luigi brugnaro - illustrazione del fatto quotidiano

I CONTI DI BRUGNARO NON TORNANO – LA CORTE DEI CONTI HA APERTO UN’INCHIESTA SULLA VENDITA DI PALAZZO POERIO PAPADOPOLI AL MAGNATE DI SINGAPORE CHING CHIAT KWONG: LA TRANSAZIONE FU CHIUSA NEL 2017 A UN PREZZO DI 10,8 MILIONI DI EURO, 3,2 IN MENO RISPETTO A UNA PRECEDENTE VALUTAZIONE – LO “SCONTO” SAREBBE DOVUTO A UNA TRATTATIVA PARALLELA (POI SALTATA) PER L’ACQUISTO DI TERRENI DI PROPRIETÀ DEL SINDACO, LUIGI BRUGNARO, A MARGHERA – L’INCHIESTA PENALE E L’IPOTESI DI DANNO ERARIALE

Estratto dell’articolo di Giuseppe Pietrobelli per www.ilfattoquotidiano.it

 

LUIGI BRUGNARO

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, l’ex vicesindaco Luciana Colle, il vicesindaco attuale Michele Zuin, altri cinque assessori e un drappello di funzionari comunali, sono finiti nel mirino della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Veneto.

 

La causa è costituita dalla vendita di Palazzo Poerio Papadopoli (non lontano da piazzale Roma) al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong, avvenuta nel 2017 per un prezzo di 10,8 milioni di euro, ridotto di 3,2 milioni rispetto ai 14 milioni di una precedente valutazione confortata da un voto del consiglio comunale.

 

Il prezzo, considerato di favore, rientrava nella complessa trattativa (poi non andata in porto) per l’acquisto dei terreni a Pili di proprietà del sindaco a Marghera, a cui Ching era interessato. Secondo la Procura della Repubblica di Venezia la vendita nascondeva una corruzione, contestata a Brugnaro, a mister Ching, all’assessore al patrimonio Renato Boraso (per aver intascato una parcella da 60 mila euro più Iva) e ad altri personaggi che ruotavano attorno al Comune.

 

palazzo Papadopoli

È l’onda lunga, sul piano contabile, dell’inchiesta penale con la retata dello scorso luglio che ha portato in carcere Boraso, oltre ad alcuni imprenditori, e ha svelato la ragnatela di interessi del sindaco Brugnaro nella gestione del Comune.

 

Il pubblico ministero contabile Francesca Cosentino ha notificato a 16 persone un atto di costituzione in mora al fine del risarcimento del danno erariale, patrimoniale e non patrimoniale, arrecato dalla cessione sotto-prezzo del palazzo.

 

L’ipotesi è di una minusvalenza di 3,2 milioni di euro, oltre al danno d’immagine al Comune a seguito dell’inchiesta penale, che però dovrà arrivare a una sentenza prima di avere effetti su eventuali risarcimenti da parte dei pubblici ufficiali allo Stato.

 

AREA PILI VENEZIA

Il comune di Venezia si è affrettato a emettere un comunicato in cui ostenta sicurezza: “L’atto di costituzione in mora si pone sostanzialmente quale atto dovuto conseguente all’indagine penale in corso, ai fini interruttivi della prescrizione dell’azione di responsabilità erariale, la quale sarà comunque ragionevolmente condizionata dagli esiti definitivi dell’eventuale giudizio penale ancorato al medesimo fatto”.

 

Basta leggere la contestazione per capire, però, come la vicenda non sia tranquillizzante per gli amministratori. Chiamati in causa sono innanzitutto il sindaco Luigi Brugnaro, poi il capo di gabinetto e il direttore generale del Comune, Morris Ceron e Derek Donadini, quindi l’assessore Renato Boraso (ancora detenuto per tangenti).

 

RENATO BORASO

L’elenco è completato dagli altri assessori che l’8 novembre 2017 firmarono la delibera di giunta che riduceva da 14 […] a 10,8 milioni di euro il valore del palazzo. Si basava su una stima tecnica e aveva avuto il consenso del vicesindaco Luciana Colle, nonché degli assessori Massimiliano De Martin, Paolo Romor, Simone Venturini, Francesca Zaccariotto e Michele Zuin (attuale vicesindaco).  […] A salvarsi sono solo due assessori, che erano assenti: Giorgio D’Este e Paola Marra.

 

La Corte dei Conti ricostruisce l’inchiesta penale in corso e le denunce in sede politica. In particolare la […] diffida del “Gruppo 25 Aprile Venezia” di Marco Gasparinetti, che siede in consiglio comunale. La diffida era indirizzata a Brugnaro e al dirigente Barison del settore Beni demaniali e patrimoniali. Per conoscenza era stata interessata anche la Procura contabile. Per alcuni anni non è accaduto nulla, finché all’inizio del 2024, con le richieste di custodia cautelari poi sfociate nell’arresto di Boraso e nelle contestazioni a Brugnaro, è stato aperto un fascicolo contabile, assegnato alla guardia di Finanza.

LUIGI BRUGNARO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

 

Il sindaco ha difeso la bontà dell’affare, che secondo lui era servito per “far cassa”, vista la mancanza di liquidità del Comune. Dalle carte dell’indagine penale emerge invece un’altra verità, che ora la Procura contabile fa propria, ricordando i rapporti opachi con l’imprenditore asiatico, la gestione considerata “privatistica” dell’amministrazione pubblica, i sospetti di una scarsa autonomia del cosiddetto “Brugnaro blind trust”, istituito dal sindaco dopo l’elezione, a fine 2017, per rimuovere eventuali rischi di conflitto di interesse.

 

La procura della Corte dei Conti fa riferimento a un coinvolgimento diretto del sindaco Brugnaro e di altri soggetti pubblici tra cui Ceron e Donadini, oltre a Boraso, che all’epoca era assessore al patrimonio. Anzi i 60 mila euro di parcella, a cavallo della compravendita, vengono bollati come una “tangente” per aver favorito l’operazione commerciale.

 

AREA PILI VENEZIA 1

La Corte dei Conti descrive il clima di “corruzione ambientale” esistente all’interno degli uffici comunali, caratterizzato da omertà diffusa e dalla sottomissione agli interessi privati del sindaco soprattutto nei settori chiavi dell’urbanistica, dell’edilizia, delle gare di evidenza pubblica.

 

Inoltre, “le finalità illecite perseguite dal sindaco e dei suoi collaboratori sono stati raggiunte anche grazie al contributo fattivo di alcuni dirigenti e funzionari del Comune che, senza opporsi alle pressioni esercitate dal primo cittadino e dai suoi collaboratori, hanno orientato l’azione amministrativa nella direzione da costoro voluta”.

 

LUIGI BRUGNARO RENATO BORASO

L’addebito ai componenti della giunta del 2017 riguarda la delibera 261, adottata “senza avere adeguatamente ponderato, né motivato le ragioni della diminuzione di prezzo del palazzo” che soltanto un anno prima con la delibera 339 risultava valorizzato per una cifra ben più elevata”. […]

proteste contro luigi brugnaro a venezia 3RENATO BORASO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…