giuseppe conte rocco casalino natale

CONTE È DAVVERO IN BILICO? NON FINCHÉ IL COVID NON SARA’ PIATTO E VACCINATO - A FEBBRAIO, INVIATI I PIANI DEL RECOVERY FUND, CONTE SI TROVERÀ DAVANTI A UN BIVIO: O SI RICORDERÀ CHE È STATO MESSO DA DI MAIO A PALAZZO CHIGI PER MEDIARE TRA I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, E NON PER FARE IL MONARCA ASSOLUTO, OPPURE TORNERÀ A FARE L'AVVOCATO – MATTARELLA CHIEDE IL NOME DEL SOSTITUTO DI CONTE MA NON C’E’ ACCORDO (DI MAIO NON PUO' ACCETTARE UN ISCRITTO PD). CERCASI UN ESPONENTE DELLA SOCIETA’ CIVILE O DEL ''DEEP STATE'' - IL PATTO BETTINI/GIANNI LETTA

DAGONEWS

di maio zingaretti conte

 

Anche oggi sui giornali si dà conto dell'instabilità di Conte: dopo la finanziaria, il premier tornerà a ballare sulla sua poltrona, eccetera. Ma quello che su questo disgraziato sito scriviamo da quando è partita la seconda ondata vale ancora: finché dura la pandemia, la crisi e lo stato di emergenza, Conte non può essere sostituito. Mattarella non lo permetterebbe. Il discorso cambierà con l'arrivo del vaccino, della primavera e – si spera – dell'appiattirsi delle curve mortuarie.

 

RENZI CONTEgiuseppe conte sergio mattarella

Renzi la settimana scorsa ha stretto un accordo con Zingaretti, ricucendo con il Pd dopo lo strappo sulla legge elettorale. Gli italiavivaisti, com'è noto, vogliono un proporzionale più puro possibile (e con sbarramento più basso possibile) per poter ballare un'altra estate. Il segretario dem è pronto ad accontentarlo, pur di liberarsi del maggioritario e stroncare qualunque ipotesi di premio di maggioranza che andrebbe a beneficio della Lega, tuttora il primo partito nei sondaggi.

MARIO DRAGHI GIULIANO AMATO

 

Sarà dunque Renzi ad aprire le ostilità contro Conte quando arriverà il momento, forse anche prima delle elezioni amministrative, che dovrebbero tenersi ad aprile ma slitteranno con ogni probabilità a giugno. Nell’attesa, Mattarella ha chiesto ai partito di governo un nome per il dopo-Conte.

 

Ma i 5 Stelle e Pd non hanno un nome condiviso, i veti contrapposti sono fortissimi. Di Maio non vuole che il successore del Conte Tacchia sia iscritto al Pd, dunque dovranno pescare di nuovo nella società civile (ahinoi) oppure nei ranghi del Deep State, un po' come quando Ciampi fu preso da Giuliano Amato e Scalfaro dalla Banca d'Italia per fare il presidente del Consiglio.

NICOLA ZINGARETTI ROBERTO GUALTIERI

 

stefano patuanelli foto di bacco (2)

L'ipotesi Draghi non è mai stata remota come ora. L'obiettivo di Zingaretti e Di Maio, di Renzi e Berlusconi, è avere qualcuno che ascolti ed esegua i programmi dei loro partiti, a differenza dell'Avvocato di Travaglio che nella sbornia del potere si sente ormai sciolto dal vincolo di fedeltà nei confronti di chi l'ha nominato. E, grazie alla debolezza della politica, da arbitro si è trasformato in capocannoniere.

renzi zingaretti

 

Giuseppi ha capito di avere una botola sotto i piedi e ha provato a sparigliare le carte per indebolire i suoi danti causa. Ha arruffianato quel poverino di Gualtieri fino a fargli inserire nella legge di bilancio la norma sull'istituto di intelligence, così da alienare il ministro del Tesoro dai suoi compagni di partito (Zinga compreso), che vedono come fumo negli occhi lo strapotere di Conte sull'intelligence. Ha fatto lo stesso con Patuanelli, cui si è molto avvicinato nelle ultime settimane per far dispetto a Di Maio. Tattica identica con Guerini per indebolire il legame tra il ministro della Difesa e Franceschini.

Dario Franceschini Lorenzo Guerini

 

Purtroppo per il devoto di Padre Pio, i tre hanno capito a che vecchio gioco stava giocando (divide et impera), e hanno fatto un passo indietro per evitare il trappolone.

 

Il piano di Conte per reggere ancora al comando è quello di gestire i progetti del Recovery Fund in totale solitudine (ecco perché è così in ritardo), tanto da aver messo in piedi una sua personale task force alla Presidenza del Consiglio, prendendo funzionari e dirigenti dal ministero degli Affari Europei di Enzo Amendola e da quello dell'Economia di Gualtieri, e mettendoli sotto il controllo diretto dello staff di Palazzo Chigi, Chieppa e Goracci.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Solo il duo Renzi-Zinga ha manifestato un'opposizione forte a questa ennesima usurpazione di deleghe. Matteuccio d'altronde è quello che ha spianato la strada al sostegno di Berlusconi al governo in questa riedizione del patto del Nazareno, spina nel fianco di Conte.

 

travaglio conte

A fine febbraio dovrà consegnare i piani a Bruxelles, in gran parte incentrati su green economy e digitalizzazione. Ma quei piani saranno solo delle linee guida. Una volta che scatterà il disco verde di Bruxelles, a rendere esecutivi i progetti Conte si troverà di colpo con un’ampia compagnia seduta al suo tavolo.

 

A quel punto, sempre Covid permettendo, Conte si troverà davanti a un bivio: o si ricorderà che è stato messo a Palazzo Chigi per mediare tra i partiti della maggioranza, e non per fare il monarca assoluto, oppure verrà scaricato senza tanti complimenti.

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

A proposito della tenuta di Conte, Bettini ha stretto un ''patto tra Richelieu'' con Gianni Letta: va bene confermare il premier, ma un rimpasto ci deve essere, e deve includere personalità forti in grado di tenergli testa. Rimpasto, una parola che fa venire una crisi di nervi a Conte.

 

Intanto continuano gli interventi di Bettini sul ''Fatto Quotidiano''. Travaglio è ormai il mediatore ufficiale del premier, e ha preso il posto di Guido Alpa. Dare voce a Bettini vuol dire mediare tra Pd e M5S nella persona dell’attuale reggente Crimi. Perché l'ideologo di Zingaretti non ha ancora messo in dubbio il fatto che Conte debba restare a Palazzo Chigi, e questo, in una fase in cui non gliene va bene una, è già molto…

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...