giorgia meloni matteo salvini paolo zangrillo annamaria bernini gilberto pichetto fratin orazio schillaci raffaele fitto

DAGOREPORT - A METÀ NOVEMBRE SI CONOSCERÀ IL DESTINO DELL’ARMATA BRANCAMELONI: RIMPASTO SÌ, RIMPASTO NO? - LA MELONI VORREBBE LIBERARSI DI MINISTRI INCAPACI O IMPALPABILI E TAJANI SAREBBE BEN FELICE DI SOSTITUIRE LO ZOPPICANTE ZANGRILLO (PUBBLICA AMMINISTRAZIONE), L’INESISTENTE BERNINI (UNIVERSITÀ), L’INCONCLUDENTE PICHETTO FRATIN (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA), EREDITATI DALLA GESTIONE BERLUSCONI-FASCINA-RONZULLI - IL MINISTRO DELLA SALUTE SCHILLACI NON VEDE L’ORA DI GIRARE I TACCHI VISTO COME È RIDOTTO IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO - TRABALLA DANIELA SANTANCHE’ (IN POLE C’E’ FOTI), PER IL DOPO-FITTO SCALPITA CIRIELLI, MELONI VORREBBE SILURARE URSO E "RICOMPENSARE" RAMPELLI - SALVINI E LE SMANIE DI VANNACCI: SOGNA DI FARE IL MINISTRO…

DAGOREPORT

alfredo mantovano giorgia meloni

Tra le tante fissazioni di Giorgia Meloni, una volta issata al primo piano di Palazzo Chigi, c’era anche quella detta: “Rimpasto? Mai!”. Con il tono di una Wanna Marchi resuscitata, ha sempre tuonato: Tutto resta com'è, fino al termine della legislatura. Capitoooo?

 

E’ proprio vero: mai dire mai. Del resto, anche quando esplose il caso Boccia-Sangiuliano, la Ducetta, pugni sui fianchi, comunicò ai “complottari d’Italia” quanto segue: “Non mi faccio buttare fuori un ministro da Dagospia”. E infatti, oggi al Collegio Romano brillano le supercazzole del neo ministro Alessandro Giuli…

 

alessandro giuli gennaro sangiuliano

Altro giro, altra corsa. Ora pare che la premier della Garbatella, secondo il filo-governativo “Corriere della Sera”, starebbe pensando proprio a un rimpasto di governo. Non solo: nei palazzi del potere si rumoreggia non di uno o due nuovi ingressi a causa di Raffaele Fitto commissario a Bruxelles e Daniela Santanché inseguita dalla magistratura, ma proprio di un grosso, grasso rimpasto della squadra di governo.

annamaria bernini

 

A convincere la tignosa Melona a rinculare nella sua convinzione è stata la semplice ma crudele realtà dei fatti e della cronaca. Davanti allo spettacolo quotidiano di un esecutivo affollato di esponenti in gran parte di incapaci e/o di incompetenti, da Delmastro a Santanché, da Lollobrigida a Sangiuliano, eccetera, sale alla memoria un antico e saggio motto romano che sentenzia: “Anche i sassi prima o poi maturano”.

gilberto pichetto fratin ricevimento quirinale 2 giugno 2024

 

E così, durante una riunione dell’esecutivo nazionale dei Fratellini d’Italia, l’ex compagna di Giambruno avrebbe maturato “la necessità di rinforzare l’organico” (pio eufemismo del Corrierone), accompagnato da queste parole di sconforto: "Non ci viene perdonato nulla, non possiamo fare la figura degli scappati dall’asilo...".

 

Inoltre, a dar man forte all’Underdog della Garbatella sulla necessità di “rinforzare l’organico” è arrivato il supporto di Antonio Tajani che, non dimentichiamolo, ha ereditato i ministri in quota Forza Italia dall’antica gestione Berlusconi-Fascina-Ronzulli e, da tempo, mira a far felice i seguaci tajanei sostituendo lo zoppicante Zangrillo (Pubblica amministrazione), l’inesistente Bernini (Università), l’inconcludente Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica).

GIORGIA MELONI ORAZIO SCHILLACI

 

Poi c’è anche il caso di chi, come il ministro della Salute Orazio Schillaci, quota FdI, non vede l’ora di girare i tacchi visto come è ridotto il sistema sanitario italiano, ormai al di là del baratro, privo com’è di mezzi e di fondi.

 

Però la terza gamba del governo appartiene alla Lega che mai come oggi vive un equilibrio talmente fragile che non può permettersi di spostare manco un assessore del varesotto. Superata sul filo di lana da Forza Italia, con l’arrembante generalone Vannacci tra i piedi, Matteo Salvini è pure alle prese con il processo Open Arms, dove il pm di Palermo ha chiesto 6 anni di galera (la sentenza è attesa entro dicembre).

