virginia raggi nicola zingaretti

DAJE A RIDE! ZINGARETTI VS RAGGI: DOPO LE BARUFFE SUI CINGHIALI, LA SFIDA PER UN POSTO ALLA CAMERA. A ROMA LE ELEZIONI NON FINISCONO MAI – CON LA PROCLAMAZIONE A SINDACO DELLA CAPITALE, GUALTIERI LASCIA LIBERO IL SEGGIO CHE FA GOLA A ZINGA. IN CORSA ANCHE L’EX SINDACA TENTATA DI PRENDERSI UNA RIVINCITA SUL PD. MA IL COLLEGIO ROMA 1 (MONTI, TRASTEVERE, PRATI) È UN FORTINO DEL CENTROSINISTRA ANCHE SE VA A VOTARE IL 17 PER CENTO DEGLI ELETTORI….

LISA DI GIUSEPPE E DANIELA PREZIOSI per editorialedomani.it

 

virginia raggi nicola zingaretti foto di bacco

«Se Zingaretti decide, quel posto è suo». Se si chiede del seggio che da oggi il neosindaco Roberto Gualtieri lascia libero a Montecitorio, la risposta è sempre questa. Che parli un potente dirigente romano o un deputato molto vicino al segretario. Che sia pronunciata come una premessa doverosa o come un’amara necessità. È scontato: se il presidente della regione Lazio vuole, le urne delle elezioni suppletive del collegio Roma 1 si apriranno solo per lui.

 

 

Giovedì Roberto Gualtieri viene proclamato sindaco. Alle 11 in Campidoglio si svolgerà lo scambio delle consegne con la sindaca uscente.  Di qui a poco la Giunta per le elezioni della Camera lo dichiarerà decaduto da deputato. Entro novanta giorni per legge dovrà essere indetto il voto delle suppletive. Quindi entro la fine di gennaio a Roma si rivota, in teoria.

 

nicola zingaretti virginia raggi foto di bacco

Il collegio è quello del centrissimo, quello dei rioni Monti, Colonna, Campo Marzio, poi anche quelli più radical alternativi come Esquilino, i serbatoio rossi di San Saba, Testaccio, Trastevere, e dalla parte opposta, a nord, Prati, Trionfale, Flaminio e Della Vittoria. Quasi tutto rosa e fiori per il centrosinistra, anche se proprio qui nel 1994 si consumò lo sfondamento epocale con la scioccante vittoria di Silvio Berlusconi sull’ex ministro Luigi Spaventa. Ma poi il fortino è tornato all’ovile.

 

Qui nel marzo del 2018 è stato eletto Paolo Gentiloni con il 42 per cento; il quale, dopo essere stato nominato commissario europeo, nel marzo del 2020 lo ha lasciato in eredità a Roberto Gualtieri, all’epoca ministro del governo Conte. Gualtieri prende il 62 per cento, anche se non smuove i precordi: va a votare il 17 per cento degli elettori.

raggi zingaretti

 

 

Il candidato numero uno a rimpiazzare Gualtieri ora è Zingaretti. Ma c’è qualche controindicazione: in primavera il presidente del Lazio ha rinunciato a correre da sindaco per timore che la sua giunta non reggesse ai ricatti dei neoassessori M5s. «Non possiamo rischiare di consegnare il Lazio alle destre», spiegò. La sua corsa da deputato significherebbe portare al voto la regione. Per la sua successione ci sono troppi nomi: quello dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato, stimatissimo per la performance della regione durante la pandemia, ma visto come un corpo estraneo dalle parrocchie Pd, alle quali non appartiene (Pci da giovanissimo, poi Prc e Pdci e infine a fianco di Zingaretti); quello dell’attuale vicepresidente Daniele Leodori, area Franceschini, emergente; e quello che in questi giorni circola con insistenza, Enrico Gasbarra: già vicesindaco di Walter Veltroni nel 2001, poi presidente della provincia, deputato e eurodeputato. Amico fraterno di Goffredo Bettini, da qualche anno fa vita politicamente ritirata.

