joe biden barack obama oprah winfrey george clooney

DAGOREPORT - DOPO LA CONFERENZA STAMPA AL VERTICE NATO, BIDEN HA PARTECIPATO A UNA CONFERENCE CALL CON BARACK OBAMA, IL LEADER DEI DEMOCRATICI AL SENATO, CHUCK SCHUMER, E LA GOVERNATRICE DEL MICHIGAN, GRETCHEN WHITMER. I TRE SONO STATI PIUTTOSTO ASSERTIVI NEL FAR CAPIRE A BIDEN CHE LA SITUAZIONE È PRECIPITATA: SE NON FARÀ UN PASSO INDIETRO, I GOVERNATORI DEMOCRATICI NON MANDERANNO I LORO DELEGATI ALLA CONVENTION DEMOCRATICA, PREVISTA DAL 19 AL 22 AGOSTO A CHICAGO: UN CHIARO ATTO OSTILE PER SABOTARE LA CANDIDATURA - DIETRO LA LETTERA DI CLOONEY C'E' LA MANO DI OBAMA CHE DOMANI PARLERA' AGLI AMERICANI...

joe biden con kamala harris festa del 4 luglio

DAGOREPORT

La conferenza stampa al vertice Nato di Washington doveva rilanciare l’immagine di Joe Biden ed è stato un altro mezzo fiasco: ha scambiato Zelensky per Putin e confuso Kamala Harris con Trump. Gaffe, rincojonimento, poca lucidità: quale sia la ragione del declino di Biden è quasi ininfluente, quel che conta è che ormai “appare” un catorcio inservibile. È l’immagine che ha contribuito a crearsi con interventi pubblici sempre più appannati ed è quella che colpevolmente gli stanno cucendo addosso i media vicini ai democratici, a partire dal “New York Times”. Un fuoco amico che, alla fine, avvantaggia solo Trump.

 

george clooney joe biden julia roberts barack obama

Di certo, le parole di Biden a margine dell’incontro dell’Alleanza atlantica non hanno sedato i suoi detrattori, anzi. Il presidente, subito dopo l’incontro con i giornalisti, ha partecipato a una conference call con Barack Obama, il leader dei democratici al Senato, Chuck Schumer, e la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer.

 

I tre sono stati piuttosto assertivi nel far capire a Biden che la situazione è ormai precipitata: se non farà un passo indietro, i governatori democratici non manderanno i loro delegati alla Convention democratica, prevista dal 19 al 22 agosto a Chicago. Un atto ostile per sabotare la candidatura, in una delirante quanto autodistruttiva lotta intestina. Anche se Schumer ha mostrato più di una perplessità nel mollare al suo destino Biden a soli quattro mesi dal voto.

 

joe biden barack obama

“Sleepy Joe”, solo nel suo fortino, resiste: ha ribadito di essere la persona “più qualificata per fare il presidente”, di non aver bisogno di nuovi test cognitivi, di non essere disposto al passo indietro. Almeno per il momento. A puntello della propria tigna, Biden vuole mettere sotto il naso dei capoccioni democratici alcuni sondaggi, da lui commissionati, sulle performance elettorali di Kamala Harris in un eventuale duello con Donald Trump. L’82enne presidente vuole dimostrare che la tanto acclamata vice, sostenuta dal “New York Times” e dall’ala liberal-afro-femminista del partito, non ha i numeri per vincere.

JOE BIDEN E JENS STOLTENBERG AL VERTICE NATO

 

Ps: il calcio dell’asino che George Clooney ha rifilato a Biden, di cui è sempre stato accanito sostenitore, non è piovuto dal cielo. La lettera con cui l’attore ha chiesto al presidente di fare un passo indietro (“È devastante dirlo, ma il Joe Biden con cui ero tre settimane fa alla raccolta fondi non era quello del 2010 e nemmeno quello del 2020”) è stata messa a punto in una lunga telefonata con Barack Obama.

 

L’ex presidente, che non può personalmente esporsi contro il suo ex vice, ha mandato avanti il bel faccino di Clooney per consegnare il messaggio: caro Joe, levati dai cojoni. Obama, ormai vero kingmaker dei democratici, si confronta spesso con la conduttrice tv Oprah Winfrey, macchina da guerra del consenso catodico e volto rassicurante per le casalinghe in cerca di guida. E domani Barack Obama romperà gli indugi e parlerà agli americani. Cosa dirà? 

