CUPERLO DISSOLVI – NEI CONGRESSI PROVINCIALI È TESTA A TESTA CON RENZI – BERSANI: “NON STA ANDANDO COME VOLEVANO I RENZIANI” - MA TRA I SUOI NESSUNO SI FA ILLUSIONI: “SAREMO TRAVOLTI L’8 DICEMBRE”

Carlo Bertini per "La Stampa"

Se non è proprio definibile euforia, perché la partita delle primarie si sa come finirà, la sensazione che pervade i maggiorenti pro-Cuperlo è quella di chi vede la luce di un pareggio strappato alla prima in classifica. Sì perché a detta di entrambe le tifoserie, pure quella renziana lo ammette, la partita dei congressi provinciali che si celebra in questi giorni «finirà fifty fifty», cioé cinquanta a cinquanta.

Tutti convengono, fatte sempre le doverose premesse: che molti segretari di federazione sono sostenuti da «larghe intese» locali, dove il renziano magari è votato dai cuperliani o viceversa; che i casi in cui si andrà al ballottaggio sono tanti in cui si andrà al ballottaggio sono tanti e ancora il pallottoliere è incompleto.

Per ora i dati sbandierati dal comitato di Cuperlo riportano i risultati di 76 congressi su 100, con 48 candidati vincenti che fanno capo a Cuperlo e 28 a Renzi, calcolati anche quando le coalizioni sono bipartisan quindi unitarie. E un sorriso compiaciuto sboccia sul volto di Pierluigi Bersani alla buvette della Camera, «non sta andando come credevano loro, su questi qui finirà pari, forse qualcosina in più per i nostri...», dice. Lo sa pure lui che «molte sono coalizioni unitarie che rispondono a dinamiche territoriali. Ma anche il voto tra gli iscritti non andrà male...», è la sua previsione.

I cuperliani, se pur elettrizzati, si fanno però poche illusioni sull'esito della guerra di trincea. «Siamo avanti di poco noi nelle province è vero, dunque l'argine tiene, ma perderemo tra gli iscritti e saremo travolti l'8 dicembre», ragiona uno dei più disincantati big insieme ai suoi sodali. I quali non concordano, ma sanno la potenza di fuoco che stanno mettendo gli uomini di Renzi in questa partita, concentrando gli sforzi specie sul voto tra gli iscritti che si celebrerà tra il 7 e il 17 novembre.

L'altra sera all'assemblea dei 160 parlamentari che lo sostengono, il rottamatore in due precisi passaggi ha fatto capire che le liste collegate alla sua candidatura, quelle votate l'8 dicembre che esprimeranno gli organi dirigenti, saranno stilate solo dopo il 17 novembre: quando tutti i deputati, doc e new entry, avranno dimostrato quanti voti degli iscritti riescono a drenare casa per casa col loro impegno.

Dall'altra parte, quella dello sfidante, c'è una rete capillare che vede all'opera non solo i dalemian-bersaniani uniti nella lotta, ma anche bindiani di peso e quei lettiani che hanno scelto di sostenere Cuperlo, come sta facendo in Emilia la parlamentare Paola De Micheli. Un altro lettiano come Francesco Boccia si vanta di aver vinto con il suo candidato renziano 8 comuni su 10 di Barletta, perché sa che sul terreno pugliese sono schierati con Cuperlo il segretario regionale Blasi, Mario Loizzo, storico segretario della Cgil pugliese e deputati con un loro seguito come Dario Ginefra o Michele Bordo.

In Sardegna, dove si voterà più avanti, sono anche gli uomini di Franco Marini a dare le carte, come Salvatore Ladu nel nuorese, ma anche il sottosegretario alla sanità Paolo Fadda e uno dei capi della campagna di Cuperlo, Tore Corona.

Vicinissimo a Nico Stumpo, l'ex responsabile organizzazione e ora crocevia delle notizie che arrivano dai territori. Compresa la sua Calabria, dove può contare sull'aiuto di Gigi Meduri, bindiano e parlamentare per diverse legislature, o di Mario Oliverio, presidente della provincia di Cosenza.

In Toscana ci sono l'ex segretario regionale, Andrea Manciulli, l'attuale, Ivan Ferrucci e il presidente della regione, Enrico Rossi, sul sito «ilsignorrossi.it» dove troneggia «Perché Renzi non m'ha convinto». In Veneto giocano Zanonato e Zoggia nell'area di Venezia, la bindiana Miotto in quel di Padova; in Sicilia uomini come Cracolici, Capodicasa, Crisafulli; in Molise e Campania i segretari regionali dalemiani Leva e Amendola, a Napoli l'ex bassoliniano Andrea Cozzolino.

 

Gianni Cuperlo renzi leopolda renzi e epifani NICO STUMPO NICO STUMPOIL SALUTO TRA RENZI E BERSANI bersani renzi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...