conte mattarella trump

CONTE-GATE – DOPO AVER TIRATO IN BALLO RENZI E GENTILONI, LA POCHETTE CON LE UNGHIE SI DIFENDE TIRANDO IN BALLO IL QUIRINALE CHE SAREBBE STATO INFORMATO DA PALAZZO CHIGI DELLE RICHIESTE AMERICANE – E MATTARELLA FRA UNA SETTIMANA, MIFSUD A PARTE, DOVRA’ RISPONDERE A TRUMP DELLE PROMESSE NON ESAUDITE DI CONTE: IL COMPLETAMENTO DEL TAP, IL VIA LIBERA DEFINITIVO ALL'ACQUISTO DEGLI F35 E LA CHIUSURA DELLE PORTE AL 5G DI HUAWEI. AUGURI!

Marco Conti per Il Messaggero

 

giuseppe conte gennaro vecchione 1

Nel prezzo da pagare per risalire la china dei rapporti con Washington dopo le porte aperte ai cinesi con la Via della Seta, ci sono le informazioni chieste dal ministro della giustizia William Barr su una possibile partecipazione italiana al Russiagate, il rapido completamento del Tap, il via libera definitivo all'acquisto degli F35 e la chiusura delle porte al 5G di Huawei in modo da partecipare, come scriveva ieri il Financial Times, alla costituzione di un colosso europeo tra Nokia e Ericsson in grado di competere con i cinesi.

 

sergio mattarella giuseppe conte 3

Malgrado la fine del governo gialloverde, Oltreoceano resta forte la diffidenza sulla fedeltà atlantica dell'attuale governo. Giuseppe Conte la ribadisce in ogni occasione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tra pochi giorni sarà a Washington per incontrare il presidente Trump anche per parlare di dazi, ma su molti dossier gli americani attendono ancora risposte.

 

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

Per i più esperti evocare, e paragonarsi, al Bettino Craxi di Sigonella, come ha fatto Conte ieri l'altro sul Corriere, non è detto che sia di buon augurio. Ieri il presidente del Consiglio, partecipando alla cerimonia per il giuramento dei neoassunti nella sede del Dis di piazza Dante, ha difeso il proprio operato e quello dei vertici dell'intelligence definiti «presidio della democrazia», dopo aver promesso una sorta di repulisti interno per le presunte fughe di notizie.

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

Dopo giorni di polemiche, a palazzo Chigi si cerca di gettare acqua sul fuoco sulla faccenda e si tira un sospiro di sollievo per l'arrivo di un presidente «responsabile ed equilibrato» alla guida del Copasir. La tensione è però ancora forte nella maggioranza e Conte si difende tirando in ballo il Quirinale che sarebbe stato informato da palazzo Chigi delle richieste americane. Il lungo tira e molla interno al centrodestra si è concluso ieri sera dopo un vertice tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

 

FdI ha fatto un passo indietro su Adolfo Urso, in cambio - forse - di un passo indietro in Emilia Romagna della Lega. Oggi l'opposizione indicherà per la presidenza il leghista Raffaele Volpi che dovrà subito decidere quando convocare il presidente del Consiglio e il capo del Dis Gennaro Vecchione che dovranno spiegare come sono andate e chi ha autorizzato la partecipazione dei vertici dei servizi italiani all'incontro con il ministro della giustizia americano Barr.

WILLIAM BARR JOHN DURHAM

 

Conte continua a sostenere che non occorre nominare un sottosegretario con delega ai Servizi perché tanto «la responsabilità è in capo al presidente del Consiglio». La legge non lo obbliga, ma aver mandato degli alti funzionari dell'intelligence italiana a parlare con un politico americano, fa storcere il naso a molti.

 

Questa è però stata una scelta che Conte difende sostenendo, come ha fatto ieri che «non è concepibile che l'intelligence si muova al di fuori del controllo parlamentare e dei compiti che il governo le assegna». Non solo, per rispondere alle punzecchiature di Matteo Renzi, che lo invita a dotarsi di un'autorità delegata - come fece l'ex premier nominando Marco Minniti - a palazzo Chigi tira in ballo - come già detto - il Quirinale informato, probabilmente, a cose fatte.

 

Conte e Gennaro Vecchione

Il caos comunicativo che sulla questione affligge palazzo Chigi, con smentite notturne e continue rincorse, è la conferma del nervosismo del premier per essersi infilato in un tritacarne che lo costringe ad un complicato equilibrio tra le sempre più pressanti richieste di Trump - rinnovate ieri per lettera da Lindsey Graham, presidente della commissione giustizia del Senato e uno dei più stretti alleati del presidente Usa - e la lunga consuetudine di rapporti con gli Stati Uniti che distingue tra intelligence, politica e diplomazia.

 

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

Seguire il consiglio di Renzi, è per Conte complicato perché significa dover ammettere l'errore, ma non sarà facile restare nel tritacarne, senza ferirsi, in attesa che prenda quota una versione del Russiagate diversa da quella del procuratore Usa Roberto Mueller e che tirerebbe in ballo i governi del Pd di Renzi e Gentiloni.

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…