 

joe biden barack obama

DONATORI IN FUGA E OBAMA IN SILENZIO, ASSEDIO A BIDEN

(di Serena Di Ronza) (ANSA) - WASHINGTON, 11 LUG - Assedio a Joe Biden. Nel giorno della cruciale conferenza stampa di chiusura del vertice Nato, il presidente continua a incassare un colpo dietro l'altro. I donatori hanno praticamente congelato i finanziamenti alla sua campagna elettorale e anche il leader dei democratici in Senato Chuck Schumer sarebbe pronto a scaricarlo.

joe biden barack obama

 

Il colpo più difficile da digerire è arrivato però dal suo ex capo: Barack Obama, secondo quanto riportato da Politico, sapeva dell'editoriale di George Clooney sul New York Times e, pur non favorendolo, non si è opposto. Impegnato per tutta la giornata nei lavori del vertice per il 75mo anniversario dell'Alleanza atlantica, Biden ha ostentato sorrisi e sicurezza davanti alle telecamere, consapevole di essere l'osservato speciale e che i riflettori erano tutti puntati su di lui. Ma dietro le quinte non può nascondersi la realtà ben più dura e una situazione che rischia di precipitare nei prossimi giorni, forse durante la convention repubblicana che si apre il 15 luglio.

kamala harris joe biden

 

Pur se l'ultimo sondaggio di ABC-Ipsos-Washington Post lo indica testa a testa con Donald Trump nel voto popolare nonostante la disastrosa performance al dibattito, la rilevazione gli invia un messaggio chiaro: il 67% degli americani ritiene che dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca, e l'85% lo ritiene troppo anziano per un secondo mandato. A credere che la strada per la vittoria si stia stringendo a tal punto da diventare impraticabile è un gruppo di suoi consiglieri di vecchia data, impegnati da giorni a valutare come convincere il presidente a fare quel passo indietro che molti, anche all'interno del suo stesso partito, gli chiedono.

 

jimmy kimmel joe biden barack obama raccolta fondi a hollywood

L'ostacolo maggiore che si trovano ad affrontare nel definire la strategia - riporta il New York Times - è come convincerlo che non può battere Trump, mentre qualcun altro potrebbe farlo. Biden è infatti sicuro di essere l'unico in grado di vincere contro l'ex presidente e lo ha ripetuto in tutti contatti avuti per rassicurare il partito. In Congresso però le sue rassicurazioni non hanno sortito effetto. Dieci deputati e un senatore dem hanno chiesto pubblicamente un passo indietro. "Il confronto interno sul futuro di Biden prosegue", ha ammesso candidamente il leader dei deputati alla Camera Hakeem Jeffries, evitando però di entrare nei dettagli.

 

biden zelensky vertice nato

Anche in Senato, dove Biden si sente a casa per i lunghi anni che vi ha trascorso, il fronte inizia a sgretolarsi: Peter Welch è il primo senatore democratico a uscire allo scoperto e chiedere Biden di ritirarsi "per il bene del Paese". Sarebbe pronto a scaricarlo anche Schumer. Secondo indiscrezioni, il leader del Partito dell'Asinello alla Camera alta ha segnalato in privato ai donatori di essere aperto a un ticket presidenziale non guidato da Biden. Proprio i finanziatori potrebbero giocare un ruolo di primo piano, privando il presidente della linfa vitale per proseguire. E in questa direzione sembrano indirizzati. Da Hollywood a Wall Street, gran parte dei donatori della sua campagna ha congelato i fondi temendo di versare denaro per una causa persa.

jimmy kimmel joe biden barack obama raccolta fondi a hollywood

 

"E' un disastro", ha detto una fonte a Nbc riferendo del rallentamento dei fondi e dell'attesa di una frenata ancora più forte. Di fronte all'aumento della pressione, la campagna del presidente ha iniziato in segreto a effettuare sondaggi fra gli elettori sulla vicepresidente Kamala Harris per capirne i suoi punti di forza e la sua eventuale performance con Trump. Anche se pubblicamente lei si dice convinta che Biden è e resterà il candidato e che una strada per la vittoria esiste e passa per Pennsylvania, Michigan e Wisconsin.

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….