“LA CORRUZIONE È LA NOSTRA ULTIMA SPERANZA”: DALLA MEGA-TRUFFA DELLA BANDA DEI BUS A ROMA, ALLE MAGAGNE DEL SINDACO DI ADRO, DAI REGALI DELLA RAI ALLE NOTE SPESE GONFIATE NEI CONSIGLI REGIONALI

Francesco Merlo per "la Repubblica"

NEL dilagare della piccola corruzione, miserabile al punto da mettere a rimborso della Regione Emilia Romagna il prezzo dell'asciugacapelli e lo scontrino da 50 cent per l'uso del wc, c'è pure il capolavoro della banda dei bus di Roma.

Che, se fosse vero, meriterebbe il premio "Mascalzone d'oro". Per circa dodici anni un bel numero di dipendenti del Comune della capitale avrebbero stampato biglietti del metrò falsi, li avrebbero distribuiti alle rivendite-spacciatrici e avrebbero gestito con riservata oculatezza la contabilità criminale, circa 90 milioni di euro l'anno, comprando il silenzio complice della politica, da destra a sinistra. E stiamo parlando della città governata prima da Veltroni e dopo da Alemanno.

Come si vede quest'impresa supera la pur fantasiosa tradizione dei nostri migliori magliari, stereotipi dell'Italia che fu povera e truffaldina, quelli delle banconote false stampate da Totò, Peppino e la banda degli onesti, o quelli che vendevano la Fontana di Trevi ai ricchi e ottusi americani in visita a Roma.

Da un lato dunque si scopre che, come ha detto il Papa, non c'è campanile d'Italia dove non si faccia la cresta sul danaro pubblico, dalle tangenti di Trezzano sul Naviglio sino alle nomine camorriste ai vertici delle Asl di Napoli, e dall'altro nella Capitale viene fuori, come raccontano Daniele Auteri e Carlo Bonini, un'evoluzione dell'antropologia criminale italiana così creativa e raffinata da fare dell'Atac, l'azienda dei trasporti del Comune, un'enorme società di falsi autentici: le false vendite e i falsi acquisti dei falsi autobus, i falsi impiegati che erano in realtà parenti, cugini, camerati di partito, belle cubiste...

Ed erano falsi i biglietti, falsi i bilanci, falso tutto, anche gli ispettori che insabbiavano, proprio come nel film La stangata dove erano false la ricevitoria, le scommesse, le corse e persino i cavalli.

Il sindaco Ignazio Marino, che ovviamente non è responsabile se non altro perché ancora non c'era, denunzia anche «il rapporto tra passeggeri e paganti» che, dice, «a Roma è tra i più bassi d'Europa ». Ma non tiene conto di quei romani che pagavano ma non risultavano paganti perché i loro biglietti erano falsi. E dunque erano fantasmi, falsi, anche i passeggeri.

Più comprensibile è la rabbia dei pendolari che adesso si stanno organizzando in squadre denominate "Roma non paga l'Atac": presidi, scioperi, manifestazioni contro la più grande azienda italiana del trasporto municipale, 120 mila dipendenti, un miliardo di passeggeri l'anno, un debito di un miliardo e seicento milioni, il teatro perfetto per la grande truffa del secolo.

Si sa che l'Italia non è il Paese di Dostoevskij ma appunto quello di Totò. E però c'è qualcosa di nuovo, né di tragico né di comico, nelle due notti d'albergo a Venezia - 1100 euro - che il capogruppo del Pd dell'Emilia Romagna ha messo in nota spese. Se è vero che la regia, come ha detto il Papa, è del demonio, ebbene si tratta di un demonio malmesso: il diavolo del mangiucchiamento a scrocco.

Com'è infatti possibile che questo satanicchio emiliano in trasferta a Venezia non abbia avuto né cautela né vergogna? E davvero il presidente della Giunta regionale ligure è stato costretto a dimettersi per «la gogna mediatica» e perché «qualche amico mi ha pugnalato alle spalle», e non per quell'ammanco di trentaduemila euro che gli è stato contestato?

Certo, c'è pure "la gogna mediatica" in questa Italia, tanto che io stesso debbo mordermi la lingua per non dire «ben gli sta» al sindaco di Adro, che è ai domiciliari per corruzione. È infatti il sindaco leghista che si esprimeva in lombardo, tappezzava la città con il sole delle Alpi e intanto toglieva il pane ai bambini poveri, negando loro l'accesso alle mense scolastiche.

In questo senso garantista non è corruzione ma spreco il mezzo milione che la Rai ha destinato alla pacchianeria dei regali aziendali, argenteria più indecente che preziosa, orologi da ventimila euro l'uno, doni imbarazzanti per i quali la Rai non va perseguita né perseguitata e neppure sanzionata: per chi viola la decenza basta un po' di vergogna.

Rimane difficile da capire perché mai pensassero di farla franca e perché non si sentissero né goffi né spericolati i consiglieri regionali della Sardegna (di tutti i partiti) quando, con i soldi dei "rimborsi politici" compravano pecore, scarpe da tennis, Rolex, penne stilografiche placcate in oro..., e ci sono persino le spese di un matrimonio.

Davvero non c'è più alcun rapporto con i famosi costi della politica di cui parlava Craxi e con quella tiritera difensiva che tutti ancora recitano quando vengono presi con le mani nel sacco e cioè che la corruzione diffusa starebbe tutta nel «genere» e non del «degenere» della politica, e che quindi chi ha ecceduto, imbrogliato, coperto e accettato lo avrebbe fatto per il partito, per il gruppo, per l'ideale: mascalzoni sì, ma per servire meglio la democrazia.

Cosa c'entra il sacerdozio della politica con l'acquisto di salumi e formaggi a Bologna o con una penna di 500 euro e persino con tre pacchetti di caramelle? Perché un uomo politico, un eletto, pensa, senza ridere, di avere il diritto di mangiare le caramelle gratis? E dopo le famose feste con le teste di maiale e le pazzie economiche di "er Batman" com'è possibile che i gruppi dell'Assemblea dell'Emilia Romagna, compreso il Movimento cinque stelle e Sel, non abbiano imparato la lezione e siano adesso indagati per peculato?

In questa Italia della truffa e dell'arraffo, si tratti di una bottiglia di vino in Piemonte o di un appalto per la pulizia degli ospedali campani, per forza deve esserci qualcosa di più (o di meno) della furbizia classica e della cresta sulla spesa, che in fondo è sempre stata un segno di opulenza e di benessere. Forse c'è davvero lo Stato in decadenza in questi uomini di partito, forse le piccole abbuffate di questo ceto impiegatizio e roditore ripropongono, come estrema risorsa della politica, l'antico modello economico delle città barbaresche, quelle che crescevano grazie al «furto», forse l'Italia disperata della pirateria a scrocco è l'esemplificazione della profezia di Brecht: «La corruzione è la nostra unica e ultima speranza».

 

francesco merlo atac b oscar lancini sindaco di adro RAI di viale Mazzini BETTINO CRAXI E GIANNI AGNELLI

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...