '900, vederlo intervenire direttamente in una diatriba di partito, fosse anche il suo.

vito petrocelli 6

 

Certo la mano che tende a Conte pare essere solida, di primo acchito. Fico è deluso e arrabbiato con il ministro degli Esteri, perché attacca il movimento. Ma soprattutto perché è un mistificatore e mette falsamente in dubbio che i Cinque stelle siano europeisti, atlantisti e schierati al fianco della Nato. Ma come? Non bisognava dire basta con le armi all'Ucraina? Come si coniuga con l'essere convintamente con la Nato che ha appena detto di essere pronta a inviare aiuti ben più massicci dei precedenti?

 

giuseppe conte e roberto fico

Ecco allora che l'aiuto somiglia un po', se non a un commissariamento, almeno a una scialuppa per tirare fuori Conte dalle acque di una deriva oggettivamente più vicina alla Russia che alle ragioni della resistenza. Anche la tentazione di ritirare la delegazione al governo per avere le mani libere dell'appoggio esterno, non si sa quanto reale o quanto millantata da chi ruota intorno alla galassia dell'ex premier, si rifugia nel limbo del forse vorrei ma non posso.

 

Sorprende quanto in pochi anni il variegato universo dei grillini, sbarcato a Roma con magari tante idee strampalate ma con infinito candore, abbia appreso in breve tempo l'arte del dire e non dire, e soprattutto abbia acquisito la spregiudicatezza di spronare il leader di turno, stavolta Conte, nel buttarsi: guidaci tu nel fuoco, noi forse ti seguiamo.

 

conte e casalino

Rocco Casalino è probabilmente il più abile di tutti, non da ora, ma fin da quando, ragazzo, affrontava il bullismo in Germania. Proprio per questo sta zitto, anche se gli prudono le mani e avrebbe una gran voglia di dire a più d'uno, chiamandoli per nome, che cosa pensa di loro veramente, perché più di altri sa cogliere l'avvertimento dell'Elevato: «Con questa guerra sui giornali ci biodegradiamo a tempo di record».

Matteo Bolleconte casalinoGIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...