sergio mattarella mario draghi giuseppe conte

COSA FARÀ MATTARELLA, SE IL M5S USCISSE DALLA MAGGIORANZA? LA MUMMIA SICULA È CONTRARISSIMA ALL’IPOTESI CHE DRAGHI SI DIMETTA: VUOLE ARRIVARE ALLE ELEZIONI IPOTIZZATE PER IL 21 MAGGIO 2023 IN MODO ORDINATO RISPETTANDO LE SCADENZE DEL PNRR - MA SE CONTE E LE SUE FALANGI DI GRILLOIDI DOVESSERO INFILARE UNA MINA SOTTO LE CHIAPPE DEL GOVERNO, MATTARELLA SI ASSUMERÀ LA RESPONSABILITÀ DI TENERE DRAGHI A PALAZZO CHIGI, CHIEDENDOGLI UNO SFORZO DI BUONA VOLONTÀ, UN SACRIFICIO ISTITUZIONALE - MATTARELLA TEME I COLPI DI TESTA DEL "MATTO" SALVINI (MA ZAIA LO FERMA: "DRAGHI RESTI") - ECCO LE RAGIONI DELL’ANTIPATIA (EUFEMISMO) CHE DRAGHI NUTRE NEI RIGUARDI DI CONTE...

Dagoreport

 

CONTE DRAGHI

Si fa presto a dire “crisi di governo”. Tutti cianciano, inveiscono, mostrano i muscoli ma si rifiutano di fare i conti con il vertice del Sistema, il Quirinale, che sulle fibrillazioni dell’esecutivo ha sempre l’ultima parola. Cosa farà Mattarella, se il M5s dovesse uscire dalla maggioranza?

 

Sul Colle più alto ancora masticano amaro per la risposta da coatto romano che Draghi ha dato ai giornalisti che gli chiedevano se fosse disponibile a una verifica di maggioranza in caso di mattane dei Cinquestelle: “Lo chieda al presidente Mattarella”.

mario draghi sergio mattarella

 

Nelle stanze damascate del Quirinale la sortita da guascone un po' fregnone non è stata apprezzata. Ancor meno l’altra uscita tranchant di Mariopio: “Ho già detto che per me non c’è un governo senza M5s e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale”.

 

Dichiarazioni incaute di un tecnico che non maneggia la politica e i suoi equilibri; e infatti gli “addetti ai livori” sostengono che Mariopio si sia già pentito di quelle frasi...

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

 

D’altronde non si può mai essere troppo assertivi o perentori in politica: lo scenario cambia continuamente e la prudenza è una necessaria virtù di sopravvivenza. Soprattutto ora, in piena emergenza inflazionistica, energetica, idrica, pandemica e economica.

 

Mattarella ha un suo disegno chiaro: vorrebbe portare il Paese al voto il 21 maggio 2023, al termine naturale della legislatura, lasciando l’incombenza delle nomine nelle partecipate al nuovo governo e tenendo Draghi a palazzo Chigi fino all’inizio della prossima estate. Questo scenario, minacciato dall’insofferenza dei grillini e dall’intransigenza di Draghi, potrebbe andare a ramengo già domani, in caso di astensione del M5s dal voto di fiducia sul Decreto aiuti.

mattarella draghi

 

E qui s’attiva il freno d’emergenza del Quirinale. La Mummia sicula è contrarissima all’ipotesi che Draghi si dimetta e torni nel buen retiro di Città della Pieve. L’ha anche fatto presente in uno degli ultimi incontri: “Caro Mario, bisogna arrivare alle elezioni in modo ordinato facendo quel che è possibile, a partire dalle scadenza previste dal Pnrr”.

CONTE SALVINI

 

Ma se Conte e le sue falangi di grilloidi dovessero infilare una mina sotto le chiappe del governo, Mattarella si assumerà la responsabilità di tenere Draghi a palazzo Chigi, chiedendogli uno sforzo di buona volontà, un sacrificio istituzionale. Tanto i numeri per una nuova maggioranza senza quel che resta del M5s, dopo la scissione guidata da Di Maio, ci sono già.

 

Certo, ci sarebbe l’enigma Salvini.

Esondante e fibrillante, il Capitone si è rimesso la felpa da guastatore. Chiede al governo un intervento da 50 miliardi (e i soldi chi li mette, Pappagone?), alza la cresta, inveisce contro il Pd e ha pure colto la palla al balzo per tornare alle urne: “Senza i 5 stelle non ci sarà un altro Governo. Se i 5 stelle faranno una scelta parola agli italiani".

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

Se il draghiano Giorgetti è ormai sull’orlo di una crisi di nervi per le fanfaronate di Salvini, a dare una schicchera alla recchia del segretario della Lega ci ha pensato Luca Zaia.

 

Il governatore del Veneto ha espresso la posizione dell’ala moderata del Carroccio, consegnando a Salvini un chiaro mandato a non rompere il cazzo a Draghi: “In questo momento particolare c'è bisogno di un governo per prendere decisioni strategiche. Io spero che non ci siano motivi perché questo governo cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso. Se si può andare avanti anche senza M5s? Giro la domanda al presidente Mattarella che, come prevede la Costituzione, sentirà le forze politiche, vedrà i numeri e deciderà”.

 

Tra l’altro l’ondivaga “gestione Salvini”, oltre a sgonfiare il Carroccio nei sondaggi, sta spingendo molti boiardi, ambasciatori, politici locali a bussare alla porta di Giorgia Meloni. E’ lunga la fila di chi spera di aggrapparsi al treno in corsa di Fratelli d’Italia. 

 

conte draghi grillo 4

Ps: ma poi perché il rapporto personale tra Conte e Draghi non è mai decollato? Mariopio, che è un iper-romano, si avvicina alle persone con un misto di cinismo e indolenza. Con quei pazzarielli di Grillo e Salvini, sotto sotto, si diverte perché vanno al sodo, sono schietti e sanno come cazzeggiare per smorzare le tensioni. Con Peppiniello Appulo, invece, c’è una resistenza epidermica.

 

Draghi, che è un decisionista pragmatico, non sopporta l’eloquio contorto e soporifero di Conte, quell’ingarbugliata supercazzola con scappellamento a destra che gira intorno alle cose e si ferma sul gozzo, senza mai arrivare al dunque. Insomma, uno "scassacazzi", direbbero a Parigi.

 

 

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…