 

raggi e zingaretti by osho

Zingaretti è interessato al collegio Roma 1. C’è chi lo descrive molto provato dalla Regione, e persino in fuga. Ma deciderebbe solo con l’ok di Enrico Letta. E poi c’è un problema di tempistica: l’elezione suppletiva potrebbe slittare, causa elezioni del Colle o pandemia. Varrebbe la pena traslocare per uno scampolo di legislatura?

 

LE ALTERNATIVE

Se non fosse Zingaretti, deciderebbe Enrico Letta. Non imponendo, come pure circola, Marco Meloni, suo braccio destro ed eminenza grigia del Nazareno. Ma una donna: in questo caso si fa il nome di Cecilia D’Elia, zingarettiana, portavoce della Conferenza delle democratiche.

zingaretti raggi

 

C’è anche l’“opzione Agorà”: un profilo esterno, di quelli che si stanno avvicinando alla rete del nuovo Pd lettiano. Dall’ex sottosegretario Mario Giro, della comunità di Sant’Egidio, allo scrittore Gianrico Carofiglio, all’ex segretaria Cisl Annamaria Furlan.

 

L’altra gamba della “alleanza strutturale”, il Movimento 5 stelle, non ha ancora deciso come giocarsi la partita. L’interessamento al seggio da parte del leader Giuseppe Conte è stato più volte smentito dallo staff: certo, dopo il flop delle amministrative e con i gruppi parlamentari in piena protesta, farsi portare in parlamento dai voti Pd non sarebbe un figurone. L’appiattimento sul Pd fa imbestialire i gruppi parlamentari, meglio non forzare la mano.

 

zingaretti raggi

Peraltro le suppletive non consentirebbero a Conte di entrare in tempo per gestire in prima persona la corsa al Quirinale. Eppure conoscere i gruppi più a fondo gli sarebbe utile per governare il nuovo corso del partito: in tanti durante la campagna elettorale hanno sofferto la scarsa considerazione, in particolare i parlamentari provenienti dai collegi al voto. I deputati, anche quelli più entusiasti del nuovo leader, non hanno gradito il tentativo di spodestare il capogruppo alla Camera Davide Crippa, e ora il tentato blitz rischia di compromettere la candidatura che Conte deciderà di spalleggiare, probabilmente quella dell’ex ministro Alfonso Bonafede. Che sabato scorso alla manifestazione dei sindacati si inchiavardato al fianco dell’ex premier tanto da confondersi con gli uomini della scorta.

 

VIRGINIA RAGGI E NICOLA ZINGARETTI

Conte in parlamento vuole tornarci. Ma per meriti propri: vuole, forse deve, dimostrare di esser capace di vincere, magari in un collegio da strappare alle destre dalle parti di Volturara Appula. Come faceva ai bei tempi Massimo D’Alema il collegio di Gallipoli. A quel punto potrebbe governare un gruppo di parlamentari selezionati e depurati dagli «elementi problematici» che gli complicano la vita in queste settimane. Il candidato M5s per le suppletive insomma non sarà lui.

 

Circola un nome che pesa, anche di più. Quello dell’ex sindaca Virginia Raggi. Che sia di diritto nelle prossime liste per il parlamento non è un segreto. Anticipare di mezzo giro il suo approdo a Montecitorio è una prospettiva decisamente più interessante di un posto da consigliera comunale d’opposizione in Campidoglio. Sarebbe anche un modo per emanciparsi dal Movimento romano, che ripone sempre meno fiducia nella candidata sconfitta, come dimostra la scarsa presenza di deputati e senatori alla riunione organizzata la scorsa settimana dalla sindaca.

 

Raggi ha dalla sua un corposo pacchetto di consensi degli attivisti: in tempi di magra, un capitale tutt’altro che trascurabile. Chi la conosce la descrive tentata di prendersi una rivincita sul Pd. E dopo il festone della vittoria di Gualtieri, di rovinargli almeno la festicciola dell’elezione suppletiva.

virginia raggi nicola zingaretti virginia raggi e nicola zingarettiNICOLA ZINGARETTI E VIRGINIA RAGGI

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…