 

paolo zangrillo foto di bacco

E anche se in pubblico tuona "semmai arrivasse una condanna, per il governo sarebbe una medaglia...", il leader leghista non dorme sonni tranquilli. Se una eventuale condanna da Palermo, venisse doppiata da una sentenza della Consulta di incostituzionalità della legge sull’Autonomia differenziata, all’interno del Carroccio potrebbe scoppiare un terremoto politico.

 

(Si racconta che i notabili della Lega hanno rischiato un coccolone quando è cominciata a circolare l’indiscrezione di un Vannacci smanioso, in caso di rimpasto, di un posto di ministro; visto e considerato i 500 mila voti presi alle elezioni europee, il generalone si autocertifica essere a capo di una ‘’corrente’’ che rappresenta almeno il 20 per cento del partito di Salvini).

 

salvini e il generale vannacci al comizio di chiusura della campagna elettorale per le europee

In caso di crack giudiziario della ‘’Santa’’, il sostituto scelto dalla Fiamma Tragica di Palazzo Chigi è Tommasone Foti, oggi capogruppo alla Camera. Ma i tempi dell’addio della Pitonessa, indagata per truffa ai danni dell'Inps, si allungherebbero e di parecchio se dovesse arrivare il disco verde del gup di Milano alla richiesta di trasferimento del procedimento a Roma - la deadline è fissata al 23 ottobre.

 

"Di certo Daniela vedrà la fine della legislatura...", spiegano fonti qualificate all'Adnkronos: “Ottimismo  che non è tanto legato allo 'scudo' a cui si è appellato nei giorni scorsi il Guardasigilli Carlo Nordio - ovvero l'articolo 27 della Costituzione sulla presunzione di innocenza - quanto ai tempi potenzialmente 'diluiti' del processo’’.

GIORGIA MELONI - EDMONDO CIRIELLI

 

Intanto chi sta smaniando per andare a prendere il posto di Fitto è Edmondo Cirielli, un fedelissimo di Meloni, attualmente viceministro degli affari esteri. L’altra alternativa è lo spezzatino delle deleghe in carico al ministro salentino. ‘’Innanzitutto puntando su Palazzo Chigi – scrive la ben introdotta AdnKronos -  dove Meloni può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di 'regista'. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc - due i posti venuti meno nel sottogoverno, con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli - creandone uno agli Affari europei”.

 

meloni fazzolari

Spezzatino con piselli o Cirielli in brodo, però prima occorre fare i conti con il terribile esame che attende l’aspirante commissario Raffaele Fitto per estenuanti 4 ore tra il 4 e l’11 novembre a Bruxelles, dove ormai ogni settimana da martedì a venerdì trasloca per studiare i dossier al fine di evitare una cruenta bocciatura, abbandonando quindi il suo superdicastero (Pnrr, coesione e affari europei, più delega al Sud) a funzionari ministeriali che non sanno che pesci prendere.

 

Si racconta infine che la Ducetta, che vorrebbe anche sostituire il ministro Adolfo Urso ma non se lo può permettere perché il ministro delle Imprese e del made in Italy è uno che conta nel partito, abbia sul tavolo un altro problemino da risolvere: come ricompensare il “sacrificio” del suo mentore del Fronte della Gioventù, Fabio Rampelli, che per farla felice ha tarpato le ali ai suoi Gabbiani, l’unica corrente che esisteva all’interno di Fratelli d’Italia.

adolfo urso foto di bacco (4)

 

Insomma, dopo due anni di governo Meloni, tutto è a posto e nulla è in ordine. Tutto è in divenire e i “complottari” in servizio permanente effettivo devono pazientare fino a metà novembre per conoscere il destino dell’Armata BrancaMeloni: rimpasto sì, rimpasto no?

 

(Magari, tra una finanziaria “sangue, sudore e lacrime” e una Corte Costituzionale che concede il suo bollino al referendum sull’Autonomia (destinato alla sicura sconfitta), gli otoliti di Giorgia si infiammano e la maggioranza implode.

 

fabio rampelli

Come ha fatto ben presente a tutti i suoi “scappati dall’asilo” la stessa Meloni: “Io non sto attaccata alla poltrona, porto tutti al voto in primavera, prendo il 30% e torno all’opposizione”, è stato lo sfogo che la premier ha rivolto ad alcuni dirigenti di primo piano del suo partito e del governo negli ultimi giorni, secondo quanto risulta al Fatto da due fonti accreditate a conoscenza dei colloqui”.

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."